La Parola che conta: Martedì 24 gennaio 2023 (rito ambrosiano)

Martedì della settimana della III Domenica dopo l’Epifania

Memoria di san Francesco di Sales, vescovo e dottore della Chiesa

LETTURA Sir 44, 1; 48, 1-14
Lettura del libro del Siracide

Facciamo ora l’elogio di uomini illustri, dei padri nostri nelle loro generazioni. Sorse Elia profeta, come un fuoco; la sua parola bruciava come fiaccola. Egli fece venire su di loro la carestia e con zelo li ridusse a pochi. Per la parola del Signore chiuse il cielo e così fece scendere per tre volte il fuoco. Come ti rendesti glorioso, Elia, con i tuoi prodigi! E chi può vantarsi di esserti uguale? Tu hai fatto sorgere un defunto dalla morte e dagl’inferi, per la parola dell’Altissimo; tu hai fatto precipitare re nella perdizione, e uomini gloriosi dal loro letto. Tu sul Sinai hai ascoltato parole di rimprovero, sull’Oreb sentenze di condanna. Hai unto re per la vendetta e profeti come tuoi successori. Tu sei stato assunto in un turbine di fuoco, su un carro di cavalli di fuoco; tu sei stato designato a rimproverare i tempi futuri, per placare l’ira prima che divampi, per ricondurre il cuore del padre verso il figlio e ristabilire le tribù di Giacobbe. Beati coloro che ti hanno visto e si sono addormentati nell’amore, perché è certo che anche noi vivremo. Appena Elia fu avvolto dal turbine, Eliseo fu ripieno del suo spirito; nei suoi giorni non tremò davanti a nessun principe e nessuno riuscì a dominarlo. Nulla fu troppo grande per lui, e nel sepolcro il suo corpo profetizzò. Nella sua vita compì prodigi, e dopo la morte meravigliose furono le sue opere.

SALMO Sal 77 (78)

Splendido tu sei, o Signore.

Peccarono ancora
e non ebbero fede nelle sue meraviglie.
Allora consumò in un soffio i loro giorni
e i loro anni nel terrore.
Quando li uccideva, lo cercavano
e tornavano a rivolgersi a Dio. R

Ricordavano che Dio è la loro roccia
e Dio, l’Altissimo, il loro redentore;
lo lusingavano con la loro bocca,
ma gli mentivano con la lingua:
il loro cuore non era costante verso di lui
e non erano fedeli alla sua alleanza. R

Ma lui, misericordioso, perdonava la colpa,
invece di distruggere.
Molte volte trattenne la sua ira
e non scatenò il suo furore;
ricordava che essi sono di carne,
un soffio che va e non ritorna. R

VANGELO Mc 4, 26-34
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco
In quel tempo. Il Signore Gesù diceva: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura». Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra». Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.

Elia è l’uomo illustre di cui si tessono le lodi e l’elogio. Grande fu l’opera di questo profeta che in tempo nefasti fu testimone della potenza di Dio di fronte a nemici ed infedeli. Ma non gli fu risparmiata la crisi perché potesse essere purificato da una falsa immagine di sè e la presunzione di essere potente per merito suo non offuscasse invece la sa vocazione principale: essere profeta e amico del Dio potente e Padre per sempre. Così potè ancora di più essere testimone credibile di Dio e trasmettere il suo spirito al suo discepole Eliseo.

Il regno di Dio, cioè la sua presenza reale e misteriosa nel mondo, è annunciata e attuata da Gesù parlando in parabole e spiegando ai suoi ogni cosa. Ciò che colpisce delle parabole è, anzitutto, la certezza che questo regno cresce spontaneamente dal momento che esso stesso è seminato per volere di Dio; in secondo luogo esso nasce dalla piccolezza per poter poi svilupparsi e donare spazio perché si possa abitare in esso.

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