La Parola che conta: Martedì 20 agosto 2024 (rito ambrosiano)

Martedì della settimana della XIII Domenica dopo Pentecoste

Memoria di san Bernardo, abate e dottore della Chiesa

LETTURA Ne 10, 29 – 11, 2
Lettura del libro di Neemia

In quei giorni. Il resto del popolo, i sacerdoti, i leviti, i portieri, i cantori, gli oblati e quanti si erano separati dai popoli di terre straniere per aderire alla legge di Dio, le loro mogli, i loro figli e le loro figlie, quanti potevano intendere, si unirono ai loro fratelli più ragguardevoli e fecero un patto e un giuramento di camminare nella legge di Dio, data per mezzo di Mosè, servo di Dio, promettendo di osservare e mettere in pratica tutti i comandi del Signore, il Signore nostro, le sue norme e le sue leggi. E così non daremo le nostre figlie ai popoli della regione e non prenderemo le loro figlie per i nostri figli. [ Dai popoli della regione, che portano le mercanzie e ogni genere di grano in giorno di sabato per venderli, non faremo acquisti di sabato o in un giorno santo. Lasceremo in riposo la terra ogni settimo anno e condoneremo ogni debito. Ci siamo imposti per legge di dare ogni anno il terzo di un siclo per il servizio del tempio del nostro Dio: per i pani dell’offerta, per l’oblazione perenne, per l’olocausto perenne, nei sabati, nei noviluni, nelle feste, per le cose sacre, per i sacrifici per il peccato in vista dell’espiazione in favore d’Israele, e per ogni attività del tempio del nostro Dio. Sacerdoti, leviti e popolo, abbiamo tirato a sorte per l’offerta della legna da portare al tempio del nostro Dio, secondo i nostri casati, a tempi fissi, anno per anno, per bruciarla sull’altare del Signore, nostro Dio, come sta scritto nella legge, e per portare ogni anno al tempio del Signore le primizie del nostro suolo e le primizie di ogni frutto di qualunque pianta, come anche i primogeniti dei nostri figli e del nostro bestiame, secondo quanto sta scritto nella legge, e i primi parti del nostro bestiame grosso e minuto, per portarli al tempio del nostro Dio e ai sacerdoti che prestano servizio nel tempio del nostro Dio. Porteremo ai sacerdoti nelle stanze del tempio del nostro Dio le primizie della nostra farina, le nostre offerte, i frutti di qualunque albero, il vino e l’olio, e porteremo la decima del nostro suolo ai leviti. I leviti stessi preleveranno le decime in tutte le città del nostro lavoro. Un sacerdote, figlio di Aronne, sarà con i leviti quando i leviti preleveranno le decime e i leviti porteranno la decima della decima al tempio del nostro Dio nelle stanze del tesoro, perché in quelle stanze i figli d’Israele e i figli di Levi devono portare l’offerta prelevata sul frumento, sul vino e sull’olio; in quel luogo stanno gli utensili del santuario, i sacerdoti che prestano il servizio, i portieri e i cantori. Non trascureremo il tempio del nostro Dio.] I capi del popolo si stabilirono a Gerusalemme; il resto del popolo tirò a sorte per far venire uno su dieci ad abitare a Gerusalemme, la città santa, e nove nelle altre città. Il popolo benedisse quanti si erano offerti spontaneamente per abitare a Gerusalemme.

SALMO Sal 101 (102)

Un popolo nuovo darà lode al Signore.

Signore, ascolta la mia preghiera,
a te giunga il mio grido di aiuto.
Non nascondermi il tuo volto
nel giorno in cui sono nell’angoscia.
Tendi verso di me l’orecchio,
quando t’invoco, presto, rispondimi! R

Ti alzerai e avrai compassione di Sion:
è tempo di averne pietà, l’ora è venuta!
Poiché ai tuoi servi sono care le sue pietre
e li muove a pietà la sua polvere. R

Questo si scriva per la generazione futura
e un popolo, da lui creato, darà lode al Signore:
perché si proclami in Sion il nome del Signore
e la sua lode in Gerusalemme. R

VANGELO Lc 13, 18-21
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca
In quel tempo. Il Signore Gesù diceva: «A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo posso paragonare? È simile a un granello di senape, che un uomo prese e gettò nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e gli uccelli del cielo vennero a fare il nido fra i suoi rami». E disse ancora: «A che cosa posso paragonare il regno di Dio? È simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».

Il brano di Neemia ci ricorda che ogni conversione è un ritorno alle origini, al primo amore che non si scorda mai, all’amore originario che ha dato vita a tutto: quello del Signore che, osservata la miseria e il grido del suo popolo, è intervenuto per mezzo dei suoi profeti per salvarlo e liberarlo. Così ogni volta che si torna alla memoria a quella prima chiamata, ecco che si risvegliano quei desideri sopiti e dimenticati di alleanza, fedeltà, obbedienza, gratitudine e ringraziamento.

Belle le due piccole parabole di Gesù che ci ricordano che il regno di Dio nasce da poca cosa e si sviluppa diventando grande: il granello di senape, più piccolo di tutti i semi, dà vita a un grande albero; il lievito, quanto basta, serva solo per far fermentare la pasta che è già buona in sé. Insomma: è a partire dalle piccole fedeltà al Signore che noi passiamo a quelle grandi, sicuri di costruire non un’opera nostra, ma la Sua Presenza reale e misteriosa nel mondo.

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