La Parola che conta: Lunedì della 6° settimana di Avvento (2° Feria Prenatalizia)
Lettura del Vangelo secondo Luca 1, 19-25
In quel tempo. L’angelo disse a Zaccaria: «Io sono Gabriele, che sto dinanzi a Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annuncio. Ed ecco, tu sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, che si compiranno a loro tempo».
Intanto il popolo stava in attesa di Zaccaria e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio. Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto.
Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa. Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: «Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna fra gli uomini».
Il segno di non poter parlare è espressione del grande mistero che ha incontrato e toccato la vita di Zaccraria e di Elisabetta: davvero nulla è impossibile a Dio, specialmente nel rendere feconda un’esistenza che umanamente sembrerebbe impensabile.
Così se Zaccaria rimane muto fino ad indicare il nome di questo figlio prodigioso, Elisabetta esprime la sua lode a Dio che toglie la vergogna tra gli uomini: essere fecondi nella propria vita è espressione non solo della benevolenza divina, ma in qualche modo vuol dire partecipare dell’opera bella e buona della creazione del Padre!
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