La Parola che conta: Lunedì 5 novembre 2012, San Carlo Borromeo
Lettura della prima lettera di san Giovanni apostolo 3, 13-16
Non meravigliatevi, fratelli, se il mondo vi odia. Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli. Chi non ama rimane nella morte. Chiunque odia il proprio fratello è omicida, e voi sapete che nessun omicida ha più la vita eterna che dimora in lui. In questo abbiamo conosciuto l’amore, nel fatto che egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli. Parola di Dio.
Salmo
Sal 22 (23)
R.: Il buon pastore dà la vita per le sue pecore.
Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
Rinfranca l’anima mia. R
Mi guida per il giusto cammino a motivo del suo nome.
Anche se vado per una valle oscura, non temo alcun male,
perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza. R
Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca. R
Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni. R
Epistola
Lettera di san Paolo apostolo agli Efesini 4, 1b-7. 11-13
Fratelli, vi esorto: comportatevi in maniera degna della chiamata che avete ricevuto, con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità, sopportandovi a vicenda nell’amore, avendo a cuore di conservare l’unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace. Un solo corpo e un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti. A ciascuno di noi, tuttavia, è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo. Ed egli ha dato ad alcuni di essere apostoli, ad altri di essere profeti, ad altri ancora di essere evangelisti, ad altri di essere pastori e maestri, per preparare i fratelli a compiere il ministero, allo scopo di edificare il corpo di Cristo, finché arriviamo tutti all’unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, fino all’uomo perfetto, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo.
Vangelo
Lettura del Vangelo secondo Giovanni 10, 11-15
In quel tempo. Diceva il Signore Gesù ai farisei: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore. Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore».
La festa di San Carlo Borromeo ci mette di fronte un “gigante” della fede: la sua stessa vita ci parla e ci fa quasi “paura” la decisione che ritroviamo in alcuni momenti significativi della sua esistenza. Da dove arriva questa certezza granitica?
Certamente dalla meditazionne della Parola di Dio. Ed oggi ci viene incontro ricordandoci, come prima cosa, che “chi non ama rimane nella morte”: l’amore è fonte di vita per noi e per chi ci circonda; lo stesso amore poi ci ha chiamato attraverso una voce interiore e ci conduce attraverso l’esistenza aiutandoci a rimanere fedeli alla vocazione che abbiamo ricevuto; e lo stile, sia che abbiamo posti di grande responsabilità verso gli altri sia che siamo responsabili anche solo di noi stessi, è quello di chi conosce. è custodito, è protetto e, a sua volta, fa lo stesso rispondendo ad un amore che precede e che sostiene, sempre!
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