La Parola che conta: Lunedì 28 ottobre 2024 (rito ambrosiano)

Santi Simone e Giuda apostoli

Festa

LETTURA At 1, 12-14
Lettura degli Atti degli Apostoli

Dopo che Gesù fu assunto in cielo, gli apostoli ritornarono a Gerusalemme dal monte detto degli Ulivi, che è vicino a Gerusalemme quanto il cammino permesso in giorno di sabato. Entrati in città, salirono nella stanza al piano superiore, dove erano soliti riunirsi: vi erano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo figlio di Alfeo, Simone lo Zelota e Giuda figlio di Giacomo. Tutti questi erano perseveranti e concordi nella preghiera, insieme ad alcune donne e a Maria, la madre di Gesù, e ai fratelli di lui.

SALMO Sal 18 (19)

Risuona in tutto il mondo la parola di salvezza.

I cieli narrano la gloria di Dio,
l’opera delle sue mani annuncia il firmamento.
Il giorno al giorno ne affida il racconto
e la notte alla notte ne trasmette notizia. R

Senza linguaggio, senza parole,
senza che si oda la loro voce,
per tutta la terra si diffonde il loro annuncio
e ai confini del mondo il loro messaggio. R

EPISTOLA Ef 2, 19-22
Lettera di san Paolo apostolo agli Efesini

Fratelli, voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, avendo come pietra d’angolo lo stesso Cristo Gesù. In lui tutta la costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore; in lui anche voi venite edificati insieme per diventare abitazione di Dio per mezzo dello Spirito.

VANGELO Gv 14, 19-26
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui». Gli disse Giuda, non l’Iscariota: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?». Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».

E’ suggestiva l’immagine degli Apostoli e di Maria riuniti in quello che deve essere stato il Cenacolo dopo che Gesù è stato assunto in cielo: ci dice una comunità che si ritrova riconoscendo un luogo significativo nel quale ritrovarsi uniti e concordi nella preghiera, nell’alimentare fede, speranza e carità insieme per la costruzione del regno di Dio. Chissà se anche noi abbiamo un “luogo” dove ci sentiamo uniti e concordi nella preghiera.

Il fondamento della nostra fede è una trasmissione ininterrotta che parte dagli Apostoli e ha come pietra d’angolo lo stesso Gesù: solo in questa fede noi possiamo camminare nella rettitudine e nella verità e quindi essere “concittadini dei santi e familiari di Dio”, cioè parte di quella famiglia cristiana che è quella dei figli di Dio attraverso Gesù, il Figlio unigenito.

Il Vangelo sembra proprio dirci che tutto si gioca nel rapporto personale e comunitario con il Signore Gesù: se gli Apostoli hanno potuto averlo tra di loro in anima e corpo, noi possiamo essere certi della Sua Presenza grazie all’opera dello Spirito e ai sacramenti che, attraverso la Parola di Dio e la Chiesa, sono dispensati proprio per segnare la vita di ciascuno di noi grazie al mistero della Sua Presenza. Lasciarsi amare e amare, osservare i comandamenti, entrare nella relazione con il Padre attraverso il Figlio sono l’opera fondamentale che dai tempi apostolici ogni cristiano è chiamato a compiere.

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