La Parola che conta: Lunedì 23 ottobre 2023 (rito ambrosiano)

Lunedì della settimana della I Domenica dopo la Dedicazione

Memoria facoltativa di san Giovanni da Capestrano, sacerdote

LETTURA Ap 4, 1-11
Lettura del libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo

In quel giorno. Vidi: ecco, una porta era aperta nel cielo. La voce, che prima avevo udito parlarmi come una tromba, diceva: «Sali quassù, ti mostrerò le cose che devono accadere in seguito». Subito fui preso dallo Spirito. Ed ecco, c’era un trono nel cielo, e sul trono Uno stava seduto. Colui che stava seduto era simile nell’aspetto a diaspro e cornalina. Un arcobaleno simile nell’aspetto a smeraldo avvolgeva il trono. Attorno al trono c’erano ventiquattro seggi e sui seggi stavano seduti ventiquattro anziani avvolti in candide vesti con corone d’oro sul capo. Dal trono uscivano lampi, voci e tuoni; ardevano davanti al trono sette fiaccole accese, che sono i sette spiriti di Dio. Davanti al trono vi era come un mare trasparente simile a cristallo. In mezzo al trono e attorno al trono vi erano quattro esseri viventi, pieni d’occhi davanti e dietro. Il primo vivente era simile a un leone; il secondo vivente era simile a un vitello; il terzo vivente aveva l’aspetto come di uomo; il quarto vivente era simile a un’aquila che vola. I quattro esseri viventi hanno ciascuno sei ali, intorno e dentro sono costellati di occhi; giorno e notte non cessano di ripetere: «Santo, santo, santo il Signore Dio, l’Onnipotente, Colui che era, che è e che viene!». E ogni volta che questi esseri viventi rendono gloria, onore e grazie a Colui che è seduto sul trono e che vive nei secoli dei secoli, i ventiquattro anziani si prostrano davanti a Colui che siede sul trono e adorano Colui che vive nei secoli dei secoli e gettano le loro corone davanti al trono, dicendo: «Tu sei degno, o Signore e Dio nostro, di ricevere la gloria, l’onore e la potenza, perché tu hai creato tutte le cose, per la tua volontà esistevano e furono create».

SALMO Sal 98 (99)

Santo è il Signore, nostro Dio.

Il Signore regna: tremino i popoli.
Siede in trono sui cherubini: si scuota la terra.
Grande è il Signore in Sion,
eccelso sopra tutti i popoli.
Lodino il tuo nome grande e terribile.
Egli è santo! R

Forza del re è amare il diritto.
Tu hai stabilito ciò che è retto;
diritto e giustizia hai operato in Giacobbe.
Esaltate il Signore, nostro Dio,
prostratevi davanti alla sua santa montagna,
perché santo è il Signore, nostro Dio! R

Mosè e Aronne tra i suoi sacerdoti,
invocavano il Signore ed egli rispondeva.
Parlava loro da una colonna di nubi.
Esaltate il Signore, nostro Dio,
prostratevi davanti alla sua santa montagna,
perché santo è il Signore, nostro Dio! R

VANGELO Lc 9, 57-62
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca
In quel tempo. Mentre camminavano per la strada, un tale disse al Signore Gesù: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio». Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio».

La visione alla quale partecipa Giovanni è l’anticipo di ciò che si troverà nel regno di Dio quando, compiuta ogni cosa, tutto sarà ricapitolato. E così i vegliardi e i quattro esseri con forme differenti (che dovrebbero essere simbolo dei quattro evangelisti) danno perennemente gloria e onore a Dio riconoscendone la sua identità più profonda e adorandolo.

In pochi versetti sono racchiuse tre chiamate, una spontanea e le altre, invece, sollecitate da Gesù. Tutte hanno in comune una cosa: seguire il Signore ha le sue esigenze, come quella di seguirlo in un cammino che è continuo, come quella di mettere Lui al centro di tutto, come quella di perseverare nella sequela. Chissà se anche il nostro discepolato ha queste caratteristiche.

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