La Parola che conta: Lunedì 22 maggio 2023 (rito ambrosiano)

Lunedì della VII settimana di Pasqua

Memoria facoltativa di santa Rita da Cascia, religiosa

LETTURA Ct 5, 2a. 5-6b
Lettura del Cantico dei Cantici

Mi sono addormentata, ma veglia il mio cuore. Mi sono alzata per aprire al mio amato e le mie mani stillavano mirra; fluiva mirra dalle mie dita sulla maniglia del chiavistello. Ho aperto allora all’amato mio, ma l’amato mio se n’era andato, era scomparso.

SALMO Sal 41 (42)

L’anima mia ha sete del Dio vivente.
Oppure: Alleluia, alleluia, alleluia.

Come la cerva anela ai corsi d’acqua,
così l’anima mia anela a te, o Dio.
L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente:
quando verrò e vedrò il volto di Dio?
Le lacrime sono il mio pane giorno e notte,
mentre mi dicono sempre: «Dov’è il tuo Dio?». R

Questo io ricordo e l’anima mia si strugge:
avanzavo tra la folla,
la precedevo fino alla casa di Dio,
fra canti di gioia e di lode
di una moltitudine in festa. R

Perché ti rattristi, anima mia,
perché ti agiti in me?
Spera in Dio: ancora potrò lodarlo,
lui, salvezza del mio volto e mio Dio. R

EPISTOLA 1Cor 10, 23. 27-33
Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi

Fratelli, «Tutto è lecito!». Sì, ma non tutto giova. «Tutto è lecito!». Sì, ma non tutto edifica. Se un non credente vi invita e volete andare, mangiate tutto quello che vi viene posto davanti, senza fare questioni per motivo di coscienza. Ma se qualcuno vi dicesse: «È carne immolata in sacrificio », non mangiatela, per riguardo a colui che vi ha avvertito e per motivo di coscienza; della coscienza, dico, non tua, ma dell’altro. Per quale motivo, infatti, questa mia libertà dovrebbe essere sottoposta al giudizio della coscienza altrui? Se io partecipo alla mensa rendendo grazie, perché dovrei essere rimproverato per ciò di cui rendo grazie? Dunque, sia che mangiate sia che beviate sia che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio. Non siate motivo di scandalo né ai Giudei, né ai Greci, né alla Chiesa di Dio; così come io mi sforzo di piacere a tutti in tutto, senza cercare il mio interesse ma quello di molti, perché giungano alla salvezza.

VANGELO Mt 9, 14-15
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo
In quel tempo. Si avvicinarono al Signore Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno».

In questi giorni tra l’Ascensione e la Pentecoste ascoltiamo alcuni brani tratti dal Cantico dei Cantici: sono di una struggente poesia e di uno struggente desiderio di incontrare l’Amato del cuore da parte dell’amata. La Chiesa, in attesa del dono dello Spirito santo, sembra “rincorrere” Gesù con grande trasporto e desiderio. Chissà se anche noi, membra vive della Chiesa, siamo dentro questo clima.

Le questioni della coscienza sono personali, ma per un cristiano mica troppo, perché per un cristiano la coscienza è al voce di Dio che parla dentro di sè! Dunque Paolo fa riflettere i suoi interlocutori sul rispetto della coscienza non solamente personale, ma anche di quella altrui. Qualche tempo fa’ un predicatore durante gli esercizi spirituali quaresimali disse: “Noi discepoli di Gesù dovremmo smetterla di chiederci che male c’è a fare, dire, pensare… questa cosa e iniziare, invece a dire che bene c’è!”.

Perché fare festa e perché digiunare? Gesù è chiaro: finché è con noi non c’è motivo di digiunare; ma quando ci è tolto, invece, sì! Pensiamo al digiuno prescritto per il primo venerdì di Quaresima o per il Venerdì Santo, quando Gesù è morto ed è in attesa della risurrezione. E ora, quale tempo viviamo? Non un perenne tempo di quaresima!

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