La Parola che conta: Lunedì 19 agosto 2024 (rito ambrosiano)

Lunedì della settimana della XIII Domenica dopo Pentecoste

Memoria facoltativa di san Giovanni Eudes, sacerdote

LETTURA Ne 9, 1-15. 36 – 10, 1
Lettura del libro di Neemia

Il ventiquattro dello stesso mese, gli Israeliti si radunarono per un digiuno, vestìti di sacchi e coperti di polvere. I discendenti d’Israele si separarono da tutti gli stranieri e in piedi confessarono i loro peccati e le colpe dei loro padri. Si alzarono in piedi e lessero il libro della legge del Signore, loro Dio, per un quarto della giornata; per un altro quarto essi confessarono i peccati e si prostrarono davanti al Signore, loro Dio. Giosuè, Banì, Kadmièl, Sebanìa, Bunnì, Serebìa, Banì e Chenanì salirono sulla pedana dei leviti e invocarono a gran voce il Signore, loro Dio. I leviti Giosuè, Kadmièl, Banì, Casabnìa, Serebìa, Odìa, Sebanìa e Petachìa dissero: «Alzatevi e benedite il Signore, vostro Dio, da sempre e per sempre! Benedicano il tuo nome glorioso, esaltato al di sopra di ogni benedizione e di ogni lode! Tu, tu solo sei il Signore, tu hai fatto i cieli, i cieli dei cieli e tutto il loro esercito, la terra e quanto sta su di essa, i mari e quanto è in essi; tu fai vivere tutte queste cose e l’esercito dei cieli ti adora. Tu sei il Signore Dio, che hai scelto Abram, lo hai fatto uscire da Ur dei Caldei e lo hai chiamato Abramo. Tu hai trovato il suo cuore fedele davanti a te e hai stabilito con lui un’alleanza, promettendo di dare la terra dei Cananei, degli Ittiti, degli Amorrei, dei Perizziti, dei Gebusei e dei Gergesei, di darla a lui e alla sua discendenza; hai mantenuto la tua parola, perché sei giusto. Tu hai visto l’afflizione dei nostri padri in Egitto e hai ascoltato il loro grido presso il Mar Rosso; hai operato segni e prodigi contro il faraone, contro tutti i suoi servi, contro tutto il popolo della sua terra, perché sapevi che li avevano trattati con durezza, e ti sei fatto un nome che dura ancora oggi. Hai aperto il mare davanti a loro ed essi sono passati in mezzo al mare sull’asciutto; quelli che li inseguivano hai precipitato nell’abisso, come una pietra in acque impetuose. Li hai guidati di giorno con una colonna di nube e di notte con una colonna di fuoco, per rischiarare loro la strada su cui camminare. Sei sceso sul monte Sinai e hai parlato con loro dal cielo, e hai dato loro norme giuste e leggi sicure, statuti e comandi buoni; hai fatto loro conoscere il tuo santo sabato e hai dato loro comandi, statuti e una legge per mezzo di Mosè, tuo servo. Hai dato loro pane del cielo per la loro fame e hai fatto scaturire acqua dalla rupe per la loro sete, e hai detto loro di andare a prendere in possesso la terra che avevi giurato di dare loro. Oggi, eccoci schiavi; e quanto alla terra che tu hai concesso ai nostri padri, perché ne mangiassero i frutti e i beni, ecco, in essa siamo schiavi. I suoi prodotti abbondanti sono per i re, che hai posto su di noi a causa dei nostri peccati e dispongono dei nostri corpi e del nostro bestiame a loro piacimento, e noi siamo in grande angoscia. Tuttavia noi vogliamo sancire un patto e lo mettiamo per iscritto. Sul documento sigillato figurino i nostri capi, i nostri leviti e i nostri sacerdoti».

SALMO Sal 76 (77)

Signore, noi siamo il gregge del tuo pascolo.

La mia voce verso Dio: io grido aiuto!
La mia voce verso Dio, perché mi ascolti.
Nel giorno della mia angoscia io cerco il Signore,
nella notte le mie mani sono tese e non si stancano;
l’anima mia rifiuta di calmarsi. R

Ripenso ai giorni passati,
ricordo gli anni lontani.
Un canto nella notte mi ritorna nel cuore:
medito e il mio spirito si va interrogando.
Può Dio aver dimenticato la pietà,
aver chiuso nell’ira la sua misericordia? R

E ho detto: «Questo è il mio tormento:
è mutata la destra dell’Altissimo».
Ricordo i prodigi del Signore,
sì, ricordo le tue meraviglie di un tempo.
Hai riscattato il tuo popolo con il tuo braccio,
i figli di Giacobbe e di Giuseppe. R

VANGELO Lc 13, 10-17
Lettura del Vangelo secondo Luca
In quel tempo. Il Signore Gesù stava insegnando in una sinagoga in giorno di sabato. C’era là una donna che uno spirito teneva inferma da diciotto anni; era curva e non riusciva in alcun modo a stare diritta. Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: «Donna, sei liberata dalla tua malattia». Impose le mani su di lei e subito quella si raddrizzò e glorificava Dio. Ma il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva operato quella guarigione di sabato, prese la parola e disse alla folla: «Ci sono sei giorni in cui si deve lavorare; in quelli dunque venite a farvi guarire e non in giorno di sabato». Il Signore gli replicò: «Ipocriti, non è forse vero che, di sabato, ciascuno di voi slega il suo bue o l’asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi? E questa figlia di Abramo, che Satana ha tenuto prigioniera per ben diciotto anni, non doveva essere liberata da questo legame nel giorno di sabato?». Quando egli diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, mentre la folla intera esultava per tutte le meraviglie da lui compiute.

La grande richiesta di perdono riportata nel brano di Neemia fa riferimento ai benefici ricevuti dal Signore e al cammino che ha accompagnato con la Sua Presenza il suo popolo; nonostante le numerose rivelazioni potenti e incredibilmente fuori dal comune, così come il dono della legge e di tutto quanto il popolo ha avuto bisogno nel cammino della liberazione e nell’ingresso nella terra promessa, oggi la sua condizione è di indigenza e schiavitù riconosciute come il frutto del peccato del popolo stesso: non una punizione divina, ma la punizione che lo stesso popolo d’Israele si è auto-inflitta non seguendo più con fedeltà il Signore e le sue leggi.

Qual è il vero significato del sabato per il popolo di Dio? E quale il significato che Gesù viene a rivelarci? Il sabato è fatto per l’uomo, dirà il Signore in uno dei brani paralleli a questo; il sabato è il giorno del ringraziamento ma anche della salvezza; il sabato è il vero culto a Dio quando ci si prende cura del prossimo; il sabato è fatto per accogliere e guarire… Tutto questo ha un significato preciso anche per noi: il tempo, ogni tempo, è abitato dalla grazia ed è tempo opportuno da quando Dio ha visitato il suo popolo attraverso la venuta come vero Dio e vero uomo di Gesù.

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