La Parola che conta: Lunedì 15 gennaio 2024 (rito ambrosiano)

Lunedì della settimana della II Domenica dopo l’Epifania

LETTURA Sir 44, 1. 23g 45, 1. 6-13
Lettura del libro del Siracide

Facciamo ora l’elogio di uomini illustri, dei padri nostri nelle loro generazioni. Il Signore Dio fece sorgere un uomo mite, che incontrò favore agli occhi di tutti, amato da Dio e dagli uomini: Mosè, il cui ricordo è in benedizione. Egli innalzò Aronne, santo come lui, suo fratello, della tribù di Levi. Stabilì con lui un’alleanza perenne e lo fece sacerdote per il popolo. Lo onorò con splendidi ornamenti e gli fece indossare una veste di gloria. Lo rivestì con il massimo degli onori, lo coronò con paramenti di potenza: calzoni, tunica ed efod. Lo avvolse con melagrane e numerosi campanelli d’oro all’intorno, che suonassero al muovere dei suoi passi, diffondendo il tintinnio nel tempio, come memoriale per i figli del suo popolo. Lo avvolse con una veste sacra d’oro, violetto e porpora, opera di ricamatore, con il pettorale del giudizio, con i segni della verità e con tessuto di scarlatto filato, opera d’artista, con pietre preziose, incise come sigilli, incastonate sull’oro, opera d’intagliatore, quale memoriale, con le parole incise secondo il numero delle tribù d’Israele. Sopra il turbante gli pose una corona d’oro con incisa l’iscrizione sacra, insegna d’onore, lavoro vigoroso, ornamento delizioso per gli occhi. Prima di lui non si erano viste cose tanto belle, mai uno straniero le ha indossate, ma soltanto i suoi figli e i suoi discendenti per sempre.

SALMO Sal 98 (99)

Esaltate il Signore, nostro Dio.

Esaltate il Signore, nostro Dio,
prostratevi allo sgabello dei suoi piedi.
Egli è santo!
Mosè e Aronne tra i suoi sacerdoti,
Samuele tra quanti invocavano il suo nome:
invocavano il Signore ed egli rispondeva. R

Parlava loro da una colonna di nubi:
custodivano i suoi insegnamenti
e il precetto che aveva loro dato.
Signore, nostro Dio, tu li esaudivi. R

Eri per loro un Dio che perdona,
pur castigando i loro peccati.
Esaltate il Signore, nostro Dio,
prostratevi davanti alla sua santa montagna,
perché santo è il Signore, nostro Dio! R

VANGELO Mc 3, 7-12
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco
In quel tempo. Il Signore Gesù con i suoi discepoli si ritirò presso il mare e lo seguì molta folla dalla Galilea. Dalla Giudea e da Gerusalemme, dall’Idumea e da oltre il Giordano e dalle parti di Tiro e Sidone, una grande folla, sentendo quanto faceva, andò da lui. Allora egli disse ai suoi discepoli di tenergli pronta una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. Infatti aveva guarito molti, cosicché quanti avevano qualche male si gettavano su di lui per toccarlo. Gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi e gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse.

L’elogio degli uomini illustri cita Mosè e soprattutto Aronne per la sua funzione sacerdotale di mediatore nel culto tra Dio e il popolo. La descrizione minuziosa delle vesti di cui era rivestito è tipica dell’ambiente mediorientale ed esprime la cura e la solennità con la quale egli doveva e svolgeva il suo compito cultuale: il popolo attraverso tutto questo “apparato” comprendeva la serietà e la bellezza di essere sacerdote che porta a Dio preghiere, suppliche, ringraziamenti e sacrifici di un intero popolo.

La missione e la fama di Gesù si espande per più di una regione: senza mezzi di comunicazione sociale se non la parola è veramente una testimonianza di quando la sua presenza abbia inciso fin da subito nei suoi contemporanei, a tal punto da diversi distaccare con una barca dalla folla per poter insegnare. Colpisce nel brano odierno la decisa opposizione di Gesù a che gli spiriti impuri di svelare la sua identità: certo, il Male di fronte al Bene non ha da fare altro, ma ognuno di noi, uomini e donne che conoscono dentro di sé sia Bene che Male, ha il proprio cammino di fede per poter conoscere e affermare con verità e profondità che Gesù è il Figlio di Dio.

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