La Parola che conta: Lunedì 12 agosto 2024 (rito ambrosiano)

Lunedì della settimana della XII Domenica dopo Pentecoste

Memoria facoltativa di santa Giovanna Francesca Frémyot de Chantal, religiosa

LETTURA Ne 1, 5-11
Lettura del libro di Neemia

In quei giorni. Io Neemia dissi: «O Signore, Dio del cielo, Dio grande e tremendo, che mantieni l’alleanza e la fedeltà con quelli che ti amano e osservano i tuoi comandi, sia il tuo orecchio attento, i tuoi occhi aperti per ascoltare la preghiera del tuo servo; io prego ora davanti a te giorno e notte per gli Israeliti, tuoi servi, confessando i peccati che noi Israeliti abbiamo commesso contro di te; anch’io e la casa di mio padre abbiamo peccato. Abbiamo gravemente peccato contro di te e non abbiamo osservato i comandi, le leggi e le norme che tu hai dato a Mosè, tuo servo. Ricòrdati della parola che hai affidato a Mosè, tuo servo: “Se sarete infedeli, io vi disperderò fra i popoli; ma se tornerete a me e osserverete i miei comandi e li eseguirete, anche se i vostri esiliati si trovassero all’estremità dell’orizzonte, io di là li raccoglierò e li ricondurrò al luogo che ho scelto per farvi dimorare il mio nome”. Ora questi sono tuoi servi e tuo popolo, che hai redento con la tua grande forza e con la tua mano potente. O Signore, sia il tuo orecchio attento alla preghiera del tuo servo e alla preghiera dei tuoi servi, che desiderano temere il tuo nome; concedi oggi buon successo al tuo servo e fa’ che trovi compassione presso quest’uomo». Io allora ero coppiere del re.

SALMO Sal 64 (65)

Tu ci rispondi, o Dio, nostra salvezza.

Per te il silenzio è lode, o Dio, in Sion,
a te si sciolgono i voti.
A te, che ascolti la preghiera,
viene ogni mortale. R

Pesano su di noi le nostre colpe,
ma tu perdoni i nostri delitti.
Beato chi hai scelto perché ti stia vicino:
abiterà nei tuoi atri. R

Ci sazieremo dei beni della tua casa,
delle cose sacre del tuo tempio.
Con i prodigi della tua giustizia,
tu ci rispondi, o Dio, nostra salvezza,
fiducia degli estremi confini della terra
e dei mari più lontani. R

VANGELO Lc 12, 42b-48
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca
In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire” e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli. Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».

La preghiera di Neemia riprende la preghiera che Mosè ha elevato a Dio prevedendo la dispersione del popolo e la sua infedeltà: solo l’iniziativa divina e la volontà di lasciarsi ricondurre da essa e salvare può dare al popolo di Dio e a ciascuno dei suoi membri la certezza dell’azione di Dio che manifesta la sua salvezza.

Sembra un discorso tutto morale quello di Gesù sull’amministratore fidato e sul servo fedele; in realtà le sue parole nascondono la verità dell’uomo di ogni tempo che è semplice amministratore della propria vita ricevuta come dono e come tale verrà restituita alla fonte di essa. La domanda è seria: come viviamo? Come buoni amministratori, come padroni assoluti, come servi fedeli? Le nostre azioni, le nostre scelte parleranno e riveleranno se si saranno lasciate ispirare e guidare oppure no.

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