La Parola che conta: Giovedì 30 maggio 2024 (rito ambrosiano)

Santi Corpo e Sangue di Cristo

Solennità del Signore

LETTURA Es 24, 3-8
Lettura del libro dell’Esodo

In quei giorni. Mosè andò a riferire al popolo tutte le parole del Signore e tutte le norme. Tutto il popolo rispose a una sola voce dicendo: «Tutti i comandamenti che il Signore ha dato, noi li eseguiremo!». Mosè scrisse tutte le parole del Signore. Si alzò di buon mattino ed eresse un altare ai piedi del monte, con dodici stele per le dodici tribù d’Israele. Incaricò alcuni giovani tra gli Israeliti di offrire olocausti e di sacrificare giovenchi come sacrifici di comunione, per il Signore. Mosè prese la metà del sangue e la mise in tanti catini e ne versò l’altra metà sull’altare. Quindi prese il libro dell’alleanza e lo lesse alla presenza del popolo. Dissero: «Quanto ha detto il Signore, lo eseguiremo e vi presteremo ascolto». Mosè prese il sangue e ne asperse il popolo, dicendo: «Ecco il sangue dell’alleanza che il Signore ha concluso con voi sulla base di tutte queste parole!».

SALMO Sal 115 (116)

Tu ci disseti, Signore, al calice della gioia.
Oppure Alleluia, alleluia, alleluia.

Che cosa renderò al Signore
per tutti i benefici che mi ha fatto?
Alzerò il calice della salvezza
e invocherò il nome del Signore. R

Agli occhi del Signore
è preziosa la morte dei suoi fedeli.
Io sono tuo servo, figlio della tua schiava:
tu hai spezzato le mie catene. R

A te offrirò un sacrificio di ringraziamento
e invocherò il nome del Signore.
Adempirò i miei voti al Signore
davanti a tutto il suo popolo. R

EPISTOLA Eb 9, 11-15
Lettera agli Ebrei

Fratelli, Cristo è venuto come sommo sacerdote dei beni futuri, attraverso una tenda più grande e più perfetta, non costruita da mano d’uomo, cioè non appartenente a questa creazione. Egli entrò una volta per sempre nel santuario, non mediante il sangue di capri e di vitelli, ma in virtù del proprio sangue, ottenendo così una redenzione eterna. Infatti, se il sangue dei capri e dei vitelli e la cenere di una giovenca, sparsa su quelli che sono contaminati, li santificano purificandoli nella carne, quanto più il sangue di Cristo – il quale, mosso dallo Spirito eterno, offrì se stesso senza macchia a Dio – purificherà la nostra coscienza dalle opere di morte, perché serviamo al Dio vivente? Per questo egli è mediatore di un’alleanza nuova, perché, essendo intervenuta la sua morte in riscatto delle trasgressioni commesse sotto la prima alleanza, coloro che sono stati chiamati ricevano l’eredità eterna che era stata promessa.

VANGELO Mc 14, 12-16. 22-26
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco
Il primo giorno degli Azzimi, quando si immolava la Pasqua, i discepoli dissero al Signore Gesù: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi». I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua. E, mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio». Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.

La descrizione della Prima Alleanza, stipulata da Dio con il suo popolo per mezzo di Mosè, è segnata da alcuni elementi che ricorreranno anche in quella Nuova: l’obbedienza alle Parole divine, l’offerta sacrificale, l’aspersione come segno di espiazione dai peccati. Nel Primo Testamento questi elementi sono figura e anticipo di ciò che verrà compiuto attraverso Gesù, il Figlio unigenito Messia e Salvatore.

E’ proprio il brano della lettera agli Ebrei che descrive questo compimento avvenuto grazie a Cristo “sommo sacerdote dei beni futuri”: Egli ha offerto e offre se stesso “ottenendo così una redenzione eterna”. Sacerdote e vittima coincidono in Gesù che diventa l’Agnello immolato per noi “perché serviamo al Dio vivente”: così entriamo a far parte di quell’Alleanza Nuova ed eterna che è purificazione delle nostre coscienze e vita vera ed eterna.

Il racconto dell’Ultima Cena ci inserisce nel clima e nel contesto del sacrificio di Gesù che è perpetuato grazie al sacramento della Santissima Eucaristia: occorre, come i discepoli di allora, preparare sempre la Pasqua perché possiamo partecipare a quella comunione con il Signore che ci viene offerta come alleanza nuova ed eterna.

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