La Parola che conta: Giovedì 3 ottobre 2024 (roti ambrosiano)

Giovedì della settimana della V Domenica dopo il martirio di san Giovanni il Precursore

Memoria facoltativa del beato Luigi Talamoni, sacerdote

EPISTOLA 2Tm 1, 13 – 2, 7
Seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo

Carissimo, prendi come modello i sani insegnamenti che hai udito da me con la fede e l’amore, che sono in Cristo Gesù. Custodisci, mediante lo Spirito Santo che abita in noi, il bene prezioso che ti è stato affidato. Tu sai che tutti quelli dell’Asia, tra i quali Fìgelo ed Ermògene, mi hanno abbandonato. Il Signore conceda misericordia alla famiglia di Onesìforo, perché egli mi ha più volte confortato e non si è vergognato delle mie catene; anzi, venuto a Roma, mi ha cercato con premura, finché non mi ha trovato. Gli conceda il Signore di trovare misericordia presso Dio in quel giorno. E quanti servizi egli abbia reso a Èfeso, tu lo sai meglio di me. E tu, figlio mio, attingi forza dalla grazia che è in Cristo Gesù: le cose che hai udito da me davanti a molti testimoni, trasmettile a persone fidate, le quali a loro volta siano in grado di insegnare agli altri. Come un buon soldato di Gesù Cristo, soffri insieme con me. Nessuno, quando presta servizio militare, si lascia prendere dalle faccende della vita comune, se vuol piacere a colui che lo ha arruolato. Anche l’atleta non riceve il premio se non ha lottato secondo le regole. Il contadino, che lavora duramente, dev’essere il primo a raccogliere i frutti della terra. Cerca di capire quello che dico, e il Signore ti aiuterà a comprendere ogni cosa.

SALMO Sal 77 (78)

Dite alla generazione futura
le meraviglie del Signore.

Ascolta, popolo mio, la mia legge,
porgi l’orecchio alle parole della mia bocca.
Aprirò la mia bocca con una parabola,
rievocherò gli enigmi dei tempi antichi. R

Ciò che abbiamo udito e conosciuto
e i nostri padri ci hanno raccontato
non lo terremo nascosto ai nostri figli,
raccontando alla generazione futura
le azioni gloriose e potenti del Signore
e le meraviglie che egli ha compiuto. R

Ha stabilito un insegnamento in Giacobbe,
ha posto una legge in Israele,
che ha comandato ai nostri padri
di far conoscere ai loro figli,
perché la conosca la generazione futura,
i figli che nasceranno. R

Essi poi si alzeranno a raccontarlo ai loro figli,
perché ripongano in Dio la loro fiducia
e non dimentichino le opere di Dio,
ma custodiscano i suoi comandi. R

VANGELO Lc 20, 41-44
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca
In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai Giudei: «Come mai si dice che il Cristo è figlio di Davide, se Davide stesso nel libro dei Salmi dice: “Disse il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra finché io ponga i tuoi nemici come sgabello dei tuoi piedi”? Davide dunque lo chiama Signore; perciò, come può essere suo figlio?».

Le raccomandazioni che Paolo fa a Timoteo sono piene di affetto e di amore paterno: egli sprona il suo “figlio spirituale nel ministero” ad essere fedele, perseverante, ricordando quanto ha appreso e così insegnare a tutti il Vangelo senza aver paura di contrarietà e difficoltà cui vanno incontro tutti i veri discepoli del regno di Dio. La forza per fare tutto questo deriva dalla grazia, dal dono sovrabbondante nella fede che lo stesso Cristo Gesù fa a ciascuno dei suoi perché rimangano in lui e portino frutto e il loro frutto rimanga.

Figlio di Davide e Signore: Gesù è entrambe la cose. Figlio di Davide in quanto nato nella sua discendenza grazie alla paternità terrena di Giuseppe, sposo di Maria, della casa regale; Signore in quanto figlio del Padre e Dio stesso. Il Maestro interroga i Giudei su questo particolare, a noi lontano ma per loro fondamentale: è il centro della fede che riconosce in Gesù il Cristo Messia, il discendente di Davide ma anche Signore, dunque Dio.

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