La Parola che conta: Giovedì 19 settembre 2024 (rito ambrosiano)
Giovedì della settimana della III Domenica dopo il martirio di san Giovanni il Precursore
Memoria facoltativa di santa Ildegarda di Bingen, dottore della Chiesa
LETTURA Gc 1, 19-27
Lettura della lettera di san Giacomo apostolo
Lo sapete, fratelli miei carissimi: ognuno sia pronto ad ascoltare, lento a parlare e lento all’ira. Infatti l’ira dell’uomo non compie ciò che è giusto davanti a Dio. Perciò liberatevi da ogni impurità e da ogni eccesso di malizia, accogliete con docilità la Parola che è stata piantata in voi e può portarvi alla salvezza. Siate di quelli che mettono in pratica la Parola, e non ascoltatori soltanto, illudendo voi stessi; perché, se uno ascolta la Parola e non la mette in pratica, costui somiglia a un uomo che guarda il proprio volto allo specchio: appena si è guardato, se ne va, e subito dimentica come era. Chi invece fissa lo sguardo sulla legge perfetta, la legge della libertà, e le resta fedele, non come un ascoltatore smemorato ma come uno che la mette in pratica, questi troverà la sua felicità nel praticarla. Se qualcuno ritiene di essere religioso, ma non frena la lingua e inganna così il suo cuore, la sua religione è vana. Religione pura e senza macchia davanti a Dio Padre è questa: visitare gli orfani e le vedove nelle sofferenze e non lasciarsi contaminare da questo mondo.
SALMO Sal 36 (37)
La verità del Signore sia guida al mio cammino.
Confida nel Signore e fa’ il bene:
abiterai la terra e vi pascolerai con sicurezza.
Affida al Signore la tua via,
confida in lui ed egli agirà:
farà brillare come luce la tua giustizia,
il tuo diritto come il mezzogiorno. R
Sta’ in silenzio davanti al Signore e spera in lui.
Desisti dall’ira e deponi lo sdegno,
non irritarti: non ne verrebbe che male;
perché i malvagi saranno eliminati.
I poveri invece avranno in eredità la terra. R
Sono stato fanciullo e ora sono vecchio:
non ho mai visto il giusto abbandonato
né i suoi figli mendicare il pane;
ogni giorno egli ha compassione e dà in prestito,
e la sua stirpe sarà benedetta. R
VANGELO Lc 18, 18-23
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca
In quel tempo. Un notabile interrogò il Signore Gesù: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli rispose: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non testimoniare il falso, onora tuo padre e tua madre”». Costui disse: «Tutte queste cose le ho osservate fin dalla giovinezza». Udito ciò, Gesù gli disse: «Una cosa ancora ti manca: vendi tutto quello che hai, distribuiscilo ai poveri e avrai un tesoro nei cieli; e vieni! Seguimi!». Ma quello, udite queste parole, divenne assai triste perché era molto ricco.
“ognuno sia pronto ad ascoltare, lento a parlare e lento all’ira”: la lettere di Giacomo ci conduce nel cammino della fede che è anzitutto ascoltare la Parola del Padre e metterla in pratica; solamente così possiamo dire di essere dei veri fedeli perché quella Parola è capace di muovere alla conversione, al ritorno a Dio, alla carità verso i fratelli e le sorelle, alla fedeltà e alla perseveranza. Essa è capace anche di mitigare l’ardore dell’ora che a volte si accende negli animi degli uomini: dominare se stessi è uno dei compiti a noi dati per essere veri figli, veri uomini e donne pronti a dare ragione della speranza che è in noi, la fede in Gesù Cristo.
La domanda che il notabile rivolge a Gesù non è banale, anzi! Egli chiede cosa fare per avere la vita eterna, per entrare in quella dimensione spirituale che è compimento della vita e incontro con Dio nel suo tempo che è il per sempre. Gesù indica la strada dei Comandamenti alla quale aggiunge la libertà assoluta dai beni terreni e la conseguente sequela dietro a Lui: il notabile è già a buon punto, proprio come tutti noi, eppure gli manca quel coraggio di lasciare per seguire, lasciare ciò che ora gli è più caro per entrare in un’altra ricchezza sconfinata, quella del rapporto con il Signore per mezzo dello Spirito. Cosa anche noi facciamo fatica a lasciare per poter seguire con tutto noi stessi Gesù?
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