La Parola che conta: Giovedì 16 febbraio 2023 (rito ambrosiano)
Giovedì della settimana della penultima Domenica dopo l’Epifania
LETTURA Sap 14, 12-27
Lettura del libro della Sapienza
L’invenzione degli idoli fu l’inizio della fornicazione, la loro scoperta portò alla corruzione della vita. Essi non esistevano dall’inizio e non esisteranno in futuro. Entrarono nel mondo, infatti, per la vana ambizione degli uomini, per questo è stata decretata loro una brusca fine. Un padre, consumato da un lutto prematuro, avendo fatto un’immagine del figlio così presto rapito, onorò come un dio un uomo appena morto e ai suoi subalterni ordinò misteri e riti d’iniziazione; col passare del tempo l’empia usanza si consolidò e fu osservata come una legge. Anche per ordine dei sovrani le immagini scolpite venivano fatte oggetto di culto; alcuni uomini, non potendo onorarli di persona perché distanti, avendo riprodotto le sembianze lontane, fecero un’immagine visibile del re venerato, per adulare con zelo l’assente, come fosse presente. A estendere il culto anche presso quanti non lo conoscevano, spinse l’ambizione dell’artista. Questi infatti, desideroso senz’altro di piacere al potente, si sforzò con l’arte di renderne più bella l’immagine; ma la folla, attratta dal fascino dell’opera, considerò oggetto di adorazione colui che poco prima onorava come uomo. Divenne un’insidia alla vita il fatto che uomini, resi schiavi della disgrazia e del potere, abbiano attribuito a pietre o a legni il nome incomunicabile. Inoltre non fu loro sufficiente errare nella conoscenza di Dio, ma, vivendo nella grande guerra dell’ignoranza, a mali tanto grandi danno il nome di pace. Celebrando riti di iniziazione, infanticidi o misteri occulti o banchetti orgiastici secondo strane usanze, non conservano puri né la vita né il matrimonio, ma uno uccide l’altro a tradimento o l’affligge con l’adulterio. Tutto vi è mescolato: sangue e omicidio, furto e inganno, corruzione, slealtà, tumulto, spergiuro, sconcerto dei buoni, dimenticanza dei favori, corruzione di anime, perversione sessuale, disordini nei matrimoni, adulterio e impudicizia. L’adorazione di idoli innominabili è principio, causa e culmine di ogni male.
SALMO Sal 15 (16)
Sei tu, Signore, l’unico mio bene.
Ho detto al Signore: «Il mio Signore sei tu,
solo in te è il mio bene».
Moltiplicano le loro pene
quelli che corrono dietro a un dio straniero. R
Io non spanderò le loro libagioni di sangue,
né pronuncerò con le mie labbra i loro nomi.
Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita. R
Per me la sorte è caduta su luoghi deliziosi:
la mia eredità è stupenda.
Benedico il Signore che mi ha dato consiglio;
anche di notte il mio animo mi istruisce.
Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare. R
Per questo gioisce il mio cuore
ed esulta la mia anima;
anche il mio corpo riposa al sicuro,
perché non abbandonerai la mia vita negli inferi,
né lascerai che il tuo fedele veda la fossa. R
Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra. R
VANGELO Mc 11, 15-19
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco
In quel tempo. Il Signore Gesù e i suoi discepoli giunsero a Gerusalemme. Entrato nel tempio, Gesù si mise a scacciare quelli che vendevano e quelli che compravano nel tempio; rovesciò i tavoli dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombe e non permetteva che si trasportassero cose attraverso il tempio. E insegnava loro dicendo: «Non sta forse scritto: “La mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutte le nazioni”? Voi invece ne avete fatto un covo di ladri». Lo udirono i capi dei sacerdoti e gli scribi e cercavano il modo di farlo morire. Avevano infatti paura di lui, perché tutta la folla era stupita del suo insegnamento. Quando venne la sera, uscirono fuori dalla città.
Gli idoli e l’idolatria sono oggetto di una seria e profonda riflessione offerta dal brano tratto dal libro della Sapienza: idoli e idolatria sono considerati origine della corruzione della vita e rovina della vita di fede. Se ci pensiamo fin dalle origini è stato così: pensiamo al vitello d’oro fuso dal popolo d’Israele durante l’Esodo, oppure l’idolatria del potere religioso ai tempi di Gesù… fino ai giorni nostri. Quale importanza diamo alle cose? A chi e a che cosa diamo importanza? Sono queste le domande che ci aiutano a fare “pulizia” nella nostra vita, a partire dall’anima, dal cuore e dalla mente per ricordarci che l’unico che merita adorazione è il Signore vivo.
Il Vangelo è la conferma a quanto affermato dal libro sapienziale: Gesù dice con forza e manifesta con decisione la sua contrarietà a quanto è diventato il tempio, la sua casa, la casa della preghiera, dell’adorazione e del culto a Dio Padre. Potremmo utilmente chiederci come consideriamo noi personalmente la Chiesa, sia come tempio che come sue membra e “corpo mistico di Cristo”. Quanta libertà dagli idoli dobbiamo ancora “guadagnare”?
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