La Parola che conta: Domenica 11 novembre 2012, Cristo Re
DAL LEGNO DELLA CROCE REGNA IL SIGNORE
Fin dall’antichità il popolo d’Israele ha nutrito la speranza del Messia abbeverandosi alla sapienza profetica, specialmente di Isaia.
L’inizio del brano sembra quasi una poesia, con immagini che chiamano alla mente e al cuore dell’ascoltatore quanta cura e quanta tenerezza stanno nelle azioni di Dio per proteggere, condurre, dare forza all’Atteso delle genti: fin dal seno materno, nascosto all’ombra della mano di Dio,… fino ad arrivare alla dichiarazione solenne “Io ti renderò luce delle nazioni” che apre la missione al mondo intero, specialmente nei confronti degli ultimi, disprezzati e schiavi. Un grido di grande speranza e una certezza che diventa realtà nella persona di Gesù Messia.
Si capisce perché la seconda lettura è l’inno paolino di Filippesi: nel movimento di discesa di Cristo si capisce quale solidarietà lo muove incontro ad ogni uomo, e specialmente se ultimo, povero e ferito; il punto più basso per il mondo, in fondo, diventa quel “colpo di coda” che trascina Gesù ed ogni ultimo letteralmente dalla terra al cielo. Ormai la strada è spianata per ciascuno dei discepoli del Maestro: bisogna abbassarsi per essere innalzati, provare i suoi stessi sentimenti, percorrere il suo stesso cammino.
E non può esserci conferma migliore a tutto questo nostro ragionare dentro le Scritture che la testimonianza del “buon ladrone”: in fondo a tutto, alla fine della sua vita va incontro ad una sorte meritata e riconosciuta; ma insieme ha il coraggio e la fede di riconoscere nel Re dei Giudei quel Salvatore atteso da sempre e magari mai cercato con serietà. La professione di fede di questo condannato a morte “giustamente” vale davvero un posto in paradiso perché riconosce, dentro di sé, di avere incontrato Colui che regna davvero nei cuori degli uomini perché li ama, li accoglie, li libera.
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