La Parola ce conta: Giovedì 7 maggio 2015, V settimana di Pasqua

LETTURA
Lettura degli Atti degli Apostoli 17, 1-15

In quei giorni. Percorrendo la strada che passa per Anfìpoli e Apollònia, giunsero a Tessalònica, dove c’era una sinagoga dei Giudei. Come era sua consuetudine, Paolo vi andò e per tre sabati discusse con loro sulla base delle Scritture, spiegandole e sostenendo che il Cristo doveva soffrire e risorgere dai morti. E diceva: «Il Cristo è quel Gesù che io vi annuncio». Alcuni di loro furono convinti e aderirono a Paolo e a Sila, come anche un grande numero di Greci credenti in Dio e non poche donne della nobiltà. Ma i Giudei, ingelositi, presero con sé, dalla piazza, alcuni malviventi, suscitarono un tumulto e misero in subbuglio la città. Si presentarono alla casa di Giasone e cercavano Paolo e Sila per condurli davanti all’assemblea popolare. Non avendoli trovati, trascinarono Giasone e alcuni fratelli dai capi della città, gridando: «Quei tali che mettono il mondo in agitazione sono venuti anche qui e Giasone li ha ospitati. Tutti costoro vanno contro i decreti dell’imperatore, perché affermano che c’è un altro re: Gesù». Così misero in ansia la popolazione e i capi della città che udivano queste cose; dopo avere ottenuto una cauzione da Giasone e dagli altri, li rilasciarono. Allora i fratelli, durante la notte, fecero partire subito Paolo e Sila verso Berea. Giunti là, entrarono nella sinagoga dei Giudei. Questi erano di sentimenti più nobili di quelli di Tessalònica e accolsero la Parola con grande entusiasmo, esaminando ogni giorno le Scritture per vedere se le cose stavano davvero così. Molti di loro divennero credenti e non pochi anche dei Greci, donne della nobiltà e uomini. Ma quando i Giudei di Tessalònica vennero a sapere che anche a Berea era stata annunciata da Paolo la parola di Dio, andarono pure là ad agitare e a mettere in ansia la popolazione. Allora i fratelli fecero subito partire Paolo, perché si mettesse in cammino verso il mare, mentre Sila e Timòteo rimasero là. Quelli che accompagnavano Paolo lo condussero fino ad Atene e ripartirono con l’ordine, per Sila e Timòteo, di raggiungerlo al più presto.

 

SALMO
Sal 113B (115)

® A te la gloria, Signore, nei secoli.
Non a noi, Signore, non a noi,
ma al tuo nome da’ gloria,
per il tuo amore, per la tua fedeltà. ®

Perché le genti dovrebbero dire:
«Dov’è il loro Dio?».
Il nostro Dio è nei cieli:
tutto ciò che vuole, egli lo compie. ®

Benedice quelli che temono il Signore,
i piccoli e i grandi.
Siate benedetti dal Signore,
che ha fatto cielo e terra. ®

 

VANGELO

Lettura del Vangelo secondo Giovanni 12, 37-43

In quel tempo. Sebbene il Signore Gesù avesse compiuto segni così grandi davanti a loro, non credevano in lui, perché si compisse la parola detta dal profeta Isaia: / «Signore, chi ha creduto alla nostra parola? / E la forza del Signore, a chi è stata rivelata?». / Per questo non potevano credere, poiché ancora Isaia disse: / «Ha reso ciechi i loro occhi / e duro il loro cuore, / perché non vedano con gli occhi / e non comprendano con il cuore / e non si convertano, e io li guarisca!». / Questo disse Isaia perché vide la sua gloria e parlò di lui. Tuttavia, anche tra i capi, molti credettero in lui, ma, a causa dei farisei, non lo dichiaravano, per non essere espulsi dalla sinagoga. Amavano infatti la gloria degli uomini più che la gloria di Dio.

 

Non poche sono le difficoltà e gli ostacoli che deve affrontare l’annuncio del Signore Gesù come Messia e Salvatore risorto: una fra tutte è la gelosia, sentimento fortemente umano, che mina fin dalle fondamenta la credibilità dell’interlocutore. Così gli Apostoli sono costretti ad andare lontano, inseguiti dall’aggressività di coloro che vogliono ostacolare la loro opera: anche il disordine sociale è uno strumento nelle mani di chi non vuole sentire parlare di Gesù come Signore.

Sulla stessa linea si trova il Vangelo di oggi che, riportando alcuni versetti del profeta Isaia, ricorda come gli occhi ciechi e il cuore duro sono misteriosamente ostacolo alla rivelazione di Gesù e all’opera di grazia di Dio: ancora una volta il mondo, e il Principe di questo mondo, sono capaci con le loro “malìe” di tenere legati i cuoi di chi sarebbero pronti alla conversione.

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