Immacolata Concezione di Maria (rito ambrosiano, omelia)

081214

Immacolata Concezione di Maria

Venerdì mattina a scuola, ultima ora di lezione con una 1° media. Un mio alunno che non frequenta l’ora di religione perché di fede islamica mi chiede: “Prof, perché lunedì non veniamo a scuola?”. Io gli rispondo che non veniamo a scuola perché è la festa di Maria, della Madonna; e chiedo a lui: “Ma tu sai chi è Maria?”. “Certo! È la mamma di Gesù! Ma perché si festeggia?”. “Perché secondo la nostra fede Dio ha scelto Maria e l’ha custodita dal male fin da quando era nel grembo di sua madre per poter dare alla luce Gesù, che per noi è figlio di Dio”. Risposta del mio alunno: “Forte!”. Con un linguaggio contemporaneo ha espresso quale mistero stiamo celebrando oggi, insieme a tutta la Chiesa sparsa nel mondo.

L’8 dicembre di 160 anni fa san Pio IX proclamò il dogma (verità di fede) della Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria.

La liturgia di oggi porta alle “luci della ribalta” la mamma di Gesù, quella “nuova Eva” che ha permesso a Dio di visitare il mondo come non l’aveva mai fatto.

Credo che la Madonna non sia soddisfatta solamente di sentire cantare le sue lodi; come buona mamma di tutti noi credo che desideri che ognuno di noi trovi, rinnovato, il motivo più profondo di sentirci suoi figli e fratelli dentro la Chiesa, in cammino misterioso con Lei e con suo Figlio e nostro Fratello, Gesù.

Quali passi possiamo compiere, allora?

Il primo: come la “nuova Eva”, anche noi dobbiamo porre inimicizia tra noi e il Tentatore. Come nel giardino della Creazione i nostri progenitori si sono lasciati “irretire” dall’attrattiva del male, così anche noi possiamo (e lo sperimentiamo a volte troppo spesso!) cadere nella stessa “buca”, perdendo quella grazia necessaria per compiere il bene, e farlo in modo perfetto, “Come Dio comanda”. Dunque il primo passo è questo: chiamiamo il Nemico con il suo vero nome e fuggiamo la sua arma principale, la tentazione, ogni volta che ci si presenta davanti.

Il secondo: come Gesù Cristo, anche noi siamo predestinati ad essere figli adottivi del Padre celeste. Come nella vita di Gesù è stato presente il Padre riempiedola di benedizioni e rimanendo in comunione con il Figlio amato, così anche nella nostra vita è già il “pegno della gloria futura”, un anticipo di comunione piena con i santi: i sacramenti segnano indelebilmente i momenti fondamentali della nostra esistenza e ci accompagnano con continuità a cercare e vivere questa comunione, per essere “lode della sua gloria”.

Il terzo: come Maria, anche noi abbiamo ricevuto e riceviamo l’invito di Dio a dire “Sì” nella nostra vita al progetto che Dio ha pensato per noi e con noi vuole costruire. Come nella casa di Nazaret, anche nella nostra casa (casa dove abitiamo, casa della Chiesa e della nostra comunità) sentiamo parole di incoraggiamento e di benedizione, parole che ci lasciano stupiti e felici, parole che ci confermano la Presenza di Dio con noi: dentro queste certezze si muove, prende forma e si costruisce la nostra vita di credenti.

Questi tre passi, compiuti prima di tutto da Maria e poi da Gesù, e poi da una schiera innumerevole di figli e figlie di Dio, anche noi oggi decidiamo di compiere. Certamente Maria ci accompagna.

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