“Gli stessi sentimenti di Gesù”: Omelia al termine della Via Crucis – 25 marzo 2016
“GLI STESSI SENTIMENTI DI GESÙ”
Omelia al termine della Via Crucis
Cascina Gatti, 25 marzo 2016
Qualche anno fa, all’uscita del film “La Passione di Cristo” di Mel Gibson, fece scalpore la tanta violenza messa in scena e scelta volutamente dal regista: diversi lo criticarono per la sua scelta, altri invece lo elogiarono dicendo che aveva avuto il coraggio di rendere più verosimili i tormenti di Cristo.
In una scena, in particolare, Gibson decise di essere protagonista assoluto ma non mettendoci la faccia, bensì mettendoci le mani: si dice che le mani che appaiono sullo schermo ad inchiodare Gesù in Croce siano state proprio quelle del divo americano. Perché questa scelta? Non ho letto interviste e dichiarazioni a riguardo, ma credo di interpretare questa decisione come il fatto di sottolineare che a volte le ferite a Gesù, al suo Corpo mistico, alla sua Chiesa, siamo noi stessi ad infliggerle.
Questa sera, però, vorrei sottolineare alla mia e alla vostra meditazione silenziosa un altro aspetto che a volte mettiamo in secondo piano: i sentimenti di Gesù. Quali sentimenti hanno attraversato il Maestro nell’ora della prova, della preghiera e dell’angoscia, del tradimento e della condanna, della punizione corporale e della morte straziante? Perché ora siamo giunti proprio in quel tempo: il tempo della passione e della morte.
Se prendiamo sul serio le parole dell’Apostolo Paolo che ci esorta dicendo “Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù”, dobbiamo entrare anche noi con Lui nell’intimo del suo cuore e nell’intimo del suo tormento. Iniziamo questo breve viaggio.
“La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate”: la decisione di Gesù nel donarsi sembra spegnersi o affievolirsi di fronte alla pesantezza della situazione e alla incomprensione del momento da parte dei suoi. Eppure osa chiedere di restare e di vegliare anche se i discepoli non ne sono capaci, come se anche la loro semplice vicinanza fisica sia motivo di conforto e di sostegno a Gesù. Nella tristezza più nera, quale aiuto e quale sostegno cerchiamo?
“Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua”: ora tocca al Maestro fare vedere cosa significa anche concretamente portare la propria croce! Lo può fare perché a quel momento si è preparato tutta la vita, ha portato dentro di sé il segreto Amore del Padre che è pronto a rinnegare sé stesso per servire l’uomo, ogni uomo. Che ne faccio, io, della mia croce quotidiana? La porto con quale sentimento e con quale prospettiva?
“Era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima”: il Signore Gesù non scappa neanche di fronte al disprezzo e alla disistima, nemmeno di fronte allo scherno e al dileggio; la sua dignità e la sua forza è tutta interiore, chiusa nel suo cuore pronto ad essere trafitto. Sappiamo riconoscere nei disprezzati, negli ultimi, negli “scarti” un’immagine di Gesù Crocifisso?
“Mi avevamo spinto con forza per farmi cadere, ma il Signore è stato il mio aiuto”: è una vera professione di fede vivente quella dell’Uomo della Croce che, pur cadendo, si rialza non senza fatica per raggiungere la mèta; di fronte alla violenza gratuita, inaudita, senza motivo… Gesù alza lo sguardo e cerca l’aiuto da chi sa di riceverlo, dal Padre; un senso di sicurezza e di iniziale pace inizia ad invadere il cuore. Quale risposta diamo a chi ci spinge con forza per farci cadere, per tentarci nella vita? Quale stato d’animo provoca in me?
“Umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte”: e, infine,ancora una volta l’umiltà, proprio come ieri; servire dunque è un po’ morire, morire non però senza senso, ma morire per amore, morire per amare, morire perdonando, morire affidandosi al Padre.
Chiediamo il dono di essere come Maria ai piedi della Croce: la discepola fedele, la discepola che offre la vita, la discepola che sta e condivide anche i dolori, anche i sentimenti contrastanti e difficili. Così potremo essere come Gesù, sacerdoti dell’umanità: testimoni di un Amore più grande.
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