Diario di un “pretino” di città: prima l’anima, dopo il resto (appunti dopo la veglia notturna)

La Grazia di Dio ancora una volta mi ha sorpreso e, questa volta, in modo chiaro: durante la veglia notturna, questa notte, davanti a Gesù Eucaristia, si è risvegliato in me un forte desiderio di conversione.

Conversione: perché un prete giovane dovrebbe convertirsi? Perché io dovrei convertirmi?

Ho riconosciuto nella mia vita, in questo ultimo periodo, una sorta di “stallo” interiore, o meglio una distanza tra ciò che provo (dentro) e ciò che vivo (fuori): se nella vita quotidiana corro, nella vita interiore sono fermo, se non addirittura cammino all’indietro.

Questa presa di coscienza ha coinciso con la lettura di un testo di Albino Luciani (sì, il papa del sorriso, il papa dei 33 giorni, proprio lui) che ha risvegliato in me qualcosa che si era addormentato e rischiava di non svegliarsi tanto facilmente.

“Prima l’anima, il resto dopo!”: un fulmine a ciel sereno questa espressione sintetica è entrata in me, nei miei pensieri, nelle mie riflessioni ed è diventata proposito nuovo, forza fresca che, con molta probabilità, attendevo inconsciamente.

Forse fuori di me non si noterà nulla, am ciò che importa è che i passi dell’anima e del corpo tornino ad essere in armonia.

Signore, dammi almeno il desiderio di essere coraggioso.

Signore, dammi la forza di volere sul serio.

Signore, dammi la forza di fare.

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