“Detto fatto, meraviglia! Questo amore dipinge il nulla”: Ringraziamenti e “pungolo” alla Festa a conclusione dell’Oratorio Estivo 2017
“Detto fatto, meraviglia! Questo amore dipinge il nulla”
Ringraziamenti e “pungolo” alla Festa a conclusione dell’Oratorio Estivo 2017
Cascina Gatti, giovedì 13 luglio
Diciamola tutta: anche il caldo “infernale” ci ha messi alla prova, quest’anno! Eppure, nonostante questo cambiamento climatico (al quale ci dovremo, ahimè, abituare), siamo arrivati al termine di questa esperienza: 5 settimane, 25 giorni, 10 ore (e più!) al giorno, più di 50 animatori, 187 ragazzi iscritti… ma questi sono solo numeri.
Vorrei, brevemente, citare due testi. Uno è la strofa dell’inno dell’Oratorio Estivo:
“DettoFatto, meraviglia!
Questo amore dipinge il nulla e d’improvviso luce anche nel buio si colorerà”
Il mondo, la natura, l’uomo, la donna, io e te… siamo nati per un atto meraviglioso d’amore, un amore che dipinge il nulla e rende luminosa e colorata l’esistenza. La mancanza d’amore è la peggiore malattia: lo diceva anche santa Teresa di Calcutta.
Io ringrazio tutti quelli che in queste settimane ci hanno messo amore nelle cose che hanno fatto: i genitori che ci hanno affidato i loro ragazzi, gli animatori che hanno lavorato con cura e attenzione nelle tante (tantissime!) cose da fare e nelle mille attenzioni da avere (voglio proprio dirlo: i nostri animatori, non proprio tutti, ma la maggior parte, lavorano tantissimo tra accoglienza, sorveglianza, programmazione, servizio mensa…), i collaboratori adulti che hanno tenuto aperto il bar e hanno pulito i nostri numerosi ambienti.
Vorrei, però, essere anche un po’… “provocatorio”, citando una storiella:
Un sant’uomo passeggiava per la città quando si imbatté in una bambina dagli abiti laceri che chiedeva l’elemosina.
Rivolse il pensiero al Signore: «Dio, come puoi permettere una cosa del genere? Ti prego, fa’ qualcosa».
Alla sera il telegiornale gli mostrò scene di morte, occhi di bambini moribondi e corpi straziati.
Di nuovo pregò: «Signore, quanta miseria. Fai qualcosa!».
Nella notte, il Signore gli disse chiaramente: «Io ho già fatto qualcosa: ho fatto te!».
Magari non abbiamo l’ardire di prendercela con Dio quando le cose non vanno bene o secondo il mio pensiero; magari vediamo un problema e ci giriamo dall’altra parte, pensando “Non è affare mio, non è figlio mio, non è casa mia…”. In realtà è affare mio se, intervenendo, collaborando, parlando, dialogando, lavorando, mettendomi a disposizione… io lo faccio con amore e per amore, anche solo dell’umanità, anche solo per l’Oratorio e per la comunità che sento un poco mia.
E allora, possiamo dire, tutti insieme: “Detto… FATTO!”.
Vostro, affezionatissimo
donale
Lascia un commento