Battesimo del Signore (8.1.16): Omelia rito ambrosiano
8.01.2017
Domenica dopo l’Epifania – Battesimo del Signore
LETTURA
Lettura del profeta Isaia 55, 4-7
Così dice il Signore Dio: / «Ecco, l’ho costituito testimone fra i popoli, / principe e sovrano sulle nazioni. / Ecco, tu chiamerai gente che non conoscevi; / accorreranno a te nazioni che non ti conoscevano / a causa del Signore, tuo Dio, / del Santo d’Israele, che ti onora. / Cercate il Signore, mentre si fa trovare, / invocatelo, mentre è vicino. / L’empio abbandoni la sua via / e l’uomo iniquo i suoi pensieri; / ritorni al Signore che avrà misericordia di lui / e al nostro Dio che largamente perdona».
SALMO
Sal 28 (29)
® Gloria e lode al tuo nome, Signore.
Date al Signore, figli di Dio,
date al Signore gloria e potenza.
Date al Signore la gloria del suo nome,
prostratevi al Signore nel suo atrio santo. ®
La voce del Signore è sopra le acque,
il Signore sulle grandi acque.
La voce del Signore è forza,
la voce del Signore è potenza. ®
Tuona il Dio della gloria.
Nel suo tempio tutti dicono: «Gloria!».
Il Signore è seduto sull’oceano del cielo,
il Signore siede re per sempre. ®
EPISTOLA
Lettera di san Paolo apostolo agli Efesini 2, 13-22
Fratelli, in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate lontani, siete diventati vicini, grazie al sangue di Cristo.
Egli infatti è la nostra pace, / colui che di due ha fatto una cosa sola, / abbattendo il muro di separazione che li divideva, / cioè l’inimicizia, per mezzo della sua carne. / Così egli ha abolito la Legge, fatta di prescrizioni e di decreti, / per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo, / facendo la pace, / e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, / per mezzo della croce, / eliminando in se stesso l’inimicizia. / Egli è venuto ad annunciare pace a voi che eravate lontani, / e pace a coloro che erano vicini. / Per mezzo di lui infatti possiamo presentarci, gli uni e gli altri, / al Padre in un solo Spirito.
Così dunque voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, avendo come pietra d’angolo lo stesso Cristo Gesù. In lui tutta la costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore; in lui anche voi venite edificati insieme per diventare abitazione di Dio per mezzo dello Spirito.
VANGELO
Lettura del Vangelo secondo Matteo
Mt 3, 13-17
In quel tempo. Il Signore Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare.
Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».
Il Tempo di Natale si chiude oggi con la festa liturgica del Battesimo del Signore Gesù: questo momento dà ufficialmente il via alla missione del Messia e alla sua predicazione, compiendo così nello stesso tempo il cammino e la missione di Giovanni il Battista.
Il brando del Secondo Isaia, che fa da prima lettura a questa celebrazione, è da collocare, nella storia d’Israele, nel tempo dell’esilio in Babilonia e, quindi, nella lontananza da Sion e da Gerusalemme visti come lontane, sì, ma non troppo: in particolare in questi versetti tratti dal capitolo 55, celebre per le parole qui non riportate “come la pioggia e la neve…” sull’efficacia della Parola divina, si fa riferimento a un principe e sovrano sulle nazioni. Noi vediamo in questa figura lo stesso Gesù che si presenta a noi, oggi, più come “Figlio Amato” che come Messia liberatore e Salvatore. Ma l’immagine del ritorno al Signore, probabilmente, è la più efficace e suggestiva: “Cercate il Signore mentre si fa trovare… perché il nostro Dio largamente perdona”. Ecco spiegato il motivo della speranza che rinasce e della possibilità di sentire e sapere che il Signore è vicino: la sua misericordia, il suo perdono largo.
Paolo apostolo nella sua lettera alla comunità di Efeso ricorda come il mistero della pasqua di Gesù compie un’unità in tutto il popolo e in tutti quelli che lo accolgono come Messia e Salvatore: grazie all’opera di riconciliazione compiuta dall’uomo della croce possiamo riconoscerci fratelli e sorelle in forza della stessa appartenenza alla Chiesa. Il tasto su cui più preme Paolo è il dono della pace: tale dono è il frutto dell’accoglienza dell’opera di Gesù per mezzo dello Spirito che abita nella sua Chiesa e a noi donato attraverso i sacramenti; questo dono ci rende creature nuove, capaci di evitare il male e fare il bene e riconoscere che c’è un “male che fa male” e un “bene che fa bene”. Solo così possiamo diventare ed essere “concittadini dei santi e familiari di Dio”.
Gesù ci fa vedere concretamente come si diventa “concittadini dei santi e familiari di Dio” attraverso il suo battesimo per le mani di Giovanni il Battista. Di fronte alla perplessità del profeta che non vuole che il Messia compia questo gesto di sottomissione e di purificazione per mano sua, il Signore risponde richiamandosi alla giustizia di Dio: “conviene che adempiamo ogni giustizia”. Che cos’è la giustizia di Dio invocata da Gesù? È prima di tutto compiere la sua opera che è sempre opera di salvezza per ogni uomo e per il mondo intero: noi possiamo vedere nella vita di Gesù il compimento della giustizia divina per come davvero è, e non per come la intendiamo e la invochiamo molte volte noi secondo il nostro personale e troppo mondano modo di intenderla! Le parole che chiudono la scena, direttamente riferite al Padre, ci confermano che questa missione e quest’opera è una missione e un’opera d’amore: “Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento”. Solo se rimaniamo sotto questa mano paterna, solo se teniamo nel cuore e nella mente che siamo, come Gesù, figli amati, potremo compiere i passi necessari per sentirci meno soli, più comunità, capaci di amare perché amati per primi!
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