“Attorno a Gesù: i personaggi della Passione” spunti di riflessione per la visita alle 7 chiese, sabato 26 marzo 2016
Quante persone ci sono intorno a Gesù negli ultimi istanti della sua vita? Stando al racconto di Matteo che abbiamo seguito in questi giorni sono davvero tanti e ciascuno, singolarmente o in gruppo, ha un modo particolare di rapportarsi all’Uomo della Croce.
- PIETRO: assomiglia molto al nostro modo di essere discepoli, pronti a fare grandi proclami, pronti a fare sacrifici… fin quando davanti ad altri ci dobbiamo mettere la faccia e questo può costare tanto; ammiriamo il primo degli Apostoli che è aperto alla testimonianza di Gesù, aperto all’azione dello Spirito… ma è come se il seme, abbondante, cadesse ancora su un cuore che assomiglia a un campo non pronto, pieno di pietre e di rovi, pronti a soffocare i facili entusiasmi. Il suo piano, amaro, è certamente liberatorio: addirittura nella Passione secondo Luca si dice che Pietro incroci lo sguardo di Gesù nel momento stesso del canto del gallo.
- GIUDA: non condanniamolo senza appello! In una famosa omelia del giovedì santo del 1958 don Primo Mazzolari osò definirlo “nostro fratello Giuda”; e, in effetti, quante volte siamo affratellati dal tradimento, quante volte alla porta del nostro cuore è pronto e ci insidia l’istinto di vendere e svendere qualcuno, qualcosa, un valore, la vita stessa, nostra o del nostro prossimo. Giuda non cerca Gesù dopo averlo tradito e questo è stato il suo peccato, questa è stata la sua condanna: essere rimasto nella solitudine del suo male e del suo peccato che lo ha divorato lanciandolo in un baratro senza fondo.
- CAIFA E, INSIEME A LUI, I CAPI DEI SACERDOTI E TUTTO IL SINEDRIO: sono l’immagine di chi custodisce non tanto un dono ma un potere; il timore che Gesù sia davvero Figlio di Dio e Messia li porta sempre più lontano da Dio, pronti ad andare contro la legge stessa (“Non dire falsa testimonianza”, “Non uccidere”). Chi intende seguire Gesù o stare nella Chiesa come un potere o un privilegio assomiglia proprio a Caifa e a “tutto il gruppo”.
- PILATO: anche questo personaggio incrocia Gesù nel momento terribile della sua condanna a morte; noi lo conosciamo perché ha tentato di salvarlo, ma ci ricordiamo di lui soprattutto per il gesto di “lavarsene le mani”, gesto di rinuncia alla sua responsabilità e di presa di distanza da un mondo nel quale il governatore romano non si riconosce. A nulla è valso neanche l’appello della moglie che lo aveva pregato di “non avere a che fare con quel giusto”: la donna aveva visto giusto e, forse, anche Pilato ma… le “ragioni di stato” hanno prevalso.
- POPOLO: è sempre difficile capire cosa vuole il popolo, una massa di gente che è facile influenzare e corrompere anche per poche cose. Nel caso di Gesù è stato semplice perché i capi del popolo, coloro che dovrebbero fare il bene del popolo, hanno “sobillato” la folla e hanno fatto ricadere su di essa la sentenza e la condanna. Le parole, se ci pensiamo bene, sono terribili: “Sia crocifisso!”, e poi “Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli”. Specialmente quest’ultima suona proprio come una maledizione!
- CENTURIONE E GUARDIE: attenti a ciò che accada intorno a loro, vedono nei segni e nella morte di Gesù di Nazareth una testimonianza ed esprimono, unici tra tutti quelli che sono sul Calvario in quel momento, la prima professione di fede: “Davvero costui era Figlio di Dio!”. Ci deve far pensare questo fatto: gli unici ad accorgersi di chi è morto sulla croce sono stati stranieri, lontani dalla fede, pagani, gente addirittura odiata dal popolo depositario dell’Alleanza e delle promesse.
- DONNE E GIUSEPPE: solo un gruppetto, ai piedi della croce, è là perché vuole bene a Gesù; sono donne che lo hanno seguito per servirlo, esprimendo così una riconoscenza al Maestro capace di farle resistere anche di fronte a quello “spettacolo” e a prendersi cura delle sue spoglie mortali. Anche Giuseppe d’Arimatea, un ricco suo discepolo, esprime pietà per Gesù e per la sua morte donandogli, provvisoriamente, quel sepolcro nuovo che vedrà, per primo, rifiorire la vita. Le donne e Giuseppe sono gli unici che assistono agli avvenimenti davvero addolorati e preoccupati per il loro Maestro.
Lascia un commento