La Parola che conta: Domenica 25 dicembre 2022 (rito ambrosiano)
Natale del Signore
Solennità
LETTURA Is 8, 23b – 9, 6a
Lettura del profeta Isaia
In passato il Signore Dio umiliò la terra di Zàbulon e la terra di Nèftali, ma in futuro renderà gloriosa la via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti. Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse. Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia. Gioiscono davanti a te come si gioisce quando si miete e come si esulta quando si divide la preda. Perché tu hai spezzato il giogo che l’opprimeva, la sbarra sulle sue spalle, e il bastone del suo aguzzino, come nel giorno di Madian. Perché ogni calzatura di soldato che marciava rimbombando e ogni mantello intriso di sangue saranno bruciati, dati in pasto al fuoco. Perché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il potere e il suo nome sarà: Consigliere mirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace. Grande sarà il suo potere e la pace non avrà fine sul trono di Davide e sul suo regno, che egli viene a consolidare e rafforzare con il diritto e la giustizia, ora e per sempre.
SALMO Sal 95 (96)
Oggi è nato per noi il Salvatore.
Cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome,
annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie. R
Gioiscano i cieli, esulti la terra,
risuoni il mare e quanto racchiude;
sia in festa la campagna e quanto contiene,
acclamino tutti gli alberi della foresta. R
Acclamino davanti al Signore che viene:
sì, egli viene a giudicare la terra;
giudicherà il mondo con giustizia
e nella sua fedeltà i popoli. R
EPISTOLA Eb 1, 1-8a
Lettera agli Ebrei
Fratelli, Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha stabilito erede di tutte le cose e mediante il quale ha fatto anche il mondo. Egli è irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza, e tutto sostiene con la sua parola potente. Dopo aver compiuto la purificazione dei peccati, sedette alla destra della maestà nell’alto dei cieli, divenuto tanto superiore agli angeli quanto più eccellente del loro è il nome che ha ereditato. Infatti, a quale degli angeli Dio ha mai detto: «Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato»? E ancora: «Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio»? Quando invece introduce il primogenito nel mondo, dice: «Lo adorino tutti gli angeli di Dio». Mentre degli angeli dice: «Egli fa i suoi angeli simili al vento, e i suoi ministri come fiamma di fuoco», al Figlio invece dice: «Il tuo trono, Dio, sta nei secoli dei secoli».
VANGELO Lc 2, 1-14
✠ Lettura del vangelo secondo LucaIn quei giorni. Un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio. C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».
Tre parole ci vengono incontro nel giorno del Natale di Gesù.
Una parola PROFETICA che riguarda il futuro: noi siamo un po’ sempre spaventati del futuro e delle previsioni, ma la Parola di Dio ci rassicura! Perché le tenebre saranno vinte e regnerà la vera pace: colui che viene, che nascerà, sarà per noi figlio e avrà dei titoli speciali, capaci di suscitare in noi speranza, fiducia, rinnovata fede nel Dio dei nostri Padri. Noi riconosciamo in questo figlio annunciato dalla profezia di Isaia Gesù, il Salvatore Cristo Signore.
Una parola APOSTOLICA che riguarda il presente: l’autore della Lettera agli Ebrei ci ricorda come la profezia antica, anche quella che abbiamo letto o ascoltato poco sopra, si è avverata “in questi giorni, (nei quali) ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha stabilito erede di tutte le cose e mediante il quale ha fatto anche il mondo”. Ci conferma, in sostanza, quanto detto da Dio per bocca di Isaia. Tra i vari “titoli” che Gesù assume ce n’è uno che cogliamo al volo e ci parla in maniera chiara: “tutto sostiene con la sua parola potente“. Dunque Gesù è il Verbo incarnato, quella parola potente che ci sostiene, ci guida, proprio come annunciato dal salmo 118: “Lampada ai miei passi, Signore, è la tua parola: luce al mio cammino“. Possiamo scorgere nella vita dei santi (per esempio in santo Stefano, domani) quanto compie Gesù e la sua Parola.
Una parola che diventa STORIA: il racconto di Luca ci inserisce nella concretezza delle vicende della nascita di Gesù, nel mondo di allora. Ma quel mondo, quella storia, è mondo e storia “piccola” in confronto alla grandezza della nascita del Salvatore! La vera storia, quella che arriva ai giorni nostri, storia sacra abitata da Dio, è quella di Giuseppe, Maria, dei pastori e dei Magi… tutte persone che hanno accolto nella loro vita quella parola potente che sostiene.
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