La Parola che conta: Martedì 8 ottobre 2019
Martedì della settimana della VI Domenica dopo il martirio di San Giovanni il Precursore
Memoria facoltativa di S. Anselmo di Lucca, vescovo
EPISTOLA 1Tm 1, 18 – 2, 7
Prima lettera di san Paolo apostolo a Timòteo
Questo è l’ordine che ti do, figlio mio Timòteo, in accordo con le profezie già fatte su di te, perché, fondato su di esse, tu combatta la buona battaglia, conservando la fede e una buona coscienza. Alcuni, infatti, avendola rinnegata, hanno fatto naufragio nella fede; tra questi Imeneo e Alessandro, che ho consegnato a Satana, perché imparino a non bestemmiare. Raccomando dunque, prima di tutto, che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che stanno al potere, perché possiamo condurre una vita calma e tranquilla, dignitosa e dedicata a Dio. Questa è cosa bella e gradita al cospetto di Dio, nostro salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità. Uno solo, infatti, è Dio e uno solo anche il mediatore fra Dio e gli uomini, l’uomo Cristo Gesù, che ha dato se stesso in riscatto per tutti. Questa testimonianza egli l’ha data nei tempi stabiliti, e di essa io sono stato fatto messaggero e apostolo – dico la verità, non mentisco –, maestro dei pagani nella fede e nella verità.
SALMO Sal 144 (145)
Ti benedicano, Signore, i tuoi fedeli.
Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature. R
Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza. R
Per far conoscere agli uomini le tue imprese
e la splendida gloria del tuo regno.
Il tuo regno è un regno eterno,
il tuo dominio si estende per tutte le generazioni. R
VANGELO Lc 21, 10-19
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca
In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo. Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né contro battere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».
Conservare la fede: il tema serio del brano della lettera di Paolo al discepolo e figlio spirituale Timoteo è questo; un tema che accomuna l’esperienza credente di ogni discepolo, nel tempo e nella storia. Ma conservare la fede non è qualcosa di stabile, una volta per tutte: la fede si conserva praticandola, lasciandosi raggiungere dal suo dono e, nello stesso tempo, lasciare che essa alimenti la preghiera e la carità.
Il Vangelo di oggi è tremendamente attuale nel suo descrivere un mondo un subbuglio: lo stile apocalittico dei tempi di Gesù ben si addice all’oggi. Ma un discepolo, come fa a non “perdere la fede”? L’occasione di dare testimonianza coglie il discepolo impreparato, sì, ma comunque affidato alla forza che gli viene dal Padre; e quello che viene richiesta è la perseveranza, cioè rimanere nel suo abbraccio benedicente.
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