Omelia nella “Messa del discepolo” Giovedì santo 18 aprile 2019
Messa del Discepolo e rito della Lavanda dei piedi
Parrocchia Buon Pastore, Giovedì santo 18 aprile 2019
(Letture: 1Cor 11, 2-34; Gv 13, 1-15)
In questa celebrazione siamo invitati a scegliere da che parte stare: proprio così! Perché questa celebrazione, che si intitola “Messa del discepolo”, ci interpella in prima persona, interpella ciascuno di noi in questo giorno così importante per Gesù e per ciascuno di noi.
Dico questo perché oggi Gesù dona se stesso e lo fa attraverso la lavanda dei piedi, inserita nell’Ultima Cena. A partire da questo dono, che ci coinvolge in prima persona (anche fisicamente), ognuno di noi oggi riceve la possibilità di essere “dei suoi”, oppure no.
Come possiamo deciderci per Gesù? La lettura dell’apostolo Paolo ci da un preziosissimo suggerimento. Proprio descrivendo come i primi cristiani si radunavano per mangiare “la cena del Signore”, Paolo ricorda con forza un criterio importantissimo: “Perciò, fratelli miei, quando vi radunate per la cena, aspettatevi gli uni gli altri”. Cosa significa? Significa che bisogna vincere la tentazione di escludere questo o quello, di considerarci migliori degli altri, di andare avanti per la nostra strada e “chi c’è, c’è; chi non c’è, non c’è!”. No, questo un vero discepolo di Gesù non lo fa! Vivere da discepoli di Gesù ci chiede la pazienza di aspettarci, il desiderio di condividere, il coraggio di invitare a questa cena chi è lontano, assente, distratto…
Come possiamo deciderci per Gesù? Il brano di Vangelo di Giovanni descrive quello che abbiamo compiuto all’inizio della celebrazione: la lavanda dei piedi che Gesù ha fatto a tutti i suoi discepoli; a tutti: Giuda compreso! Questo gesto che non comprendiamo (e, anzi, ci viene da ridere al vederlo fare) perché è lontano dalla nostra cultura e dal nostro tempo, è commentato dallo stesso Gesù con queste parole: “Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. Vi ho dato infatti l’esempio”. Vivere da discepoli di Gesù ci chiede di prendere esempio da lui che non ha avuto paura di servire, che non ha avuto paura di abbassarsi, che non ha avuto paura di perdonare; così anche noi se non avremo paura di servire (la nostra famiglia, i nostri amici, il nostro paese, la nostra comunità…), se non avremo paura di abbassarci (cioè di considerarci umili), se non avremo paura di perdonare (che, in fondo, vuol dire amare davvero) saremo davvero discepoli di Gesù.
Allora, che cosa decidiamo di fare? Da che parte stiamo? Perché è chiaro: questo pomeriggio Gesù ci chiede di prendere con serietà il suo invito e il suo dono. Il suo invito: diventare come Lui servitori del Vangelo; il suo sono: la sua stessa vita, nel pane e nel vino. Accogliamo con fiducia questo invito e questo dono: saremo felici di essere con Gesù che promette di non abbandonarci mai, mai più!
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