La Parola che conta: Venerdì 15 febbraio 2019
Venerdì della settimana della V domenica dopo l’Epifania
LETTERA
Lettura del libro del Siracide 32, 1-13
Se ti hanno fatto capotavola, non esaltarti. / Compòrtati con gli altri come uno di loro. / Pensa a loro e poi mettiti a tavola; / quando avrai compiuto il tuo dovere, / accòmodati per far festa con loro / e ricevere complimenti per le tue buone maniere. / Parla, o anziano, poiché ti si addice, / ma con saggezza, e non disturbare la musica. / Quando c’è un’esecuzione non effonderti in chiacchiere, / e non fare il sapiente fuori tempo. / Sigillo di rubino su ornamento d’oro / è un concerto musicale in un banchetto. / Sigillo di smeraldo in una guarnizione d’oro / è la melodia dei canti unita alla dolcezza del vino. / Parla, o giovane, se c’è bisogno di te, / non più di due volte se sei interrogato. / Compendia il tuo discorso, molte cose in poche parole; / compòrtati come uno che sa e che tace a un tempo. / Fra i grandi non mostrarti presuntuoso, / e dove vi sono anziani, non ciarlare troppo. / Prima del tuono viene la folgore, / prima dell’uomo modesto viene la grazia. / All’ora stabilita àlzati e non restare per ultimo, / corri a casa e non indugiare. / Là divèrtiti e fa’ quello che ti piace, / ma non peccare con parole arroganti. / Per tutto ciò benedici chi ti ha creato, / chi ti colma dei suoi benefici.
SALMO
Sal 103 (104)
® Benedici il Signore, anima mia.
Benedici il Signore, anima mia!
Sei tanto grande, Signore, mio Dio!
Tu fai crescere l’erba per il bestiame
e le piante che l’uomo coltiva
per trarre cibo dalla terra. ®
Doni vino che allieta il cuore dell’uomo,
olio che fa brillare il suo volto
e pane che sostiene il suo cuore.
Sono sazi gli alberi del Signore,
i cedri del Libano da lui piantati. ®
® Benedici il Signore, anima mia.
Sia per sempre la gloria del Signore;
gioisca il Signore delle sue opere.
Voglio cantare al Signore finché ho vita,
cantare inni al mio Dio finché esisto.
A lui sia gradito il mio canto,
io gioirò nel Signore. ®
VANGELO
Lettura del Vangelo secondo Marco 8, 22-26
In quel tempo. Il Signore Gesù e i suoi discepoli giunsero a Betsàida, e gli condussero un cieco, pregandolo di toccarlo. Allora prese il cieco per mano, lo condusse fuori dal villaggio e, dopo avergli messo della saliva sugli occhi, gli impose le mani e gli chiese: «Vedi qualcosa?». Quello, alzando gli occhi, diceva: «Vedo la gente, perché vedo come degli alberi che camminano». Allora gli impose di nuovo le mani sugli occhi ed egli ci vide chiaramente, fu guarito e da lontano vedeva distintamente ogni cosa. E lo rimandò a casa sua dicendo: «Non entrare nemmeno nel villaggio».
C’È un’etica suggerita dalla fede anche per i momenti lieti e di festa? Certamente! Il testo odierno del Siracide fa delle raccomandazioni precise a chi tocca stare a capotavola, agli anziani, ai giovani: Tutto secondo lo spirito di comunità e di ringraziamento a Dio.
Gesù compie questa nuova guarigione fuori del villaggio, in disparte; e usa dei gesti che richiamano la creazione dell’uomo. Questo segno compiuto in due tempi che termina con la raccomandazione di tornare subito a casa ci suggerisce che i segni della presenza e della potenza di Gesù accompagnano la nostra vita e ci riconducono alla nostra quotidianità trasformati.
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