Omelia nella Notte di Natale (rito ambrosiano) 24/12/18
NATALE DEL SIGNORE
Solennità del Signore con ottava
Messa nella notte
Lettura
Lettura del profeta Isaia 2, 1-5
Alla fine dei giorni, / il monte del tempio del Signore / sarà saldo sulla cima dei monti / e s’innalzerà sopra i colli, / e ad esso affluiranno tutte le genti. / Verranno molti popoli e diranno: / «Venite, saliamo sul monte del Signore, / al tempio del Dio di Giacobbe, / perché ci insegni le sue vie / e possiamo camminare per i suoi sentieri». / Poiché da Sion uscirà la legge / e da Gerusalemme la parola del Signore. / Egli sarà giudice fra le genti / e arbitro fra molti popoli. / Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri, / delle loro lance faranno falci; / una nazione non alzerà più la spada / contro un’altra nazione, / non impareranno più l’arte della guerra. / Casa di Giacobbe, venite, / camminiamo nella luce del Signore.
Salmo
Sal 2
® Oggi la luce risplende su di noi.
Voglio annunciare il decreto del Signore.
Egli mi ha detto: «Tu sei mio figlio, io oggi ti ho generato.
Chiedimi e ti darò in eredità le genti
e in tuo dominio le terre più lontane». ®
E ora siate saggi, o sovrani,
lasciatevi correggere, o giudici della terra;
servite il Signore con timore
e rallegratevi con tremore. ®
«Io stesso ho stabilito il mio sovrano
sul Sion, mia santa montagna».
Beato chi in lui si rifugia. ®
Epistola
Lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati 4, 4-6
Fratelli, quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare quelli che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l’adozione a figli. E che voi siete figli lo prova il fatto che Dio mandò nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio, il quale grida: «Abbà! Padre!».
Vangelo
Lettura del Vangelo secondo Giovanni 1, 9-14
In quel tempo. / Veniva nel mondo la luce vera, / quella che illumina ogni uomo. / Era nel mondo / e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; / eppure il mondo non lo ha riconosciuto. / Venne fra i suoi, / e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto / ha dato potere di diventare figli di Dio: / a quelli che credono nel suo nome, / i quali, non da sangue / né da volere di carne / né da volere di uomo, / ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne / e venne ad abitare in mezzo a noi; / e noi abbiamo contemplato la sua gloria, / gloria come del Figlio unigenito / che viene dal Padre, / pieno di grazia e di verità.
Ci sono motivi diversi che ci hanno spinto a partecipare a questa solenne liturgia in quest’ora insolita, la metà della notte.
I cristiani “praticanti” sanno che questa celebrazione è la “Messa di Mezzanotte” nella quale si celebra la venuta nella carne del Figlio di Dio; i cristiani “non praticanti” sanno che questa celebrazione è suggestiva e ricca di significato: a loro diciamo il nostro benvenuti e ritrovati e diciamo anche che questa è la notte in cui nasce il festeggiato, è la notte del Natale di Gesù.
Dunque a diverso “titolo” siamo riuniti, ma tutti spinti a celebrare un bimbo che nasce. Siamo qui come proclama il profeta Isaia, siamo qui in Chiesa perché questo è il “monte del Signore”, siamo qui per ricevere la sua Parola e le sue indicazioni: proprio come Luce nasce questo bambino e illumina ogni uomo e ogni donna, anche quelli che giacciono nelle tenebre e nell’ombra di morte. Solo quando c’è luce, soprattutto dentro di noi, possiamo camminare sicuri nella vita; solo quando riconosciamo che noi diventiamo luce quando la riceviamo dal bimbo che nasce possiamo credere che questo tempo, proprio come dice il profeta, è il tempo della pace, perché l’arte della guerra, l’arte del farci guerra non esisterà più. Se vogliamo comprendere e verificare se questa piccola luce, la luce di Gesù messia si è accesa dentro di noi, possiamo chiederci: quali sentimenti e quali certezze ci sono nel mio cuore? Verso cosa sono spinto? Verso la pace o verso la guerra?
Se veniamo da cammini diversi e siamo stati spinti a questa notte per motivi diversi, una cosa ci rende tutti comunemente simili: l’essere fratelli e sorelle nel nome di questo bambino che è nato. Paolo ai Galati lo ricorda con parole chiare: “E che voi siete figli lo prova il fatto che Dio mandò nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio, il quale grida: «Abbà! Padre!»”. Questa comunanza a volte la diamo per scontata e a volte la leghiamo unicamente a fattori umani, come l’andare d’accordo, l’amicizia, la parentela… in realtà l’essere fratelli e sorelle in Gesù è un legame ancora più profondo, spirituale: forse dobbiamo chiedere al bimbo che è nato, questa notte, di riscoprire al centro della nostra vita, al centro del nostro cuore, non noi stessi e tutto quello che siamo, ma la presenza dello Spirito che ci rende davvero quello che siamo, fratelli e sorelle nel bimbo Gesù e amati dal Padre.
E questo fatto, questa certezza di poter essere e diventare figli di Dio è proprio detta dal solenne brano di Giovanni. Quale regalo fa a ciascuno di noi il bimbo che nasce questa notte? Ci regala il potere di diventare figli di Dio, appunto. E quale caratteristica ha questo “potere”? Anzitutto non è un potere di dominio, né su noi stessi e nemmeno sugli altri: ci pensa già il potere del mondo a fare questo! Questo potere è un potere che si attiva quando io metto in gioco la mia libertà e decido di “lasciarmi amare e fare” dallo Spirito: perché se si è figli di Dio a partire dal battesimo, lo si diventa ogni giorno ascoltando la voce dello Spirito, la voce della coscienza che parla in noi, illuminata e guidata proprio dalla luce del bimbo che è nato. E questa luce non è abbagliante, la è luce gentile che guida, accompagna e scalda.
Chiediamo al bimbo che è nato di portare nella nostra vita e nelle nostre case questo “potere di diventare figli di Dio”, perché la nostra vita sia un Natale ogni giorno.
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