Omelia nella I Domenica dopo la Dedicazione del Duomo (B), 28/10/18
I DOMENICA DOPO LA DEDICAZIONE
Il mandato missionario – Giornata missionaria mondiale
LETTURA
Lettura degli Atti degli Apostoli 8, 26-39
In quei giorni. Un angelo del Signore parlò a Filippo e disse: «Àlzati e va’ verso il mezzogiorno, sulla strada che scende da Gerusalemme a Gaza; essa è deserta». Egli si alzò e si mise in cammino, quand’ecco un Etìope, eunuco, funzionario di Candace, regina di Etiopia, amministratore di tutti i suoi tesori, che era venuto per il culto a Gerusalemme, stava ritornando, seduto sul suo carro, e leggeva il profeta Isaia. Disse allora lo Spirito a Filippo: «Va’ avanti e accòstati a quel carro». Filippo corse innanzi e, udito che leggeva il profeta Isaia, gli disse: «Capisci quello che stai leggendo?». Egli rispose: «E come potrei capire, se nessuno mi guida?». E invitò Filippo a salire e a sedere accanto a lui. Il passo della Scrittura che stava leggendo era questo: / «Come una pecora egli fu condotto al macello / e come un agnello senza voce innanzi a chi lo tosa, / così egli non apre la sua bocca. / Nella sua umiliazione il giudizio gli è stato negato, / la sua discendenza chi potrà descriverla? / Poiché è stata recisa dalla terra la sua vita».
Rivolgendosi a Filippo, l’eunuco disse: «Ti prego, di quale persona il profeta dice questo? Di se stesso o di qualcun altro?». Filippo, prendendo la parola e partendo da quel passo della Scrittura, annunciò a lui Gesù. Proseguendo lungo la strada, giunsero dove c’era dell’acqua e l’eunuco disse: «Ecco, qui c’è dell’acqua; che cosa impedisce che io sia battezzato?». Fece fermare il carro e scesero tutti e due nell’acqua, Filippo e l’eunuco, ed egli lo battezzò. Quando risalirono dall’acqua, lo Spirito del Signore rapì Filippo e l’eunuco non lo vide più; e, pieno di gioia, proseguiva la sua strada.
SALMO
Sal 65 (66)
® La tua salvezza, Signore, è per tutti i popoli.
Popoli, benedite il nostro Dio,
fate risuonare la voce della sua lode;
è lui che ci mantiene fra i viventi
e non ha lasciato vacillare i nostri piedi. ®
Venite, ascoltate, voi tutti che temete Dio,
e narrerò quanto per me ha fatto.
A lui gridai con la mia bocca,
lo esaltai con la mia lingua. ®
Sia benedetto Dio,
che non ha respinto la mia preghiera,
non mi ha negato la sua misericordia. ®
EPISTOLA
Prima lettera di san Paolo apostolo a Timòteo 2, 1-5
Carissimo, raccomando, prima di tutto, che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che stanno al potere, perché possiamo condurre una vita calma e tranquilla, dignitosa e dedicata a Dio. Questa è cosa bella e gradita al cospetto di Dio, nostro salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità. Uno solo, infatti, è Dio e uno solo anche il mediatore fra Dio e gli uomini, l’uomo Cristo Gesù.
VANGELO
Lettura del Vangelo secondo Marco 16, 14b-20
In quel tempo. Il Signore Gesù apparve agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto. E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.
Come si vive un cristianesimo “missionario”? Tornando sempre alle sue origini! La pagina degli Atti ci ricorda come il principio di ogni missione sia un principio spirituale che conduce là dove nessun avrebbe mai pensato: così il diacono Filippo è inviato in una strada deserta dove incontra un eunuco pieno di domande che arriva fino a battezzare. Davvero, nessuno è escluso dalla rivelazione e dal dono della fede, vissuto con grande trasporto e grande fiducia: la risposta alle domande di senso e di salvezza arrivano nel momento più impensabile e nelle circostanze meno prevedibili della vita e dell’esistenza. Dovremmo ripassare questa novità della nostra fede!
Anche Paolo nella sua lettera ricorda che il desiderio di Dio è tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità: ma questa verità non è qualcosa semplicemente da sapere, è una persona nella sua presenza reale e misteriosa, è lo stesso Gesù che si comunica a noi e che con la sua umanità piena porta la nostra umanità ad essere e diventare figlia del Padre.
La conclusione del vangelo di Marco ci pone di fronte all’invio apostolico e missionario di Gesù nei confronti degli Apostoli. A un esame di quanto rileva Gesù rispetto a chi è mandato, potremmo proprio dire che ha un bel fidarsi di chi è riconosciuto incredulo, duro di cuore e non pronto a riconoscere Gesù risorto: noi, al suo posto, non so se avremmo convintamente inviato in missione “soggetti” del genere! Eppure, Gesù da fiducia e li invia proprio perché l’opera missionaria non è l’opera del discepolo, nemmeno dell’apostolo: è l’opera stessa di Dio che si serve della fragilità dell’uomo incredulo e duro di cuore per far risplendere la sua potenza e il suo Spirito.
Essere missionari non è aver superato degli esami ma fidarsi dell’opera di Dio nella nostra vita e riconoscere, dentro e fuori di noi, che la fonte di ogni bene (azione, parola, progetto, desiderio, capacità…) è la forza dello Spirito che sostiene, invia, da coraggio.
Concluderei con una semplice preghiera che esprime tutto questo: “Signore, prendimi come sono, con i miei difetti, i miei peccati e le mie capacità;; ma fammi diventare come tu desideri“.
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