La Parola che conta: Sabato 15 settembre 2018

Sabato, Settimana della II Domenica dopo il martirio di s. Giovanni il Precursore
B. Vergine Maria Addolorata

 

LETTURA
Lettura del libro del Deuteronomio 12, 1-12
In quei giorni. Mosè disse: «Queste sono le leggi e le norme che avrete cura di mettere in pratica nella terra che il Signore, Dio dei tuoi padri, ti dà perché tu la possegga finché vivrete nel paese.
Distruggerete completamente tutti i luoghi dove le nazioni che state per scacciare servono i loro dèi: sugli alti monti, sui colli e sotto ogni albero verde. Demolirete i loro altari, spezzerete le loro stele, taglierete i loro pali sacri, brucerete nel fuoco le statue dei loro dèi e cancellerete il loro nome da quei luoghi.
Non farete così con il Signore, vostro Dio, ma lo cercherete nella sua dimora, nel luogo che il Signore, vostro Dio, avrà scelto fra tutte le vostre tribù, per stabilirvi il suo nome: là andrete. Là presenterete i vostri olocausti e i vostri sacrifici, le vostre decime, quello che le vostre mani avranno prelevato, le vostre offerte votive e le vostre offerte spontanee e i primogeniti del vostro bestiame grosso e minuto; mangerete davanti al Signore, vostro Dio, e gioirete voi e le vostre famiglie per ogni opera riuscita delle vostre mani e di cui il Signore, vostro Dio, vi avrà benedetti.
Non farete come facciamo oggi qui, dove ognuno fa quanto gli sembra bene, perché ancora non siete giunti al luogo del riposo e nel possesso che il Signore, vostro Dio, sta per darvi. Ma quando avrete attraversato il Giordano e abiterete nella terra che il Signore, vostro Dio, vi dà in eredità, ed egli vi avrà messo al sicuro da tutti i vostri nemici che vi circondano e abiterete tranquilli, allora porterete al luogo che il Signore, vostro Dio, avrà scelto per fissarvi la sede del suo nome quanto vi comando: i vostri olocausti e i vostri sacrifici, le vostre decime, quello che le vostre mani avranno prelevato e tutte le offerte scelte che avrete promesso come voto al Signore. Gioirete davanti al Signore, vostro Dio, voi, i vostri figli, le vostre figlie, i vostri schiavi, le vostre schiave e il levita che abiterà le vostre città, perché non ha né parte né eredità in mezzo a voi».

 

SALMO
Sal 95 (96)
®  Popoli tutti, date gloria al Signore!
Date al Signore, o famiglie dei popoli,
date al Signore gloria e potenza,
date al Signore la gloria del suo nome.
Portate offerte ed entrate nei suoi atri. ®
Prostratevi al Signore nel suo atrio santo.
Tremi davanti a lui tutta la terra.
Dite tra le genti: «Il Signore regna!».
È stabile il mondo, non potrà vacillare!
Egli giudica i popoli con rettitudine. ®
Gioiscano i cieli, esulti la terra,
risuoni il mare e quanto racchiude;
davanti al Signore che viene:
sì, egli viene a giudicare la terra;
giudicherà il mondo con giustizia
e nella sua fedeltà i popoli. ®

 

EPISTOLA
Lettera di san Paolo apostolo ai Romani 9, 25 – 10, 4
Fratelli, / esattamente come dice Osea: / «Chiamerò mio popolo quello che non era mio popolo / e mia amata quella che non era l’amata». / E avverrà che, nel luogo stesso dove fu detto loro: / «Voi non siete mio popolo», / là saranno chiamati figli del Dio vivente. / E quanto a Israele, Isaia esclama: / «Se anche il numero dei figli d’Israele / fosse come la sabbia del mare, / solo il resto sarà salvato; / perché con pienezza e rapidità / il Signore compirà la sua parola sulla terra».
E come predisse Isaia: / «Se il Signore degli eserciti / non ci avesse lasciato una discendenza, / saremmo divenuti come Sòdoma / e resi simili a Gomorra».
Che diremo dunque? Che i pagani, i quali non cercavano la giustizia, hanno raggiunto la giustizia, la giustizia però che deriva dalla fede; mentre Israele, il quale cercava una Legge che gli desse la giustizia, non raggiunse lo scopo della Legge. E perché mai? Perché agiva non mediante la fede, ma mediante le opere. Hanno urtato contro la pietra d’inciampo, come sta scritto: / «Ecco, io pongo in Sion una pietra d’inciampo / e un sasso che fa cadere; / ma chi crede in lui non sarà deluso».
Fratelli, il desiderio del mio cuore e la mia preghiera salgono a Dio per la loro salvezza. Infatti rendo loro testimonianza che hanno zelo per Dio, ma non secondo una retta conoscenza. Perché, ignorando la giustizia di Dio e cercando di stabilire la propria, non si sono sottomessi alla giustizia di Dio. Ora, il termine della Legge è Cristo, perché la giustizia sia data a chiunque crede.

 

VANGELO
Lettura del Vangelo secondo Luca 18, 31-34
In quel tempo. Il Signore Gesù prese con sé i Dodici e disse loro: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme, e si compirà tutto ciò che fu scritto dai profeti riguardo al Figlio dell’uomo: verrà infatti consegnato ai pagani, verrà deriso e insultato, lo copriranno di sputi e, dopo averlo flagellato, lo uccideranno e il terzo giorno risorgerà». Ma quelli non compresero nulla di tutto questo; quel parlare restava oscuro per loro e non capivano ciò che egli aveva detto.

 

Culto e leggere, religione e modo di vivere vanno di pari passo nella concezione anticotestamentaria che vede nel popolo d’Israele il popolo eletto, il popolo di Dio da Lui stesso scelto, guidato, istruito. Certamente il Signore vuole che il popolo Lo segua! La pena, altrimenti, è quella dell’infedeltà che diventa disfatta e perdita d’identità.

Paolo ai Romani cera di spiegare che il compimento della giustizia, l’essere popolo con una identità precisa vuol dire non solamente affidarsi alla legge, ma credere che il termine della legge è il Cristo, quindi i suoi comandamenti: il tema della giustizia dunque è strettamente legato a quello della fede.

Il breve brano di Luca ci porta alla decisione di compiere la sua missione salendo a Gerusalemme: il suo destino è quello di pagare per tutti per mezzo delle mani dei pagani, ma questo non sarà la fine! Certamente per i discepoli, di allora e di oggi, questo discorso risulta duro.

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