Omelia nella Solennità della Santissima Trinità (rito ambrosiano, B) 27/5/18

Santissima Trinita -Solennità del Signore
I Domenica dopo Pentecoste

LETTURA
Lettura del libro dell’Esodo 33, 18-23; 34, 5-7a
In quei giorni. Mosè disse al Signore: «Mostrami la tua gloria!». Rispose: «Farò passare davanti a te tutta la mia bontà e proclamerò il mio nome, Signore, davanti a te. A chi vorrò far grazia farò grazia e di chi vorrò aver misericordia avrò misericordia». Soggiunse: «Ma tu non potrai vedere il mio volto, perché nessun uomo può vedermi e restare vivo». Aggiunse il Signore: «Ecco un luogo vicino a me. Tu starai sopra la rupe: quando passerà la mia gloria, io ti porrò nella cavità della rupe e ti coprirò con la mano, finché non sarò passato. Poi toglierò la mano e vedrai le mie spalle, ma il mio volto non si può vedere».
Allora il Signore scese nella nube, si fermò là presso di lui e proclamò il nome del Signore. Il Signore passò davanti a lui, proclamando: «Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà, che conserva il suo amore per mille generazioni».

SALMO
Sal 62 (63)
® Ti ho cercato, Signore, per contemplare la tua gloria.
O Dio, tu sei il mio Dio, dall’aurora io ti cerco,
ha sete di te l’anima mia,
desidera te la mia carne
in terra arida, assetata, senz’acqua.
Così nel santuario ti ho contemplato,
guardando la tua potenza e la tua gloria. ®

Poiché il tuo amore vale più della vita,
le mie labbra canteranno la tua lode.
Così ti benedirò per tutta la vita:
nel tuo nome alzerò le mie mani. ®

Come saziato dai cibi migliori,
con labbra gioiose ti loderà la mia bocca.
Quando nel mio letto di te mi ricordo
e penso a te nelle veglie notturne,
a te che sei stato il mio aiuto,
esulto di gioia all’ombra delle tue ali. ®

EPISTOLA
Lettera di san Paolo apostolo ai Romani 8, 1-9b
Fratelli, non c’è nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù. Perché la legge dello Spirito, che dà vita in Cristo Gesù, ti ha liberato dalla legge del peccato e della morte. Infatti ciò che era impossibile alla Legge, resa impotente a causa della carne, Dio lo ha reso possibile: mandando il proprio Figlio in una carne simile a quella del peccato e a motivo del peccato, egli ha condannato il peccato nella carne, perché la giustizia della Legge fosse compiuta in noi, che camminiamo non secondo la carne ma secondo lo Spirito.
Quelli infatti che vivono secondo la carne, tendono verso ciò che è carnale; quelli invece che vivono secondo lo Spirito, tendono verso ciò che è spirituale. Ora, la carne tende alla morte, mentre lo Spirito tende alla vita e alla pace. Ciò a cui tende la carne è contrario a Dio, perché non si sottomette alla legge di Dio, e neanche lo potrebbe. Quelli che si lasciano dominare dalla carne non possono piacere a Dio.
Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi.

VANGELO
Lettura del Vangelo secondo Giovanni 15, 24-27
In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Se non avessi compiuto in mezzo a loro opere che nessun altro ha mai compiuto, non avrebbero alcun peccato; ora invece hanno visto e hanno odiato me e il Padre mio. Ma questo, perché si compisse la parola che sta scritta nella loro Legge: “Mi hanno odiato senza ragione”.
Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio».

La solennità della Santissima Trinità è l’occasione per riflettere su questo mistero di Dio e di quanto sia, nella nostra vita cristiana, una realtà viva e centrale.
Mi rifaccio ad una riflessione proposta a don Tonino bello, vescovo “in odore di santità”, fatta da don Vincenzo, un suo prete amico: “Io ai miei zingari sai come spiego il mistero di un solo Dio in tre Persone? Non parlo di uno più uno più uno: perché così fanno tre. Parlo di uno per uno per uno: e così fa sempre uno. In Dio, cioè, non c’è una Persona che si aggiunge all’altra e poi all’altra ancora. In Dio ogni Persona vive per l’altra. E sai come concludo? Dicendo che questo è uno specie di marchio di famiglia. Una forma di ‘carattere ereditario’ così dominante in ‘casa Trinità’ che, anche quando è sceso sulla terra, il Figlio si è manifestato come l’uomo per gli altri”.
Ecco, questo vivere per l’altra persona è fondamentale per comprendere e vivere il mistero della Trinità di Dio, che in fondo è mistero d’amore che si dona, è far circolare l’amore.
Questa rivelazione della Trinità divina ha avuto inizio nel Primo Testamento con lo svelamento solamente delle spalle dell’Altissimo. Il testo dell’Esodo parla chiaro: non si può vedere dio faccia a faccia e rimanere vivi! Viene in mente l’altro avvertimento del Creatore che, posti la donna e l’uomo nel giardino, concede tutto tranne dell’albero della conoscenza del bene e del male perché “certamente dovrai morire” (Gen 3, 16). Come interpretare questi ammonimenti? Certamente come un cammino che Dio, maestro e grande pedagogo dell’umanità, fa compiere per poter preparare il compimento della sua rivelazione sotto il segno di mistero della salvezza.
Proprio Paolo ai Romani ci indica quale cammino Dio ha inteso percorrere e farci percorrere: la “via dello Spirito”. E’ una via e una legge che libera dal peccato e dalla morte, proprio quel peccato e quella morte di cui ci aveva avvertito lo stesso Signore nella rivelazione antica: Gesù stesso diventando vero uomo ci ha permesso di diventare (o di riscoprire la nostra vera natura divina) vivi secondo lo Spirito e non secondo la carne. L’Apostolo ci ricorda, con semplicità, che dentro di noi si muovono forze che si combattono ma che vede la prevalenza, se ci fidiamo e affidiamo a Lui, del sono del suo Spirito di vita e di santità.
Gesù, infine, nel Vangelo ci ricorda che proprio questo Spirito ci è mandato come Consolatore e difensore, definito Spirito della verità che viene dal Padre. Nella vita della Trinità dunque regna l’amore vicendevole, la vita l’un per l’altro: questa è la grande testimonianza d’amore che ci dona il nostro Dio, questa è la stessa testimonianza che a noi è chiesto di dare come frutto di apertura a questo mistero d’amore, a questa circolazione del bene supremo nella quale possiamo rimanere, vivere e dimorare con la certezza di essere e di sentirci figli amati.

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