Omelia nella IV Domenica di Pasqua (B, rito ambrosiano) 22/4/18
IV DOMENICA DI PASQUA
LETTURA
Lettura degli Atti degli Apostoli 20, 7-12
Il primo giorno della settimana ci eravamo riuniti a spezzare il pane, e Paolo, che doveva partire il giorno dopo, conversava con loro e prolungò il discorso fino a mezzanotte. C’era un buon numero di lampade nella stanza al piano superiore, dove eravamo riuniti. Ora, un ragazzo di nome Èutico, seduto alla finestra, mentre Paolo continuava a conversare senza sosta, fu preso da un sonno profondo; sopraffatto dal sonno, cadde giù dal terzo piano e venne raccolto morto. Paolo allora scese, si gettò su di lui, lo abbracciò e disse: «Non vi turbate; è vivo!». Poi risalì, spezzò il pane, mangiò e, dopo aver parlato ancora molto fino all’alba, partì. Intanto avevano ricondotto il ragazzo vivo, e si sentirono molto consolati.
SALMO
Sal 29 (30)
® Ti esalto, Signore, perché mi hai liberato.
oppure
® Alleluia, alleluia, alleluia.
Signore, mio Dio,
a te ho gridato e mi hai guarito.
Signore, hai fatto risalire la mia vita dagli inferi,
mi hai fatto rivivere
perché non scendessi nella fossa. ®
Cantate inni al Signore, o suoi fedeli,
della sua santità celebrate il ricordo,
perché la sua collera dura un istante,
la sua bontà per tutta la vita.
Alla sera ospite è il pianto
e al mattino la gioia. ®
«Ascolta, Signore, abbi pietà di me,
Signore, vieni in mio aiuto!».
ai mutato il mio lamento in danza,
Signore, mio Dio, ti renderò grazie per sempre. ®
EPISTOLA
Prima lettera di san Paolo apostolo a Timòteo 4, 12-16
Carissimo, nessuno disprezzi la tua giovane età, ma sii di esempio ai fedeli nel parlare, nel comportamento, nella carità, nella fede, nella purezza. In attesa del mio arrivo, dèdicati alla lettura, all’esortazione e all’insegnamento. Non trascurare il dono che è in te e che ti è stato conferito, mediante una parola profetica, con l’imposizione delle mani da parte dei presbìteri. Abbi cura di queste cose, dèdicati ad esse interamente, perché tutti vedano il tuo progresso. Vigila su te stesso e sul tuo insegnamento e sii perseverante: così facendo, salverai te stesso e quelli che ti ascoltano.
VANGELO
Lettura del Vangelo secondo Giovanni 10, 27-30
In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai Giudei: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».
L’episodio degli Atti ha in se stesso due elementi da sottolineare: Paolo apostolo quando è “preso dal discorso” è un vero fiume in piena, inarrestabile (è anche da capire perché sono i primi passi della Chiesa che si sta formando e quindi occorrono molte parola, molte indicazioni per svelare il mistero della fede e formare la comunità); l’apostolo in se stesso ha dei doni anche taumaturgici, di guarigione fino alla risurrezione (certamente una risurrezione della carne segno di una più grande alla vita eterna).
Paolo istruisce il giovane presbitero Timoteo. Obiettivo di una disciplina così rigorosa è la salvezza propria e quella altrui. Non possiamo trascurare il fatto che insieme ci si perde o ci si salva: Solamente l’attenta vigilanza su se stessi da parte dei responsabili della comunità e il loro retto comportamento aiuta la crescita personale e comunitaria. Lo stesso beato Paolo VI, quando santo, diceva parecchi anni fa che il nostro tempo ascolta più volentieri i testimoni.
La reciproca conoscenza fa si che gregge e pastore camminano insieme: È sempre il dialogo quello che fa crescere, un dialogo che riconosce le differenze non pee dividere ma per camminare con giusto passo nel cammino della vita e della vita di fede. Il segreto dell’autorevolezza del Pastore sta nella sua comunione piena con il Padre: Egli sa che la sua missione risponde a un mandato e che quindi si svolge sicura solamente sotto lo sguardo del Padre. Per noi questo significa che possiamo affidarci completamente a questo Pastore, a questa guida sicura perché, ne siamo certi, dando la vita per noi non ci abbandona mai.
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