Omelia della Domenica nell’Ottava di Natale 31/12/2017 (rito ambrosiano)
DOMENICA NELL’OTTAVA DEL NATALE DEL SIGNORE
Lettura
Lettura del libro dei Proverbi 8, 22-31
La Sapienza grida: «Il Signore mi ha creato come inizio della sua attività, / prima di ogni sua opera, all’origine. / Dall’eternità sono stata formata, / fin dal principio, dagli inizi della terra. / Quando non esistevano gli abissi, io fui generata, / quando ancora non vi erano le sorgenti cariche d’acqua; / prima che fossero fissate le basi dei monti, / prima delle colline, io fui generata, / quando ancora non aveva fatto la terra e i campi / né le prime zolle del mondo.
Quando egli fissava i cieli, io ero là; / quando tracciava un cerchio sull’abisso, / quando condensava le nubi in alto, / quando fissava le sorgenti dell’abisso, / quando stabiliva al mare i suoi limiti, / così che le acque non ne oltrepassassero i confini, / quando disponeva le fondamenta della terra, / io ero con lui come artefice / ed ero la sua delizia ogni giorno: / giocavo davanti a lui in ogni istante, / giocavo sul globo terrestre, / ponendo le mie delizie tra i figli dell’uomo».
Salmo
Sal 2
® Oggi la luce risplende su di noi.
Voglio annunciare il decreto del Signore.
Egli mi ha detto: «Tu sei mio figlio, io oggi ti ho generato.
Chiedimi e ti darò in eredità le genti
e in tuo dominio le terre più lontane». ®
E ora siate saggi, o sovrani;
lasciatevi correggere, o giudici della terra;
servite il Signore con timore
e rallegratevi con tremore. ®
«Io stesso ho stabilito il mio sovrano
sul Sion, mia santa montagna».
Beato chi in lui si rifugia. ®
Epistola
Lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi 1, 13b. 15-20
Fratelli, il Figlio del suo amore è immagine del Dio invisibile, / primogenito di tutta la creazione, / perché in lui furono create tutte le cose / nei cieli e sulla terra, / quelle visibili e quelle invisibili: / Troni, Dominazioni, / Principati e Potenze.
Tutte le cose sono state create / per mezzo di lui e in vista di lui. / Egli è prima di tutte le cose / e tutte in lui sussistono. / Egli è anche il capo del corpo, della Chiesa. / Egli è principio, / primogenito di quelli che risorgono dai morti, / perché sia lui ad avere il primato su tutte le cose.
È piaciuto infatti a Dio / che abiti in lui tutta la pienezza / e che per mezzo di lui e in vista di lui / siano riconciliate tutte le cose, / avendo pacificato con il sangue della sua croce / sia le cose che stanno sulla terra, / sia quelle che stanno nei cieli.
Vangelo
Lettura del Vangelo secondo Giovanni 1, 1-14
In principio era il Verbo, / e il Verbo era presso Dio / e il Verbo era Dio. / Egli era, in principio, presso Dio: / tutto è stato fatto per mezzo di lui / e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita / e la vita era la luce degli uomini; / la luce splende nelle tenebre / e le tenebre non l’hanno vinta. / Venne un uomo mandato da Dio: / il suo nome era Giovanni. / Egli venne come testimone / per dare testimonianza alla luce, / perché tutti credessero per mezzo di lui. / Non era lui la luce, / ma doveva dare testimonianza alla luce. / Veniva nel mondo la luce vera, / quella che illumina ogni uomo. / Era nel mondo / e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; / eppure il mondo non lo ha riconosciuto. / Venne fra i suoi, / e i suoi non lo hanno accolto. / A quanti però lo hanno accolto / ha dato potere di diventare figli di Dio: / a quelli che credono nel suo nome, / i quali, non da sangue / né da volere di carne / né da volere di uomo, / ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne / e venne ad abitare in mezzo a noi; / e noi abbiamo contemplato la sua gloria, / gloria come del Figlio unigenito / che viene dal Padre, / pieno di grazia e di verità.
E’ questa la domenica dedicata alla sapienza (divina), alla riconciliazione e alla contemplazione.
Il libro dei Proverbi ci pone di fronte il mistero della Sapienza che dice di se stessa di essere collaboratrice nell’opera creatrice di Dio Padre; è chiaro come il sole che questa assistenza all’opera divina è fondamentale e rivela una verità di fede: il Padre ama non rimanere da solo e per questo motivo la Sapienza è figlio della sua stessa famiglia divina. Per questo motivo ritroviamo il linguaggio del gioco, dell’essere delizia, dello stare in mezzo agli uomini: non dimentichiamoci che questa Sapienza è Gesù stesso che dirà “Se non ritornerete come bambini…”, cioè se non ritroveremo quello stupore e quello sguardo filiale e di fiducia non potremo mai considerarci figli di Dio.
E questo Gesù che è Sapienza del Padre è venuto proprio per una missione precisa: “È piaciuto infatti a Dio / che abiti in lui tutta la pienezza / e che per mezzo di lui e in vista di lui / siano riconciliate tutte le cose, / avendo pacificato con il sangue della sua croce / sia le cose che stanno sulla terra, / sia quelle che stanno nei cieli”. Gesù viene per riconciliare in sé tutte le cose, per essere segno e strumento di comunione di fratellanza universale e di pace: e tutto questo pagandolo a caro prezzo, appunto, con il sangue della sua croce. Guardando a come è rappresentato il bambino Gesù nelle statue dei nostri presepi ci possiamo accorgere che egli è rappresentato con le braccia allargate e i piedi sovrapposti, come se prefigurasse il suo destino di Crocifisso.
Nostro compito, in questo tempo di Natale, è quello consegnatoci dall’evangelista Giovanni: “E il Verbo si fece carne / e venne ad abitare in mezzo a noi; / e noi abbiamo contemplato la sua gloria”. Dobbiamo contemplare con occhi di stupore la sua gloria che viene in mezzo a noi per darci il potere di diventare figli del Padre: solo occhi nuovi, pazienza nella contemplazione e comunione con Lui (anche quando le cose non vanno bene) possono aprire le vie nuove per poter pregare in verità la preghiera di Gesù e sentirla viva: “Padre nostro”.
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