Omelia del Natale del Signore (messa del giorno, rito ambrosiano) 25 dicembre 2017

Messa nel giorno

Lettura
Lettura del profeta Isaia 8, 23b-9, 6a
In passato il Signore Dio umiliò la terra di Zàbulon e la terra di Nèftali, ma in futuro renderà gloriosa la via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti.
Il popolo che camminava nelle tenebre / ha visto una grande luce; / su coloro che abitavano in terra tenebrosa / una luce rifulse. / Hai moltiplicato la gioia, / hai aumentato la letizia. / Gioiscono davanti a te / come si gioisce quando si miete / e come si esulta quando si divide la preda. / Perché tu hai spezzato il giogo che l’opprimeva, / la sbarra sulle sue spalle, / e il bastone del suo aguzzino, / come nel giorno di Madian. / Perché ogni calzatura di soldato che marciava rimbombando / e ogni mantello intriso di sangue / saranno bruciati, dati in pasto al fuoco.
Perché un bambino è nato per noi, / ci è stato dato un figlio. / Sulle sue spalle è il potere / e il suo nome sarà: / Consigliere mirabile, Dio potente, / Padre per sempre, Principe della pace. / Grande sarà il suo potere / e la pace non avrà fine / sul trono di Davide e sul suo regno, / che egli viene a consolidare e rafforzare / con il diritto e la giustizia, ora e per sempre.

 

Salmo
Sal 95 (96)
®   Oggi è nato per noi il Salvatore.
Cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome,
annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie. ®
Gioiscano i cieli, esulti la terra,
risuoni il mare e quanto racchiude;
sia in festa la campagna e quanto contiene,
acclamino tutti gli alberi della foresta. ®
Acclamino davanti al Signore che viene:
sì, egli viene a giudicare la terra;
giudicherà il mondo con giustizia
e nella sua fedeltà i popoli. ®

 

Epistola
Lettera agli Ebrei 1, 1-8a
Fratelli, Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha stabilito erede di tutte le cose e mediante il quale ha fatto anche il mondo.
Egli è irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza, e tutto sostiene con la sua parola potente. Dopo aver compiuto la purificazione dei peccati, sedette alla destra della maestà nell’alto dei cieli, divenuto tanto superiore agli angeli quanto più eccellente del loro è il nome che ha ereditato.
Infatti, a quale degli angeli Dio ha mai detto: / «Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato»?
E ancora: «Io sarò per lui padre / ed egli sarà per me figlio»? Quando invece introduce il primogenito nel mondo, dice: «Lo adorino tutti gli angeli di Dio».
Mentre degli angeli dice: «Egli fa i suoi angeli simili al vento, / e i suoi ministri come fiamma di fuoco», / al Figlio invece dice: «Il tuo trono, Dio, sta nei secoli dei secoli».

 

Vangelo
Lettura del Vangelo secondo Luca 2, 1-14
In quei giorni. Un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.
C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli / e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».

 

Sì, possiamo dirlo: è un festa di luce quella che stiamo vivendo, una festa di luce attesa da lungo tempo e preparata fin dai secoli antichi e ora rivelata dalla nascita prodigiosa di un bambino.

E’ una festa di luce perché illumina la storia e i secoli bui che la compongono. La storia antica del popolo d’Israele, fatta di slanci ma anche di infedeltà, fatta di conquiste ma anche di sconfitte, fatta di giuramenti solenni infranti su vane speranze. La storia dell’uomo che, nei secoli, ha visto passare sulla scena di questo mondo uomini e donne, pensieri e ideologie, credenze e falsi profeti: ognuno di loro aveva promesso di poter salvare il mondo, di avere la ricetta per un mondo perfetto, la garanzia di un regno stabile e duraturo. La nostra storia, quella di oggi, quella di questi giorni che vede tanti poteri, tani contrasti, tanti potenti intenti a spartirsi influenze, affari, flussi di denaro… Ma, come dice Isaia, la vera speranza è la nascita di un bambino, considerato figlio e fratello, capace di riunire intorno a sé una moltitudine di persone non perché potente per la potenza di questo mondo, ma credibile perché vive nel diritto e nella giustizia, quel diritto e quella giustizia che fanno di tutti un solo popolo che si riconosce per ciò che unisce e non per ciò che invece divide.

E’ una festa di luce che però non è semplice magia. Non è magia la potenza della Parola divina: è Parola che compie quello che dice, salva e perdona, giudica con giustizia e misericordia, non condanna se non in via definitiva il Male e soltanto il Male. Gesù è Parola che ci viene incontro, ora e sempre: è offerta del messaggio del Padre, messaggio di pace e di salvezza, messaggio che apre le porte al cielo e perché il cielo possa manifestarsi anche qui sulla nostra terra.

E’ una festa di luce che è una radice in un tempo preciso e una storia precisa. Solamente se riconosciamo che il Gesù della storia è il Cristo della nostra fede noi tutti possiamo festeggiare un Natale nella verità del suo messaggio, purificandolo da tutto quello che Natale non è, lasciano in secondo piano tutto quello che il mistero dell’Incarnazione adombra. Solo se riconosciamo che Gesù che nasce è quella rivoluzione della tenerezza tanto invocata da Papa Francesco, potremo dire di vivere un vero Natale del Signore, pronti a scambiarci quegli auguri più sentiti e più sinceri che potrebbero suonare così: “Rallegrati, fratello e sorella, il Signore Dio non si è dimenticato di noi! Egli viene e nasce nella carne per farci toccare con mano la tenerezza del Padre”. Auguri!

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