Omelia della I Domenica di Avvento B “La venuta del Signore” (rito ambrosiano) 12/11/2017

Domenica I di Avvento – ‘La venuta del Signore’ – Anno B

 

LETTURA
Lettura del profeta Isaia 24, 16b-23

Io dico: «Guai a me! / Guai a me! Ohimè!». / I perfidi agiscono perfidamente, / i perfidi operano con perfidia. / Terrore, fossa e laccio / ti sovrastano, o abitante della terra. / Avverrà che chi fugge al grido di terrore / cadrà nella fossa, / chi risale dalla fossa / sarà preso nel laccio, / poiché cateratte dall’alto si aprono / e si scuotono le fondamenta della terra. / A pezzi andrà la terra, / in frantumi si ridurrà la terra, / rovinosamente crollerà la terra. / La terra barcollerà come un ubriaco, / vacillerà come una tenda; / peserà su di essa la sua iniquità, / cadrà e non si rialzerà. / Avverrà che in quel giorno il Signore punirà / in alto l’esercito di lassù / e in terra i re della terra. / Saranno senza scampo incarcerati, / come un prigioniero in una prigione sotterranea, / saranno rinchiusi in un carcere / e dopo lungo tempo saranno puniti. / Arrossirà la luna, / impallidirà il sole, / perché il Signore degli eserciti regna / sul monte Sion e a Gerusalemme, / e davanti ai suoi anziani risplende la sua gloria.

 

SALMO
Sal 79 (80)

® Fa’ splendere il tuo volto, Signore, e noi saremo salvi.

Signore, Dio degli eserciti,
fino a quando fremerai di sdegno
contro le preghiere del tuo popolo? ®

Tu ci nutri con pane di lacrime,
ci fai bere lacrime in abbondanza.
Ci hai fatto motivo di contesa per i vicini
e i nostri nemici ridono di noi. ®

Dio degli eserciti, ritorna!
Guarda dal cielo e vedi e visita questa vigna,
proteggi quello che la tua destra ha piantato,
il figlio dell’uomo che per te hai reso forte. ®

Da te mai più ci allontaneremo,
facci rivivere e noi invocheremo il tuo nome.
Signore, Dio degli eserciti, fa’ che ritorniamo,
fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi. ®

 

EPISTOLA
Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 15, 22-28

Fratelli, come in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita. Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo. Poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo avere ridotto al nulla ogni Principato e ogni Potenza e Forza.
È necessario infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. L’ultimo nemico a essere annientato sarà la morte, perché ogni cosa ha posto sotto i suoi piedi.
Però, quando dice che ogni cosa è stata sottoposta, è chiaro che si deve eccettuare Colui che gli ha sottomesso ogni cosa. E quando tutto gli sarà stato sottomesso, anch’egli, il Figlio, sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa, perché Dio sia tutto in tutti.

 

VANGELO

Lettura del Vangelo secondo Marco 13, 1-27

In quel tempo.
Mentre il Signore Gesù usciva dal tempio, uno dei suoi discepoli gli disse: «Maestro, guarda che pietre e che costruzioni!». Gesù gli rispose: «Vedi queste grandi costruzioni? Non sarà lasciata qui pietra su pietra che non venga distrutta».
Mentre stava sul monte degli Ulivi, seduto di fronte al tempio, Pietro, Giacomo, Giovanni e Andrea lo interrogavano in disparte: «Di’ a noi: quando accadranno queste cose e quale sarà il segno quando tutte queste cose staranno per compiersi?».
Gesù si mise a dire loro: «Badate che nessuno v’inganni! Molti verranno nel mio nome, dicendo: “Sono io”, e trarranno molti in inganno. E quando sentirete di guerre e di rumori di guerre, non allarmatevi; deve avvenire, ma non è ancora la fine. Si solleverà infatti nazione contro nazione e regno contro regno; vi saranno terremoti in diversi luoghi e vi saranno carestie: questo è l’inizio dei dolori.
Ma voi badate a voi stessi! Vi consegneranno ai sinedri, sarete percossi nelle sinagoghe e comparirete davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro. Ma prima è necessario che il Vangelo sia proclamato a tutte le nazioni. E quando vi condurranno via per consegnarvi, non preoccupatevi prima di quello che direte, ma dite ciò che in quell’ora vi sarà dato: perché non siete voi a parlare, ma lo Spirito Santo. Il fratello farà morire il fratello, il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato.
Quando vedrete l’abominio della devastazione presente là dove non è lecito – chi legge, comprenda –, allora quelli che si trovano nella Giudea fuggano sui monti, chi si trova sulla terrazza non scenda e non entri a prendere qualcosa nella sua casa, e chi si trova nel campo non torni indietro a prendersi il mantello. In quei giorni guai alle donne incinte e a quelle che allattano!
Pregate che ciò non accada d’inverno; perché quelli saranno giorni di tribolazione, quale non vi è mai stata dall’inizio della creazione, fatta da Dio, fino ad ora, e mai più vi sarà. E se il Signore non abbreviasse quei giorni, nessuno si salverebbe. Ma, grazie agli eletti che egli si è scelto, ha abbreviato quei giorni.
Allora, se qualcuno vi dirà: “Ecco, il Cristo è qui; ecco, è là”, voi non credeteci; perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti e faranno segni e prodigi per ingannare, se possibile, gli eletti. Voi, però, fate attenzione! Io vi ho predetto tutto.
In quei giorni, dopo quella tribolazione, / “il sole si oscurerà, / la luna non darà più la sua luce, / le stelle cadranno dal cielo / e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte”.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo».

 

“E’ il tempo dell’attesa, è l’alba della vita”: si esprime così un canto di Avvento. Iniziamo questo itinerario spirituale che toccherà, di nuovo, il nostro cuore e la nostra anima perché saremo pronti a ricevere il dono che viene dal cielo: la tenerezza di Dio.

Lo facciamo mettendoci alla scuola della Parola. Anzitutto di fronte al testo del profeta Isaia. Sono parole non facili: il linguaggio che ritroviamo, quello apocalittico, è poco comprensibile a noi contemporanei, più “giovani” di più di due millenni rispetto ai contemporanei del profeta. Sono però colpito da un paragone interessante: perfidi e anziani vanno incontro a due destini differenti. I perfidi, coloro che hanno fatto del mondo il loro possesso e delle cose del mondo il loro fine, vedono la loro rovina nelle disgrazie e nelle calamità che gli si abbattono contro; per contro iìgli anziani del Signore degli eserciti proprio perché non hanno disperato nel tempo dell’attesa possono gustare il mostrarsi della gloria del loro Dio sul monte Sion e a Gerusalemme. Potremmo chiederci: quale la nostra priorità? Quale la nostra preoccupazione? Perchè c’è una bella differenza, lo riconosciamo, tra confidare nel mondo e, invece, confidare nel Signore!

“In Cristo tutti riceveranno la vita”: la certezza comunicata dall’apostolo Paolo ai fedeli Corinzi illumina anche la nostra esistenza di fedeli. Gesù che viene è vita: in lui e grazie a lui noi non solo riceviamo in dono la vita eterna, ma anche la possibilità infinita di ricominciare, di essere riconciliati… Quasi fossero delle risurrezioni intermedie che ci preparano a quella definitiva. Gesù che viene è Signore del tempo: proprio affrontando la morte egli la sconfigge per sempre per noi (la società di oggi, invece, censura il tema della morte e ha paura del tempo che corre, che sfugge…). Gesù che viene è Signore della storia: egli solo sconfigge principati, potenze e forze dando alla sua Chiesa il compito di essere segno della sua presenza e principio della sua vittoria sul mondo.

Come dunque possiamo riconoscere Gesù? Anzitutto Gesù viene non nella menzogna: non è capace di non essere e non dire la verità, il suo messaggio è chiaro, la sua parola esplicita, semplice come quella di un bimbo. Gesù non viene nella violenza e nelle guerre: il Signore degli eserciti guida una battaglia, sì, ma spirituale, interiore, non materiale. Gesù non è nemmeno nelle calamità naturali: sono le opere dell’uomo a crollare, non quelle del Creatore; semmai la creazione si ribella allo sfruttamento da padroni degli uomini, dimentichi di essere semplicemente custodi e amministratori. Gesù è, invece, nello Spirito di fortezza e di sapienza per venire in soccorso a chi è nella prova e nella tribolazione: solamente esercitando la perseveranza noi possiamo sentire il suo aiuto cercato, invocato, accolto.

Qualche suggerimento “pratico” per questo tempo di Avvento che inizia:

1. Leggiamo quotidianamente il Vangelo chiedendoci: “Che cosa mi vuoi dire, Signore?”

2. Prendiamo più spesso il quotidiano cattolico Avvenire per farci aiutare ad avere una visione critica a cristiana su ciò che succede nel mondo

3. Esercitiamo la carità nella condivisione del cibo collaborando alla raccoltà viveri organizzata dalla Comunità pastorale

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