Natale: Messa vigiliare vespertina (rito ambrosiano), omelia – 24 dicembre 2016

MESSA  VIGILIARE  VESPERTINA  – inizia il Tempo di Natale

24 dicembre 2016

Lettura del profeta Isaia 7, 10-16

In quei giorni. Il Signore parlò ancora ad Acaz: «Chiedi per te un segno dal Signore, tuo Dio, dal profondo degli inferi oppure dall’alto». Ma Acaz rispose: «Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore». Allora Isaia disse: «Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta stancare gli uomini, perché ora vogliate stancare anche il mio Dio? Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele. Egli mangerà panna e miele finché non imparerà a rigettare il male e a scegliere il bene. Poiché prima ancora che il bimbo impari a rigettare il male e a scegliere il bene, sarà abbandonata la terra di cui temi i due re».

 

EPISTOLA 
Lettera agli Ebrei 10, 37-39

Fratelli, «ancora un poco, un poco appena, / e colui che deve venire, verrà e non tarderà. / Il mio giusto per fede vivrà»; / ma «se cede, non porrò in lui il mio amore». / Noi però non siamo di quelli che cedono, per la propria rovina, ma uomini di fede per la salvezza della nostra anima.

VANGELO 
Lettura del Vangelo secondo Matteo 1, 18-25

Così fu generato il Signore Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:
«Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: / a lui sarà dato il nome di Emmanuele», / che significa «Dio con noi». Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa; senza che egli la conoscesse, ella diede alla luce un figlio ed egli lo chiamò Gesù.

 

Gira per la Chiesa da diversi anni una strana “moda”: quella di cercare un segno che confermi che il mio pensiero, la mia visione delle cose, il mio considerare la Chiesa sia quella giusta. Ognuno la pensa come vuole su tanti argomenti dentro la Chiesa: abbiamo scambiato il diritto di parlare e di dire la nostra con il dovere, sacrosanto, di ascoltare invece la “lezione” del nostro Capo e Signore.

Quale lezione da questa sera ci da’, dunque?

La prima è, finalmente, un segno: Isaia riferisce al re, assediato da ben due re e ben due regni avversari (che però non hanno ancora preso Gerusalemme), che il Signore ha deciso “Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele”. In mezzo a difficoltà che sembrano insormontabili ecco che il segno più potente è la promessa di una nuova vita, al continuazione della discendenza con un nome specialissimo e da una donna specialissima: una vergine che concepisce e partorisce il Dio con noi.

La seconda lezione, però, richiede la nostra partecipazione. Perché la lettera agli Ebrei, ricordando ancora il profeta Isaia, ci ricorda che “ancora un poco, un poco appena, e colui che deve venire, verrà e non tarderà”. E a noi è richiesto di essere “uomini di fede”, cioè capaci di attendere e di credere questo Dio bambino.

La terza lezione viene da un uomo giusto: Giuseppe. Insieme a Maria compie la promessa di Dio e, attraverso il segno della nascita di Gesù (=“Dio Salva”) e l’esercizio del dono di una grande fede, ci fa dono del Dio vicino che “si immischia” nella nostra storia fatta di sogni, desideri e… anche di qualche incubo.

Abbiamo acceso le luci della nostra Chiesa all’inizio della celebrazione con la luce di Betlemme: proprio quella luce del mondo che brilla in una grotta e che ci consente di camminare insieme per le strade del nostro strano mondo così assetato di luce ma così altrettanto capace di lasciarsi affascinare dalle tenebre.

In questi giorni abbiamo fatto tanti preparativi per questo momento: uno di questi sarà stato la confessione, ricevere il perdono del Padre. Diceva papa Benedetto XVI: “La pulizia dell’anima che Gesù ci da’ nel sacramento della confessione ci aiuta ad avere una coscienza più svelta, più aperta e così anche di maturare spiritualmente e come persona umana”.

Se la nostra anima è pronta, allora possiamo dire oggi a Gesù che è nato, insieme ad un altro papa Giovanni Paolo I: “Quest’anima è disponibile a Cristo”. La nostra disponibilità a Gesù riaccenderà ora e sempre la luce della fede nelle nostre vite!

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