La Parola che conta: Lunedì 2 maggio 2016, VI di Pasqua, Sant’Atanasio vescovo e dottore della Chiesa
LETTURA
Lettura degli Atti degli Apostoli 28, 1-10
In quei giorni. Una volta in salvo, venimmo a sapere che l’isola si chiamava Malta. Gli abitanti ci trattarono con rara umanità; ci accolsero tutti attorno a un fuoco, che avevano acceso perché era sopraggiunta la pioggia e faceva freddo. Mentre Paolo raccoglieva un fascio di rami secchi e lo gettava sul fuoco, una vipera saltò fuori a causa del calore e lo morse a una mano. Al vedere la serpe pendergli dalla mano, gli abitanti dicevano fra loro: «Certamente costui è un assassino perché, sebbene scampato dal mare, la dea della giustizia non lo ha lasciato vivere». Ma egli scosse la serpe nel fuoco e non patì alcun male. Quelli si aspettavano di vederlo gonfiare o cadere morto sul colpo ma, dopo avere molto atteso e vedendo che non gli succedeva nulla di straordinario, cambiarono parere e dicevano che egli era un dio.
Là vicino vi erano i possedimenti appartenenti al governatore dell’isola, di nome Publio; questi ci accolse e ci ospitò con benevolenza per tre giorni. Avvenne che il padre di Publio giacesse a letto, colpito da febbri e da dissenteria; Paolo andò a visitarlo e, dopo aver pregato, gli impose le mani e lo guarì. Dopo questo fatto, anche gli altri abitanti dell’isola che avevano malattie accorrevano e venivano guariti. Ci colmarono di molti onori e, al momento della partenza, ci rifornirono del necessario.
SALMO
Sal 67 (68)
® Cantiamo al Signore e inneggiamo al suo nome.
oppure
® Alleluia, alleluia, alleluia.
Sorga Dio e siano dispersi i suoi nemici
e fuggano davanti a lui quelli che lo odiano.
Come si dissolve il fumo, tu li dissolvi;
come si scioglie la cera di fronte al fuoco,
periscono i malvagi davanti a Dio. ®
I giusti invece si rallegrano,
esultano davanti a Dio
e cantano di gioia.
Cantate a Dio, inneggiate al suo nome,
esultate davanti a lui. ®
Padre degli orfani e difensore delle vedove
è Dio nella sua santa dimora.
A chi è solo, Dio fa abitare una casa,
fa uscire con gioia i prigionieri. ®
VANGELO
Lettura del Vangelo secondo Giovanni 13, 31-36
In quel tempo. Quando Giuda Iscariota fu uscito, il Signore Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».
Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi».
Il viaggio di Paolo verso Roma affronta numerose difficoltà nelle quali può offrire la sua testimonianza di apostolo e di discepolo di Cristo. Da una parte i suoi custodi o interlocutori hanno un po’ di diffidenza nei suoi confronti (vedi il commento al morso della serpe); dall’altra Paolo non si sottrae alla fatica, all’incontro, alla parola, alla preghiera per ottenere il bene di chi gli sta di fronte. In questo l’Apostolo è esempio mirabile di perseveranza nella fede anche per noi.
Gesù ci raccomanda di amarci gli uni gli altri come Lui ci ha amati per primo: ci chiede, in sostanza, di non mettere in croce il nostro prossimo, ma di salire noi sulla croce per il nostro prossimo! Proprio come Lui ha fatto, ricordandoci però che se la croce, gloria di Dio, è il massimo dell’espressione dell’amore, non è l’ultima parola perché c’è l’attesa e la risurrezione: noi guardiamo e contempliamo la gloria di un crocifisso risorto!
Lascia un commento