La Parola che conta: Mercoledì 13 aprile 2016, III di Pasqua

LETTURA

Lettura degli Atti degli Apostoli 8, 18-25

In quei giorni. Simone, vedendo che lo Spirito veniva dato con l’imposizione delle mani degli apostoli, offrì loro del denaro dicendo: «Date anche a me questo potere perché, a chiunque io imponga le mani, egli riceva lo Spirito Santo». Ma Pietro gli rispose: «Possa andare in rovina, tu e il tuo denaro, perché hai pensato di comprare con i soldi il dono di Dio! Non hai nulla da spartire né da guadagnare in questa cosa, perché il tuo cuore non è retto davanti a Dio. Convèrtiti dunque da questa tua iniquità e prega il Signore che ti sia perdonata l’intenzione del tuo cuore. Ti vedo infatti pieno di fiele amaro e preso nei lacci dell’iniquità». Rispose allora Simone: «Pregate voi per me il Signore, perché non mi accada nulla di ciò che avete detto». Essi poi, dopo aver testimoniato e annunciato la parola del Signore, ritornavano a Gerusalemme ed evangelizzavano molti villaggi dei Samaritani.

 

SALMO

Sal 32 (33)

®  Beato chi dimora, Signore, nel tuo tempio santo.

oppure

®  Alleluia, alleluia, alleluia.

Esultate, o giusti, nel Signore;

per gli uomini retti è bella la lode.

Lodate il Signore con la cetra,

con l’arpa a dieci corde a lui cantate. ®

Retta è la parola del Signore

e fedele ogni sua opera.

Egli ama la giustizia e il diritto;

dell’amore del Signore è piena la terra. ®

Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,

su chi spera nel suo amore,

per liberarlo dalla morte

e nutrirlo in tempo di fame. ®

 

VANGELO

Lettura del Vangelo secondo Giovanni 6, 1-15

In quel tempo. Il Signore Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo». Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato. Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.

 

Ciò che collega le due letture di oggi è l’errato approccio rispetto al “potere” che la fede può dare e dimostrare: negli Atti degli Apostoli Simone vuole avere il potere di effondere lo Spirito ed è disposto a pagare per averlo; nel Vangelo la folla è disposta a far diventare re Gesù dopo essere stata nutrita grazie alla moltiplicazione dei pani e dei pesci. 

Quale approccio è giusto, invece? E’ quello di chi, per fede, riceve la grazia di Dio in modo gratuito, senza che essa sia un oggetto di scambio: io do a Dio questo… per avere in cambio la sua potenza. Niente di più sbagliato c’è in questo ragionamento che segue la logica del mondo: solo grazie alla gratuità della missione di Gesù e alla forza del suo dono ogni uomo può credere in Lui e quindi accedere al Padre e ai suoi doni.

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