La Parola che conta: Martedì dell’ultima settimana dopo l’Epifania (21 febbraio)
Lettura del Vangelo secondo Marco 12,18-27
In quel tempo. Vennero dal Signore Gesù alcuni sadducei – i quali dicono che non c’è risurrezione – e lo interrogavano dicendo: «Maestro, Mosè ci ha lasciato scritto che, se muore il fratello di qualcuno e lascia la moglie senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello. C’erano sette fratelli: il primo prese moglie, morì e non lasciò discendenza. Allora la prese il secondo e morì senza lasciare discendenza; e il terzo ugualmente, e nessuno dei sette lasciò discendenza. Alla fine, dopo tutti, morì anche la donna. Alla risurrezione, quando risorgeranno, di quale di loro sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie». Rispose loro Gesù: «Non è forse per questo che siete in errore, perché non conoscete le Scritture né la potenza di Dio? Quando risorgeranno dai morti, infatti, non prenderanno né moglie né marito, ma saranno come angeli nei cieli. Riguardo al fatto che i morti risorgono, non avete letto nel libro di Mosè, nel racconto del roveto, come Dio gli parlò dicendo: “Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe”? Non è Dio dei morti, ma dei viventi! Voi siete in grave errore».
La realtà della risurrezione ci aiuta a pensare alla nostra vita come ad una piccola “ouverture” che si apre alla grande sinfonia della contemplazione di Dio Padre: essere “come angeli” vuol dire tornare alla nostra origine, cioé alla vita vera. E questo Gesù lo spiega bene oggi.
Viviamo la nostra piccola “ouverture” quotidiana!
Lascia un commento