Omelia dell’Ottava del Natale nella Circoncisione del Signore – 1° gennaio 2016 (rito ambrosiano)
OTTAVA DEL NATALE DEL SIGNORE
CIRCONCISIONE DEL SIGNORE
Oltre il Colle, 1° gennaio 2016
(Numeri 6, 22-27; Filippesi 2, 5-11; Luca 2, 18-21)
Quanti auguri ci siamo scambiati in queste ore? Un sacco… E con ogni mezzo di comunicazione: persino con la rivoluzione di internet e degli smartphone possiamo inviare e ricevere delle bellissime immagini e dei bellissimi video.
Perché è così importante festeggiare l’anno che viene e augurarci che sia migliore del passato? Riviviamo ogni anno questa suggestiva veglia, quasi temiamo il tempo che scorre e quasi sfugge dalle nostre mani: eppure è così importante celebrare un nuovo inizio.
Come possiamo farlo pensando alla nostra fede, al nostro rapporto con il Signore Gesù che in questi giorni ancora, insistente, è venuto a visitarci per rinnovare la memoria e l’affetto?
Il Signore ci garantisce, da millenni, la sua COMPAGNIA e la sua BENEDIZIONE: ogni anno il rito ci fa riascoltare le parole della benedizione sacerdotale di Aronne, la stessa che si tramanda di generazione in generazione per ricordare, ancora una volta, che il Signore è sempre presente è disponibile a dire una parola buona e a compiere un’opera incessante di custodia nei confronti di tutti i suoi figli. Chissà se ciascuno di noi sente vere per lui queste parole così sacre, antiche e solenni: sono parole non pronunciate da qualunque in un contesto comune… E chissà se ciascuno di noi è disposto ad essere compagnia e benedizione per chiunque incontrerà lungo i nuovi giorni che ci sono concessi.
Il mistero di Natale che stiamo celebrando ci consegna un dono inestimabile: quello di GESU’ VERO UOMO E VERO DIO. Paolo in questo inno ci esorta ad avere gli stessi sentimenti che furono del Figlio di Dio nato da Maria vergine: abbiamo sentito bene, sì, gli stessi sentimenti! Perché prima di fare qualcosa per dimostrare di essere cristiani, occorre sentire COME LUI, avere appunto i suoi stessi sentimenti. E come possiamo farlo? Semplicemente imparando ad avere confidenza, ogni giorno, con Gesù e la sua vita, la sua Parola, la sua missione… Il suo Vangelo. Abbiamo un bel dire di essere gli uni per gli altri servi! Ma se non impariamo perché esserlo (e possiamo solamente farlo imparando da Gesù: a sentire, a guardare, ad amare, a sopportare anche ciò che non va’…) il nostro entusiasmo si affievolisce presto perché non basta la nostra motivazione personale e la nostra forza morale. Prendiamo confidenza con il Vangelo ogni singolo giorno di questo nuovo anno per essere come Gesù.
Il Vangelo di oggi ci riconsegna tutta la BELLEZZA e la FRESCHEZZA del NATALE e delle sue conseguenze nel cuore e nella vita: basta guardare a quanto entusiasmo e quanta gioia dimostrano i pastori, ma anche Maria e Giuseppe che presentano Gesù al tempio per darGli il nome che segna la sua vita. Si conclude oggi l’Ottava del Natale, otto giorni dell’unica festa della nascita a di Gesù. È tempo di primi bilanci e primi passi in questo nuovo anno di grazia che ci è dato: cosa mi resta di questo Natale? Quale Parola profetica il Signore sento che mi vuole affidare? Cosa ho scritto scoperto o riscoperto di Lui? Volete una “prova del nove” per sapere se siete sulla strada giusta? Evaporati i “fumi” dei festeggiamenti (come i bellissimi fuochi d’artificio davanti ai quali ci si stupisce ma che lasciano dietro di sé una gran puzza e un grande fumo…) se dentro di noi rimane la stessa lode, lo stesso stupore, gli stessi sentimenti che furono di Maria, Giuseppe e dei pastori.
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