SANTO STEFANO, primo martire – 26 dicembre 2015 – Omelia (rito ambrosiano)
LITURGIA DELLA PAROLA
LETTURA
At 6, 8 – 7, 2a; 7, 51 – 8, 4
Il martirio di Stefano.
Lettura degli Atti degli Apostoli.
In quei giorni. 6,8Stefano, pieno di grazia e di potenza, faceva grandi prodigi e segni tra il popolo. 9Allora alcuni della sinagoga detta dei Liberti, dei Cirenei, degli Alessandrini e di quelli della Cilicia e dell’Asia, si alzarono a discutere con Stefano, 10ma non riuscivano a resistere alla sapienza e allo Spirito con cui egli parlava. 11Allora istigarono alcuni perché dicessero: «Lo abbiamo udito pronunciare parole blasfeme contro Mosè e contro Dio». 12E così sollevarono il popolo, gli anziani e gli scribi, gli piombarono addosso, lo catturarono e lo condussero davanti al sinedrio. 13Presentarono quindi falsi testimoni, che dissero: «Costui non fa che parlare contro questo luogo santo e contro la Legge. 14Lo abbiamo infatti udito dichiarare che Gesù, questo Nazareno, distruggerà questo luogo e sovvertirà le usanze che Mosè ci ha tramandato».
15E tutti quelli che sedevano nel sinedrio, fissando gli occhi su di lui, videro il suo volto come quello di un angelo.
7,1Disse allora il sommo sacerdote: «Le cose stanno proprio così?». 2Stefano rispose:
51«Testardi e incirconcisi nel cuore e nelle orecchie, voi opponete sempre resistenza allo Spirito Santo. Come i vostri padri, così siete anche voi. 52Quale dei profeti i vostri padri non hanno perseguitato? Essi uccisero quelli che preannunciavano la venuta del Giusto, del quale voi ora siete diventati traditori e uccisori, 53voi che avete ricevuto la Legge mediante ordini dati dagli angeli e non l’avete osservata».
54All’udire queste cose, erano furibondi in cuor loro e digrignavano i denti contro Stefano.
55Ma egli, pieno di Spirito Santo, fissando il cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla destra di Dio 56e disse: «Ecco, contemplo i cieli aperti e il Figlio dell’uomo che sta alla destra di Dio». 57Allora, gridando a gran voce, si turarono gli orecchi e si scagliarono tutti insieme contro di lui, 58lo trascinarono fuori della città e si misero a lapidarlo. E i testimoni deposero i loro mantelli ai piedi di un giovane, chiamato Saulo. 59E lapidavano Stefano, che pregava e diceva: «Signore Gesù, accogli il mio spirito». 60Poi piegò le ginocchia e gridò a gran voce: «Signore, non imputare loro questo peccato». Detto questo, morì.
8,1Saulo approvava la sua uccisione.
In quel giorno scoppiò una violenta persecuzione contro la Chiesa di Gerusalemme; tutti, ad eccezione degli apostoli, si dispersero nelle regioni della Giudea e della Samaria. 2Uomini pii seppellirono Stefano e fecero un grande lutto per lui. 3Saulo intanto cercava di distruggere la Chiesa: entrava nelle case, prendeva uomini e donne e li faceva mettere in carcere.
4Quelli però che si erano dispersi andarono di luogo in luogo, annunciando la Parola.
Parola di Dio.
SALMO RESPONSORIALE
Sal 30 (31)
Signore Gesù, accogli il mio spirito.
3Tendi a me il tuo orecchio,
vieni presto a liberarmi.
Sii per me una roccia di rifugio,
un luogo fortificato che mi salva. R.
6Alle tue mani affido il mio spirito;
tu mi hai riscattato, Signore, Dio fedele.
7Tu hai in odio chi serve idoli falsi,
io invece confido nel Signore.
8Esulterò e gioirò per la tua grazia. R.
17Sul tuo servo fa’ splendere il tuo volto,
salvami per la tua misericordia.
21Tu li nascondi al riparo del tuo volto,
lontano dagli intrighi degli uomini. R.
EPISTOLA
2Tm 3, 16 – 4, 8
Ho combattuto la buona battaglia.
Seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo.
Carissimo, 3,16tutta la Scrittura, ispirata da Dio, è anche utile per insegnare, convincere, correggere ed educare nella giustizia, 17perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.
4,1Ti scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesù, che verrà a giudicare i vivi e i morti, per la sua manifestazione e il suo regno: 2annuncia la Parola, insisti al momento opportuno e non opportuno, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e insegnamento. 3Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, pur di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo i propri capricci, 4rifiutando di dare ascolto alla verità per perdersi dietro alle favole. 5Tu però vigila attentamente, sopporta le sofferenze, compi la tua opera di annunciatore del Vangelo, adempi il tuo ministero.
6Io infatti sto già per essere versato in offerta ed è giunto il momento che io lasci questa vita. 7Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede. 8Ora mi resta soltanto la corona di giustizia che il Signore, il giudice giusto, mi consegnerà in quel giorno; non solo a me, ma anche a tutti coloro che hanno atteso con amore la sua manifestazione.
Parola di Dio.
CANTO AL VANGELO
Cfr Sal 117 (118), 26; Sal 30 (31), 17
Alleluia.
Benedetto colui che viene nel nome del Signore;
risplende su di noi la luce del suo volto.
Alleluia.
VANGELO
Gv 15, 18-22
Un servo non è più grande del suo padrone: hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi,
Lettura del Vangelo secondo Giovanni.
In quel tempo. Il Signore Gesù disse: 18«Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. 19Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia. 20Ricordatevi della parola che io vi ho detto: “Un servo non è più grande del suo padrone”. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. 21Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato. 22Se io non fossi venuto e non avessi parlato loro, non avrebbero alcun peccato; ma ora non hanno scusa per il loro peccato».
Parola del Signore.
La testimonianza riferita dalla narrazione degli Atti degli Apostoli ci dice la circostanza nella quale i capi del popolo e gli anziani tra i capi religiosi decidono di togliere la vita al testimone Stefano che diventa, così, primo martire per fa fede professata nel nome di Gesù.
Stefano è un diacono, un servitore dei poveri della comunità di Gerusalemme; ha il dono di un rapporto con il Signore Gesù proprio “contemplativo”: egli infatti contempla i cieli aperti e Gesù seduto dalla destra del Padre nel regno dei cieli. Questa sua caratteristica è la “goccia che fa traboccare il vaso” colmo di odio del sinedrio, l’assemblea dei sommi sacerdoti e dei capi religiosi. Trascinato fuori da Gerusalemme (perché, secondo l’Antico Testamento, era sconveniente e impuro macchiare la terra della Città Santa, così come la terra di qualsiasi altra città o villaggio) durante la sua soppressione Stefano dimostra grande fede addirittura assomigliando a Gesù nelle parole e nell’atteggiamento al momento stesso della sua morte in croce. La fede di Stefano mette in pratica e attualizza le parole di Gesù che, oggi, ascoltiamo nel Vangelo: “Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia”. Vivere nel mondo, dunque, ma come scelti da esso per essere fedeli a Gesù è così rispondere al suo amore con la vita di ogni giorno, seguendo il suo stile, il servire.
“Tu però vigila attentamente, sopporta le sofferenze, compi la tua opera di annunciatore del Vangelo, adempi il tuo ministero”: l’indicazione data dall’Apostolo Paolo al suo diletto discepolo Timoteo pare un avvertimento abbastanza inquietante se accostiamo sofferenza e Vangelo; eppure ne dobbiamo capire il nesso più profondo. La vigilanza è l’atteggiamento che, continuamente, ogni discepolo consapevole del suo ruolo e della sua missione deve avere per poter vivere la fede e la vita come un’unica cosa, in un’unica dimensione e realtà; le sofferenze fanno parte della vita stessa ma anche della opposizione che può trovare l’annuncio del Vangelo quando esso non è accolto come novità e buona notizia; il ministero è quel particolare “incarico” che la Chiesa da ad una persona riconoscendone delle qualità e dei doni divini a servizio dell’annuncio stesso del Vangelo. Così si diventa e si è cristiani: solo testimoniando con la vita la verità del Vangelo, buona notizia per chi la accoglie, anche in mezzo a fatiche e sofferenze.
La “chiave di lettura” delle parole di Gesù, che parlano di accoglienza del Vangelo e di sofferenza per il Vangelo, sta proprio nell’ascolto e nella conoscenza della sua vita, delle sue parole, dei suoi gesti: il “peccato” sta proprio nell’indifferenza a questa testimonianza o nella chiusura di fronte ad essa. L’azione dello Spirito, racchiusa in tutta la vita di Gesù e donata a ciascun credente così come alla vita della Chiesa nel mondo, è “prima, più e meglio” di quanto noi possiamo credere o immaginare: la chiusura e la mancanza di disponibilità a questa azione buona diventa, nel caso di Stefano, preludio all’omicidio e all’eliminazione di chi “mette in discussione” autorità religiose precostituite. Il nuovo credente, che crede e arriva a contemplare la casa del Padre, non ha più timore di dire ed essere verità, anche a costo di pagare con il nome supremo, quello della vita.
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