La Parola che conta: Venerdì 22 maggio 2015, VII settimana di Pasqua, dopo l’Ascensione

LETTURA
Lettura del Cantico dei Cantici 7, 13a-d. 14; 8, 10c-d

Di buon mattino andremo nelle vigne; / vedremo se germoglia la vite, / se le gemme si schiudono, / se fioriscono i melograni. / Le mandragore mandano profumo; / alle nostre porte c’è ogni specie di frutti squisiti, / freschi e secchi: / amato mio, li ho conservati per te. / Così io sono ai suoi occhi / come colei che procura pace!

 

SALMO
Sal 44 (45)

®   La figlia del re è tutta splendore.
Ascolta, figlia, guarda, porgi l’orecchio:
dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre;
il re è invaghito della tua bellezza.
È lui il tuo signore: rendigli omaggio. ®

Entra la figlia del re: è tutta splendore,
tessuto d’oro è il suo vestito.
È condotta al re in broccati preziosi;
dietro a lei le vergini, sue compagne,
a te sono presentate. ®

Ai tuoi padri succederanno i tuoi figli;
li farai prìncipi di tutta la terra.
Il tuo nome voglio far ricordare per tutte le generazioni;
così i popoli ti loderanno in eterno, per sempre. ®
EPISTOLA
Lettera di san Paolo apostolo ai Romani 8, 24-27

Fratelli, nella speranza siamo stati salvati. Ora, ciò che si spera, se è visto, non è più oggetto di speranza; infatti, ciò che uno già vede, come potrebbe sperarlo? Ma, se speriamo quello che non vediamo, lo attendiamo con perseveranza.
Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza; non sappiamo infatti come pregare in modo conveniente, ma lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa che cosa desidera lo Spirito, perché egli intercede per i santi secondo i disegni di Dio.

 

VANGELO
Lettura del Vangelo secondo Giovanni 16, 5-11

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Ora vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”. Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore. Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi. E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato».

 

L’amore diventa cura e nutrimento: così la descrizione del giardino, delle fragranze, della conservazione di tutto ciò che è buono e prezioso per chi si ama è l’indice di quale affetto tiene legata una relazione. Non dimentichiamo mai che quanto descritto è il rapporto che il Creatore ama e desidera avere con ciascuna delle creature che compongono l’umanità intera.

Paolo ci ricorda come l’azione dello Spirito venga in supplenza alla nostra fragilità e alla nostra inadeguatezza rispetto alla preghiera e alla speranza: dunque lo Spirito dona la grazia di un legame e un dialogo continuo tra noi e Dio (preghiera) e, insieme, mette nel nostro cuore la certa speranza di un futuro (prossimo e remoto) davvero promettente se viviamo in presente nella fedeltà dei figli di Dio.

Gesù ritorna al Padre e raccomanda ai suoi discepoli di non essere tristi: con il compimento della sua vita e della sua missione tocca a noi essere, con la sua forza e Presenza misteriosa, testimonianza viva dell’amore del Padre. La promessa del Paraclito, Spirito difensore e di fortezza, ci permette di affrontare difficoltà e ostacoli con la certezza di non essere mai soli nelle battaglie quotidiane.

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