La Parola che conta: Domenica 10 maggio 2015, VI di Pasqua B
LETTURA
Lettura degli Atti degli Apostoli 26, 1-23
In quei giorni. Agrippa disse a Paolo: «Ti è concesso di parlare a tua difesa». Allora Paolo, fatto cenno con la mano, si difese così: «Mi considero fortunato, o re Agrippa, di potermi difendere oggi da tutto ciò di cui vengo accusato dai Giudei, davanti a te, che conosci a perfezione tutte le usanze e le questioni riguardanti i Giudei. Perciò ti prego di ascoltarmi con pazienza. La mia vita, fin dalla giovinezza, vissuta sempre tra i miei connazionali e a Gerusalemme, la conoscono tutti i Giudei; essi sanno pure da tempo, se vogliono darne testimonianza, che, come fariseo, sono vissuto secondo la setta più rigida della nostra religione. E ora sto qui sotto processo a motivo della speranza nella promessa fatta da Dio ai nostri padri, e che le nostre dodici tribù sperano di vedere compiuta, servendo Dio notte e giorno con perseveranza. A motivo di questa speranza, o re, sono ora accusato dai Giudei! Perché fra voi è considerato incredibile che Dio risusciti i morti? Eppure anche io ritenni mio dovere compiere molte cose ostili contro il nome di Gesù il Nazareno. Così ho fatto a Gerusalemme: molti dei fedeli li rinchiusi in prigione con il potere avuto dai capi dei sacerdoti e, quando venivano messi a morte, anche io ho dato il mio voto. In tutte le sinagoghe cercavo spesso di costringerli con le torture a bestemmiare e, nel colmo del mio furore contro di loro, davo loro la caccia perfino nelle città straniere. In tali circostanze, mentre stavo andando a Damasco con il potere e l’autorizzazione dei capi dei sacerdoti, verso mezzogiorno vidi sulla strada, o re, una luce dal cielo, più splendente del sole, che avvolse me e i miei compagni di viaggio. Tutti cademmo a terra e io udii una voce che mi diceva in lingua ebraica: “Saulo, Saulo, perché mi perséguiti? È duro per te rivoltarti contro il pungolo”. E io dissi: “Chi sei, o Signore?”. E il Signore rispose: “Io sono Gesù, che tu perséguiti. Ma ora àlzati e sta’ in piedi; io ti sono apparso infatti per costituirti ministro e testimone di quelle cose che hai visto di me e di quelle per cui ti apparirò. Ti libererò dal popolo e dalle nazioni, a cui ti mando per aprire i loro occhi, perché si convertano dalle tenebre alla luce e dal potere di Satana a Dio, e ottengano il perdono dei peccati e l’eredità, in mezzo a coloro che sono stati santificati per la fede in me”. Perciò, o re Agrippa, io non ho disobbedito alla visione celeste, ma, prima a quelli di Damasco, poi a quelli di Gerusalemme e in tutta la regione della Giudea e infine ai pagani, predicavo di pentirsi e di convertirsi a Dio, comportandosi in maniera degna della conversione. Per queste cose i Giudei, mentre ero nel tempio, mi presero e tentavano di uccidermi. Ma, con l’aiuto di Dio, fino a questo giorno, sto qui a testimoniare agli umili e ai grandi, null’altro affermando se non quello che i Profeti e Mosè dichiararono che doveva accadere, che cioè il Cristo avrebbe dovuto soffrire e che, primo tra i risorti da morte, avrebbe annunciato la luce al popolo e alle genti».
SALMO
Sal 21 (22)
® A te la mia lode, Signore, nell’assemblea dei fratelli.
Lodate il Signore, voi suoi fedeli,
gli dia gloria tutta la discendenza di Giacobbe.
Scioglierò i miei voti
davanti ai suoi fedeli.
Ricorderanno e torneranno al Signore
tutti i confini della terra.®
Davanti a te si prostreranno
tutte le famiglie dei popoli.
A lui solo si prostreranno
quanti dormono sotto terra,
davanti a lui si curveranno
quanti discendono nella polvere.®
Io vivrò per lui,
lo servirà la mia discendenza.
Si parlerà del Signore alla generazione che viene;
annunceranno la sua giustizia;
al popolo che nascerà diranno:
«Ecco l’opera del Signore!». ®
EPISTOLA
Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 15, 3-11
Fratelli, a voi ho trasmesso, anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto, cioè / che Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture / e che fu sepolto / e che è risorto il terzo giorno secondo le Scritture / e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici. In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti. Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto. Io infatti sono il più piccolo tra gli apostoli e non sono degno di essere chiamato apostolo perché ho perseguitato la Chiesa di Dio. Per grazia di Dio, però, sono quello che sono, e la sua grazia in me non è stata vana. Anzi, ho faticato più di tutti loro, non io però, ma la grazia di Dio che è con me. Dunque, sia io che loro, così predichiamo e così avete creduto.
VANGELO
Lettura del Vangelo secondo Giovanni 15, 26 – 16, 4
In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai discepoli: «Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio. Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, viene l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma vi ho detto queste cose affinché, quando verrà la loro ora, ve ne ricordiate, perché io ve l’ho detto. / Non ve l’ho detto dal principio, perché ero con voi».
Il centro della predicazione di Paolo è la morte e la risurrezione di Cristo, quello che a sua volta ha ricevuto come dono: questo è il centro della fede cristiana che, da oltre duemila anni, la Chiesa e i discepoli di Gesù si sforzano di comprendere ma, soprattutto, si sforzano di lasciare vivere in loro. Lo stesso Paolo, di fronte al re Agrippa, è capace di riassumere la sua vita a partire da quella luce che, sulla via di Damasco, lo ha momentaneamente accecato per donargli nuova vista e consapevolezza della sua vita: Paolo non rinnega il suo passato ma lo porta tutto nella luce della fede, proprio come gli chiede lo stesso Signore che lo chiama alla conversione. E l’Apostolo è onesto non dicendo di aver faticato più di tutti per vantarsene: infatti riconosce come la grazia di Dio abbia “faticato” per trovare posto in lui e chiamarlo finalmente alla luce della verità per la sua vita: così Paolo è diventato tramite della luce che illumina ogni uomo che giace nelle tenebre della non fede e del peccato. Questa verità data come dono è annunciata dallo stesso Gesù: la venuta dello Spirito come sua Presenza misteriosa e potente, garanzia di non lasciare mai nessuno solo fino alla fine del mondo, ha questa caratteristica di essere Verità e Difesa dagli attacchi del maligno. Sant’Ilario vescovo scrive: “Allo steso modo l’anima dell’uomo, se non avrà attinto per mezzo della fede il dono dello Spirito santo, ha sì la capacità di intendere Dio, ma le manca la luce per conoscerlo”. Cosa è chiesto a noi? “A quanti hai chiamato alla santità della vita di fede dona la forza di perseverare”. Così sia.
Lascia un commento