Domenica delle Palme: “Tenendo fisso lo sguardo su Gesù” (Omelia nella Messa del giorno, rito ambrosiano)
“Tenendo fisso lo sguardo su Gesù”
Omelia nella Domenica delle Palme nella commemorazione dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme
(Messa del giorno: Is 52, 13-53,12; Eb 12,1b-3; Gv 11,55-12,11)
Sarà facile oppure difficile tenere i nostri occhi fissi su Gesù in questi giorni dove la vita e la morte, la gloria e la sconfitta si danno appuntamento nella città santa?
Eppure, è quello che ci viene chiesto dalla liturgia che apre la Settimana Santa: seguire questo servo del Signore che, come dice Isaia, avrà successo, sarà onorato e innalzato grandemente; un fatto mai raccontato e mai udito: questa è la promessa che, dall’antichità, ci viene incontro ancora una volta nel nostro oggi.
Proprio sotto il segno di questo “contrario” viene Gesù ed entra a Gerusalemme.
“Non ha apparenza né bellezza… non splendore… disprezzato e reietto dagli uomini…”: sono parole terribili, queste, parole che ci dicono subito un distacco da tutto ciò che è la mondo ed è mondano. “Uno davanti al quale ci si copre la faccia”: come fare, allora, se l’invito è proprio quello di tenere fisso lo sguardo su di Lui? Come resistere a questo “spettacolo”?
Il discepolo che è in noi deve avere la pazienza di resistere e di leggere ciò che accade secondo lo sguardo di Dio e non secondo quello degli uomini: “Ma al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori. Quando offrirà se stesso in sacrificio di riparazione, vedrà una discendenza”. La via del discepolo che impara a credere passa anche da qui, dal dolore e dalle ferite, dal peccato che diventa occasione di grazia da parte del Signore, dal giusto servo di Dio che si addossa le iniquità di tutti.
“Gesù è colui che dà origine alla fede e la porta a compimento”: proprio questo Gesù, che oggi ricordiamo accolto con gli onori del re messia, è lo stesso che si sottopone alla croce e disprezza il disonore, Lui che ha dato così importanza al “perché” e al “per chi” morire in croce.
“Essi cercavano Gesù”: c’è una ricerca per la vita a per la salvezza e un’altra, invece, che è per la morte e l’annullamento. Alcuni Giudei, salendo a Gerusalemme per la Pasqua, cercano Gesù chiedendosi se non verrà alla festa: è il desiderio di condividere con Lui questo momento fondamentale della fede del popolo, la festa che celebra un Dio fedele alle promesse, un Dio di libertà. I capi dei sacerdoti e i farisei, invece, cercano Gesù per arrestarlo ed eliminarlo, una volta per tutte: è il timore di chi vede vacillare le proprie certezze e il fondamento del proprio “potere” su di sé e sul prossimo; è lo spavento di fronte alla novità portata da questo Nazareno che vive ciò che predica e non ha paura di nulla.
Anche noi possiamo cercare Gesù e tenere fisso lo sguardo su di lui per diversi motivi: chiediamo con tutto il cuore di avere occhi limpidi e desiderio perfetto che questa ricerca sia per rinfrancare la nostra fede così da essere, come Maria sorella di Lazzaro, generosi nel donare l’olio profumato della nostra vita per attraversare con il Maestro la morte e il peccato per vivere con Lui per sempre.
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