V Domenica di Avvento: Il Precursore (rito ambrosiano, B) – Omelia
141214
V Domenica di Avvento B – Il Precursore
La figura insieme più gigantesca e umile del Vangelo è Giovanni il Precursore che noi, più comunemente, chiamiamo il Battista. Gigantesca perché sa di avere un compito importante: preparare la via del Signore. Umile per lo stesso motivo: si riconosce come una semplice “voce di uno che grida nel deserto”. Non possiamo, però, omettere quanto abbiamo sentito dalle prime due letture, prima di arrivare al Vangelo.
Le parole di Isaia protendono tutte al futuro. Ma quale “presente” sta vivendo il popolo? Sembrano ormai lontani i tempi del regno di Davide, il “germoglio del tronco di Iesse” che ha portato il popolo di Dio alla prosperità, alla pace, al benessere: quell’epoca è tramontata e le sue cause sono da ritrovarsi, almeno per la lettura che ne da lo stesso Isaia nei capitoli precedenti, nell’abbandono di Dio e nella disobbedienza alla sua legge. Scoraggiamento e rimpianto hanno minato il cuore, la vita e la fede di Israele anche di fronte agli attacchi e all’espandersi di regni più forti e più grandi intorno a sé. Proprio in questo contesto le parole affidate al profeta dalla sapienza di Dio servono per infondere una speranza rinnovata. Da dove e come avverrà questo tempo nuovo e questo rinnovamento? Ancora una volta sarà lo “spirito del Signore” a far germogliare dal tronco di Iesse un virgulto, una nuova vita: lo stesso spirito della creazione, la stessa vita di Dio che, attraverso sapienza, intelligenza, consiglio, fortezza, conoscenza e timore del Signore porterà davvero una “rivoluzione”! Giustizia, equità, fedeltà… miracoli nell’ordine delle cose e della natura; “la conoscenza del Signore riempirà la terra”: solo guardando a Lui saremo si sarà raggianti e non saranno confusi i volti! Quanto bisogno abbiamo, ancora oggi, di questo “respiro”: è la nostra vocazione di “amici di Dio”, portare questo nel mondo.
Com’è possibile che tutto quello che abbiamo ascoltato sia una reale speranza, anche per noi qui, oggi, anche per il nostro tempo? La lettera agli Ebrei, nei versetti che abbiamo ascoltato, ci ricorda come quel germoglio tanto atteso è il Signore nostro che viene a somiglianza di Melchìsedek, come sacerdote differente dalle precedenti generazioni: Egli non ha più il compito di offrire un’offerta altra (animali,…) rispetto a sé stesso, ma proprio perché incarna la pietà del Padre (settimo dei doni dello spirito, cfr. prima lettura) e a Lui è obbediente in modo perfetto, ecco, proprio per questo è sempre vivo e intercede sempre a nostro favore. Gesù dunque diventa garante di un’alleanza migliore, un patto che non è più messo in discussione, fondato sull’efficacia del sacrificio di Cristo vivo nella sua Chiesa, continuamente presente attraverso l’opera e il servizio di ogni battezzato che è sacerdote, re e profeta.
Torniamo al Vangelo e alla testimonianza dell’ultimo dei profeti. Più di una volta risuona la domanda “Chi sei tu?” riferita al Precursore: viene il dubbio che anche l’interlocutore, cioè chi pone la domanda, sia in una qualche forma di “crisi di identità”. Possiamo chiederci, così, a bruciapelo: chi siamo noi? Cercare di rispondere con onestà, scavando un po’ di più nel profondo, dentro di noi sembra un’impresa quasi disperata, ma è proprio quello che ci dice di fare Giovanni: prendere sul serio la nostra vita interiore, lasciar parlare quella voce interiore che, tante volte, sopiamo, spegniamo perché ci richiama, come coscienza, alla nostra vocazione battesimale di figli di Dio amati e ci impegna in una sequela reale, quotidiana, a tratti faticosa perché in lotta con la prepotente voce del mondo. Ha forse ragione Giovanni quando ricorda: “In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete”. Forse abbiamo bisogno ancora di un bagno di umiltà per poter riconoscere: non ti conosciamo ancora abbastanza, Figlio di Dio e Figlio dell’uomo che percorri la strada dell’umiltà e della piccolezza. Forse proprio quella strada dobbiamo imboccare ancora una volta: grandi e umili allo stesso tempo, come Giovanni appunto.
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