1° Domenica di Avvento: La venuta del Signore (rito Ambrosiano, anno B) – Omelia

16.11.2014

Domenica I di Avvento – ‘La venuta del Signore’

OMELIA

 

LETTURA
Lettura del profeta Isaia 24, 16b-23

Io dico: «Guai a me! / Guai a me! Ohimè!». / I perfidi agiscono perfidamente, / i perfidi operano con perfidia. / Terrore, fossa e laccio / ti sovrastano, o abitante della terra. / Avverrà che chi fugge al grido di terrore / cadrà nella fossa, / chi risale dalla fossa / sarà preso nel laccio, / poiché cateratte dall’alto si aprono / e si scuotono le fondamenta della terra. / A pezzi andrà la terra, / in frantumi si ridurrà la terra, / rovinosamente crollerà la terra. / La terra barcollerà come un ubriaco, / vacillerà come una tenda; / peserà su di essa la sua iniquità, / cadrà e non si rialzerà. / Avverrà che in quel giorno il Signore punirà / in alto l’esercito di lassù / e in terra i re della terra. / Saranno senza scampo incarcerati, / come un prigioniero in una prigione sotterranea, / saranno rinchiusi in un carcere / e dopo lungo tempo saranno puniti. / Arrossirà la luna, / impallidirà il sole, / perché il Signore degli eserciti regna / sul monte Sion e a Gerusalemme, / e davanti ai suoi anziani risplende la sua gloria.
SALMO 
Sal 79 (80)

® Fa’ splendere il tuo volto, Signore, e noi saremo salvi.

Signore, Dio degli eserciti,
fino a quando fremerai di sdegno
contro le preghiere del tuo popolo? ®

Tu ci nutri con pane di lacrime,
ci fai bere lacrime in abbondanza.
Ci hai fatto motivo di contesa per i vicini
e i nostri nemici ridono di noi. ®

Dio degli eserciti, ritorna!
Guarda dal cielo e vedi e visita questa vigna,
proteggi quello che la tua destra ha piantato,
il figlio dell’uomo che per te hai reso forte. ®

Da te mai più ci allontaneremo,
facci rivivere e noi invocheremo il tuo nome.
Signore, Dio degli eserciti, fa’ che ritorniamo,
fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi. ®

 

EPISTOLA 
Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 15, 22-28

Fratelli, come in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita. Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo. Poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo avere ridotto al nulla ogni Principato e ogni Potenza e Forza. È necessario infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. L’ultimo nemico a essere annientato sarà la morte, perché ogni cosa ha posto sotto i suoi piedi. Però, quando dice che ogni cosa è stata sottoposta, è chiaro che si deve eccettuare Colui che gli ha sottomesso ogni cosa. E quando tutto gli sarà stato sottomesso, anch’egli, il Figlio, sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa, perché Dio sia tutto in tutti.

 

VANGELO 

Lettura del Vangelo secondo Marco 13, 1-27

In quel tempo. Mentre il Signore Gesù usciva dal tempio, uno dei suoi discepoli gli disse: «Maestro, guarda che pietre e che costruzioni!». Gesù gli rispose: «Vedi queste grandi costruzioni? Non sarà lasciata qui pietra su pietra che non venga distrutta». Mentre stava sul monte degli Ulivi, seduto di fronte al tempio, Pietro, Giacomo, Giovanni e Andrea lo interrogavano in disparte: «Di’ a noi: quando accadranno queste cose e quale sarà il segno quando tutte queste cose staranno per compiersi?».
Gesù si mise a dire loro: «Badate che nessuno v’inganni! Molti verranno nel mio nome, dicendo: “Sono io”, e trarranno molti in inganno. E quando sentirete di guerre e di rumori di guerre, non allarmatevi; deve avvenire, ma non è ancora la fine. Si solleverà infatti nazione contro nazione e regno contro regno; vi saranno terremoti in diversi luoghi e vi saranno carestie: questo è l’inizio dei dolori. Ma voi badate a voi stessi! Vi consegneranno ai sinedri, sarete percossi nelle sinagoghe e comparirete davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro. Ma prima è necessario che il Vangelo sia proclamato a tutte le nazioni. E quando vi condurranno via per consegnarvi, non preoccupatevi prima di quello che direte, ma dite ciò che in quell’ora vi sarà dato: perché non siete voi a parlare, ma lo Spirito Santo. Il fratello farà morire il fratello, il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato. Quando vedrete l’abominio della devastazione presente là dove non è lecito – chi legge, comprenda –, allora quelli che si trovano nella Giudea fuggano sui monti, chi si trova sulla terrazza non scenda e non entri a prendere qualcosa nella sua casa, e chi si trova nel campo non torni indietro a prendersi il mantello. In quei giorni guai alle donne incinte e a quelle che allattano! Pregate che ciò non accada d’inverno; perché quelli saranno giorni di tribolazione, quale non vi è mai stata dall’inizio della creazione, fatta da Dio, fino ad ora, e mai più vi sarà. E se il Signore non abbreviasse quei giorni, nessuno si salverebbe. Ma, grazie agli eletti che egli si è scelto, ha abbreviato quei giorni. Allora, se qualcuno vi dirà: “Ecco, il Cristo è qui; ecco, è là”, voi non credeteci; perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti e faranno segni e prodigi per ingannare, se possibile, gli eletti. Voi, però, fate attenzione! Io vi ho predetto tutto. In quei giorni, dopo quella tribolazione, / “il sole si oscurerà, / la luna non darà più la sua luce, / le stelle cadranno dal cielo / e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte”. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo».

 

Il “clima” descritto dal Vangelo, al quale fa eco il profeta Isaia, non è dei più incoraggianti.

Per la verità le parole del profeta descrivono lo sgomento e la paura, lo sconvolgimento e la vendetta che tocca gli iniqui che abitano la terra. Chi sono gli iniqui? Chi sono i perfidi? Gli iniqui sono coloro che non sono giusti e nemmeno equi, non sono equilibrati ed eccedono sia nel bene che nel male. I perfidi sono coloro che rompono la promessa, la fede o la parola data. Su di loro piove addosso di tutto: sconvolgimento terrestre, sconvolgimento terrestre, mancanza di libertà… un senso continuo di oppressione e di condanna. Come siamo noi quando cadiamo nell’iniquità e nella perfidia? Quale stato d’animo ci attanaglia e non ci lascia più andare? Non credo che ci sentiamo bene, che stiamo a nostro agio nel disagio, che siamo contenti nella tristezza, che siamo soddisfatti nei nostri desideri… Perché anche noi possiamo essere tra gli iniqui e i perfidi, anche noi possiamo non essere giusti con qualcuno (e anche con noi stessi), anche noi possiamo essere perfidi e rompere un’alleanza o mancare alla parola data. Solamente “i suoi anziani”, gli anziani del Signore, coloro che hanno perseverato nella giustizia e nella fedeltà possono godere della luce e della gloria di Dio anche nel momento del vaglio e del giudizio.

Come possiamo essere tra quelli considerati “gli anziani del Signore”? Paolo ai Corinzi ricorda come siamo legati a due destini già compiuti: quello di Adamo, un destino di fine e di morte, e quello di Cristo, un destino di vita e di vittoria. Noi siamo dentro questo cammino di salvezza: la salvezza operata dalla vita e dalla missione di Gesù che, attraverso il mistero dell’Incarnazione, è venuto a condividere la nostra vita e il destino di Adamo per elevarlo e portarlo nel cuore del Padre. Ci ha promesso una vittoria che va oltre ogni nostra aspettativa: una vittoria che sconfigge Princitati, Potenze e Forze di questo mondo che cercano di rendere il cuore dell’uomo iniquo e perfido. Dunque togliamo da noi ogni altra ansietà se non quella della salvezza: una salvezza che raggiungiamo quando lottiamo, grazie al dono dello Spirito, per essere sperimentati nella fede (anziani) e contemplanti la sua gloria che risplende (il Signore Gesù).

Così siamo arrivati alle parole profetiche di Gesù nel Vangelo. Interrogato dai suoi discepoli sui tempi della distruzione di costruzioni magnifiche e pietre enormi, il Maestro sottolinea fortemente la dimensione personale del “badare a se stessi”: un badare a noi stessi non “per farci i fatti nostri” ma per rimanere saldi nella fede e pronti a rendere ragione della speranza che è in noi quando saremo interrogati sulla nostra fede e sulla nostra vita. Gli eletti di cui parla Gesù, grazie ai quali saranno abbreviati i giorni della tribolazione, sono quegli anziani nella fede che hanno esperienza della fortezza e della roccia di Dio attraverso Gesù e la sua opera nel mondo: solo nel suo nome possiamo trovare vera perseveranza e certezza, solo nel suo nome possiamo sperare nei tempi nuovi dettati non più da forze mondane ma dal soffio leggero dello Spirito che abita nei cuori dei credenti.

Chiediamo a Maria, la madre amata e la madre della fede, di avere la sua stessa esperienza di Dio, lei che ha trovato grazia presso di Lui e che ha compiuto con la sua vita il cammino della salvezza avendo attraversato ostacoli e prove tenendo fisso lo sguardo su Gesù, il Figlio salvatore.

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