Diario di un pretino di città: l’attesa e lo stupore (nel tempo di Natale)
Stuzzicato dai mille incontri durante la visita e la preghiera nelle tante famiglie della comunità, dopo un tempo veramente incredibile di attesa e di impegno a camminare insieme per essere pronti a ricevere il Dono del Natale di Gesù, ritorno a scrivere qualcosa di me, di quello che sento in queste settimane.
Lo stupore è la parola che più descrive il mio stato d’animo mentre ripenso all’Avvento, alle celebrazioni natalizie, agli incontri e agli auguri, alle telefonate e agli sms, ai regali ricevuti a fatti: stupore per tanta attesa e per tanta preparazione, in maniera diversa, a questo tempo di grazia; chi l’ha fatto semplicemente pregando ogni giorno e aprendo la sua casa per ricevere una benedizione, chi invece rinunciando a qualcosa di suo per donarlo a qualcun’altro…
Mi stupisce sempre, e quest’anno ancora di più, tutto questo clima laborioso e di attesa che si consuma in fretta mano a mano che le settimane passano, di corsa, senza quasi lasciare tempo di tirare le somme.
Ma tra tutti gli stupori ce n’è uno che primeggia: la “cocciutaggine del Bene”, al possibilità di amare, accogliere, dare coraggio, accompagnare, correggere, seguire, educare… quanto di questo c’è dietro la porta di ogni casa che ho visitato! Ringrazio Dio do aver incontrato, scala dopo scala, porta dopo porta, tante storie ferite che vogliono continuare a lottare, a sperare, a credere che il Bene, quello vero, non viene mai meno e che può tornare quando meno te l’aspetti!
Credo di essere cresciuto anch’io in questo tempo abbeverandomi alla fontana della Speranza cristiana che sgorga a volte nasconta dentro la vita delle persone e della famiglie; chiedo la pazienza di poter ascoltare, accogliere ed accompagnare queste storie perché fanno bene a me, accrescono il mio stupore di fronte al Mistero della Presenza di Gesù che rende nuove tutte le cose, proprio come lo sguardo di un bambino!
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