Santa Famiglia di Gesù: Omelia nella S. Messa del giorno

Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe

Omelia nella S. Messa del giorno

26 gennaio 2014

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E’ una Scrittura “formato famiglia” quella che oggi ci guida e ci istruisce: e non potrebbe essere che così, visto che stiamo celebrando la solennità della famiglia di Nazareth.

Già dalle indicazioni del libro del Siracide respiriamo il clima di casa: è un clima fatto di rispetto, attenzione, apertura… in una parola carità e amore. Per la verità sono parole antiche e un po’ “fuori tempo” quelle che abbiamo ascoltato:

Onora tuo padre con tutto il cuore
e non dimenticare le doglie di tua madre.
28Ricorda che essi ti hanno generato:
che cosa darai loro in cambio di quanto ti hanno dato?
30Ama con tutta la forza chi ti ha creato

Onorare, non dimenticare, ricordare, dare in cambio, amare con tutta la forza: sono azioni, non semplici sentimenti, perché l’amore è fatto di gesti e di attenzioni, di rispetto e cura dell’altro, a partire da casa nostra. Essere grati per quanto abbiamo ricevuto e riceviamo è il primo passo, il fondamento su cui costruire un’esistenza capace di aprirsi ad altre case, ad altre persone.

Visitando la casa natale di Papa Roncalli, a Sotto il Monte, ho visto una lettera indirizzata ai suoi genitori che diceva così: “Quando sono uscito di casa verso i dieci anni di età, ho letto molti libri e imparato molte cose che voi non potevate insegnarmi. Ma quelle poche cose che ho appreso da voi in casa, sono ancora le più preziose e importanti: esse sorreggono e danno vita e calore alle molte altre che appresi in seguito, in tanti anni di studio e di insegnamento” (Lettera ai genitori, 26 novembre 1930).

Quali sono quelle poche cosa che, anche noi, abbiamo appreso dai nostri genitori in casa che sono ancora le più preziose e importanti?

Il Secondo passo che ci ha ammaestrato oggi è quello di Paolo nella sua lettera ai Colossesi: egli ci da una sorta di “regola di vita” dove due sono le cose fondamentali, i due pilastri su cui fondare una vita bella, impegnativa e gioisa: “la Parola di Dio dimori in voi nella ricchezza” e “in ogni cosa rendete grazie a Dio”. Se dobbiamo riconoscere una ricchezza nella nostra vita, una cosa per cui valga davvero la pena sostare e faticare per cavarne fuori un vero sostegno nella tortuosità dei nostri giorni e delle nostre molteplici attività, una indicazione precisa e autorevole su dove andare, cosa fare o quando fermarsi… essa deve venire dalla confidenza con la Scrittura. Mi colpisce, nel popolo d’Israele, di quanta venerazione viene circondata la Parola di Dio e con quanto studio e applicazione viene letta e sondata: cosa ne facciamo, invece, noi, popolo che dovrebbe aver ricevuto la Buona Novella portata da Gesù? Quale posto ha nella nostra vita, nelle nostre case? E poi, la riconoscenza: dice Paolo “in ogni cosa” e, soprattutto, “a partire dal vostro cuore”. Chissà da cosa è abitato il nostro cuore in questo periodo? Quando ho riconosciuto quello che sono, quello che faccio e quello che ho come un dono? E’ a partire da noi stessi, dalla nostra vita interiore che possiamo diventare, con l’aiuto dello Spirito, un canto di lode a Dio.

Non credo che, nell’immediato, Giuseppe e Maria avessero il cuore pronto di cantare le lodi a Dio di fronte a Gesù che scompare, rimane a Gerusalemme, nel tempio a interrogare e a dialogare con gli scribi e i dottori, e risponde in maniera misteriosa alla domanda rivolta dalla madre. Ma c’è una parola che, verso la fine dell’episodio, unisce in stretta comunione i due genitori: “Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro”. Anche questa è comunione, è condividere: anche non comprendere e non capire. Giuseppe e Maria, sembra, chiedono a Gesù di non correre troppo avanti con la sua risposta e con la sua stessa vita. La fatica di capire, di crescere, di lasciarsi guidare non è solo dei più piccoli ma anche dei più grandi. Questa pazienza di Gesù, da vero figlio e da vero Dio, ha accompagnato la vita dei suoi genitori e ha dato tempo, soprattutto a Maria, di meditare tutte queste cose nel suore cuore. E noi grandi, cosa impariamo dai nostri piccoli? E noi piccoli, come aiutiamo i nostri grandi a “correre avanti”? E’ questo il mistero di un amore che, piccolo piccolo, fa grande ogni c

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