La Parola che conta: Lunedì della 3° settimana di Avvento
Lettura del Vangelo secondo Matteo 13, 53-58
In quel tempo. Terminate le parabole, il Signore Gesù partì di là. Venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.
Non c’è cosa peggiore che vivere nel pregiudizio o nella presunzione che gli altri ci conoscano davvero: anche Gesù l’ha sperimentato e quanto male gli ha fatto! Nella sua patria compie segni, predica la Buona Novella e la reazione è di uno stupore incredulo, addirittura di scaldalo: non può questa persona che conosciamo, che sappiamo da dove viene, dalla famiglia cui proviene… compiere e dire tutto cio!
E tutto questo, l’incredulità che sta alla base, limita l’agire di Gesù per il loro bene, per il bene di ogni uomo.
Ed io, ho la presuzione di conoscere già il Figlio dell’uomo?
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