La Parola che conta: Martedì 22 ottobre 2024 (rito ambrosiano)

Martedì della settimana dopo la Dedicazione

Memoria facoltativa di san Giovanni Paolo II, papa

LETTURA Ap 1, 9-20
Lettura del libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo

Io, Giovanni, vostro fratello e compagno nella tribolazione, nel regno e nella perseveranza in Gesù, mi trovavo nell’isola chiamata Patmos a causa della parola di Dio e giorno del Signore e udii dietro di me una voce potente, come di tromba, che diceva: «Quello che vedi, scrivilo in un libro e mandalo alle sette Chiese: a Èfeso, a Smirne, a Pèrgamo, a Tiàtira, a Sardi, a Filadèlfia e a Laodicèa». Mi voltai per vedere la voce che parlava con me, e appena voltato vidi sette candelabri d’oro e, in mezzo ai candelabri, uno simile a un Figlio d’uomo, con un abito lungo fino ai piedi e cinto al petto con una fascia d’oro. I capelli del suo capo erano candidi, simili a lana candida come neve. I suoi occhi erano come fiamma di fuoco. I piedi avevano l’aspetto del bronzo splendente, purificato nel crogiuolo. La sua voce era simile al fragore di grandi acque. Teneva nella sua destra sette stelle e dalla bocca usciva una spada affilata, a doppio taglio, e il suo volto era come il sole quando splende in tutta la sua forza. Appena lo vidi, caddi ai suoi piedi come morto. Ma egli, posando su di me la sua destra, disse: «Non temere! Io sono il Primo e l’Ultimo, e il Vivente. Ero morto, ma ora vivo per sempre e ho le chiavi della morte e degli inferi. Scrivi dunque le cose che hai visto, quelle presenti e quelle che devono accadere in seguito. Il senso nascosto delle sette stelle, che hai visto nella mia destra, e dei sette candelabri d’oro è questo: le sette stelle sono gli angeli delle sette Chiese, e i sette candelabri sono le sette Chiese.

SALMO Sal 95 (96)

Date al Signore la gloria del suo nome.

Grande è il Signore e degno di ogni lode,
terribile sopra tutti gli dèi.
Tutti gli dèi dei popoli sono un nulla,
il Signore invece ha fatto i cieli. R

Maestà e onore sono davanti a lui,
forza e splendore nel suo santuario. R

Date al Signore, o famiglie dei popoli,
date al Signore gloria e potenza,
date al Signore la gloria del suo nome. R

VANGELO Mc 3, 13-19
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco
In quel tempo. Il Signore Gesù salì sul monte, chiamò a sé quelli che voleva ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici – che chiamò apostoli –, perché stessero con lui e per mandarli a predicare con il potere di scacciare i demòni. Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro, poi Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè «figli del tuono»; e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo, figlio di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda Iscariota, il quale poi lo tradì.

L’incipit del libro dell’Apocalisse annuncia la sua lettura in questi giorni, in queste settimane dopo la dedicazione del Duomo nelle quali ci avviamo all’inizio dell’Avvento. L’Apocalisse, letteralmente “ultima rivelazione”, è ciò che riceve in visione l’apostolo Giovanni: egli ne deve far parte a quanti sono i destinatari, e in particolare le sette chiese indicate dal testo. La visione è delle cose presenti e delle cose future e la chiave di lettura è il Figlio dell’uomo che, apparso splendente ripieno di simboli importanti (cintura d’oro, spada, sette stelle…), comunica questi messaggi perché siano riferiti ai destinatari.

Il secondo testo della chiamata dei discepoli, dopo quelli di ieri che vedeva protagonisti Andrea, Pietro, Natanaele…, è tratto dal Vangelo di Marco: qui la scena si svolge in un contesto differente perché Gesù sale sul monte (evoca la vicinanza a Dio) e chiama a sé quelli che vuole, come scelta libera e affida loro la missione (stare con lui, mandarli a predicare con il potere di scacciare il Maligno). L’elenco dei nomi dice persone precise con storie precise e tutte diverse: la chiamata di Gesù ha l’unico criterio di associare a Lui e di dare la possibilità, stando con Lui, di imparare e crescere nella fede, nella speranza e nella carità sapendo che tutto questo ha bisogno di perseveranza e lotta contro il maligno.

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