La Parola che conta: Lunedì 14 ottobre 2024 (rito ambrosiano)

Lunedì della settimana della VII Domenica dopo il martirio di san Giovanni il Precursore

Memoria facoltativa di san Callisto I, papa e martire

EPISTOLA Tt 1, 1-9
Lettera di san Paolo apostolo a Tito

Paolo, servo di Dio e apostolo di Gesù Cristo per portare alla fede quelli che Dio ha scelto e per far conoscere la verità, che è conforme a un’autentica religiosità, nella speranza della vita eterna – promessa fin dai secoli eterni da Dio, il quale non mente, e manifestata al tempo stabilito nella sua parola mediante la predicazione, a me affidata per ordine di Dio, nostro salvatore –, a Tito, mio vero figlio nella medesima fede: grazia e pace da Dio Padre e da Cristo Gesù, nostro salvatore. Per questo ti ho lasciato a Creta: perché tu metta ordine in quello che rimane da fare e stabilisca alcuni presbìteri in ogni città, secondo le istruzioni che ti ho dato. Ognuno di loro sia irreprensibile, marito di una sola donna e abbia figli credenti, non accusabili di vita dissoluta o indisciplinati. Il vescovo infatti, come amministratore di Dio, deve essere irreprensibile: non arrogante, non collerico, non dedito al vino, non violento, non avido di guadagni disonesti, ma ospitale, amante del bene, assennato, giusto, santo, padrone di sé, fedele alla Parola, degna di fede, che gli è stata insegnata, perché sia in grado di esortare con la sua sana dottrina e di confutare i suoi oppositori.

SALMO Sal 23 (24)

I puri di cuore abiteranno la casa del Signore.

Del Signore è la terra e quanto contiene:
il mondo, con i suoi abitanti.
È lui che l’ha fondato sui mari
e sui fiumi l’ha stabilito. R

Chi potrà salire il monte del Signore?
Chi potrà stare nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non si rivolge agli idoli,
chi non giura con inganno. R

Egli otterrà benedizione dal Signore,
giustizia da Dio sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe. R

VANGELO Lc 22, 35-37
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca
In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Quando vi ho mandato senza borsa, né sacca, né sandali, vi è forse mancato qualcosa?». Risposero: «Nulla». Ed egli soggiunse: «Ma ora, chi ha una borsa la prenda, e così chi ha una sacca; chi non ha spada, venda il mantello e ne compri una. Perché io vi dico: deve compiersi in me questa parola della Scrittura: “E fu annoverato tra gli empi”. Infatti tutto quello che mi riguarda volge al suo compimento».

Tito è un altro figlio spirituale generato nel ministero dall’apostolo Paolo: a lui è indirizzata questa lettera della quale leggiamo il suo inizio. In essa Paolo ringrazia il Signore per il dono della fede condivisa, fede che conduce alla vita eterna ma che ha delle conseguenza concrete nella vita di tutti i giorno: così scopriamo quali caratteristiche deve avere un presbitero e un vescovo nei tempi apostolici della Chiesa, delle caratteristiche di fede, moralità e vita esemplari davanti a tutti nei vari ambiti della vita stessa; e tutto questo perché la testimonianza e il servizio alle comunità di fede sia coerente e convinta e susciti con l’esempio altri cristiani.

Gesù è consapevole che sta arrivando la sua ora, l’ora del compimento della sua missione terrena e dunque raccomanda ai suoi discepoli che la loro missione, sempre dipendente da quella del Maestro, assuma ancora di più i tratti dell’essenzialità assomigliando sempre più alla sua missione.

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